Nelle grandi competizioni, le sorprese non mancano mai: il ct transalpino scottato in finale cinque anni fa quando fu beffato dai portoghesi senza Ronaldo - L'Italia di Mancini e la nuova Spagna di Luis Enrique possono andare oltre ogni limite – Sul podio delle previsioni, anche il Belgio di Lukaku e il Portogallo di Cr7 campione uscente – Non credo molto nell'Inghilterra: ha ottimi giocatori, ma un ct che non convince – Anche l'Olanda non sembra all'altezza delle migliori – Occhio all'eterna Croazia dei dinosauri di talento come Modric
Tutti dicono Francia. Secondo Mourinho, Deschamps ha addirittura i giocatori per formare tre nazionali diverse, tutte egualmente competitive. C’è un po’ di verità nelle parole del nuovo allenatore della Roma, ma intanto il caro Didier fa gli scongiuri: è vissuto abbastanza a Marsiglia e poi in Italia per sapere che i cosiddetti favori del pronostico servono a poco. Anzi, portano pure male. Cinque anni fa, non c’era un osservatore esterno che non scommettesse sul trionfo francese agli europei. Ma nella finale, nonostante l’uscita di Cristiano Ronaldo, azzoppato dopo pochi minuti da Payet, accadde l’imprevisto: errori e sfortuna, un palo di Gignac e la beffa del gol di Eder – un attaccante di riserva – ad esaltare la condotta difensiva dei portoghesi e a portarli sul tetto d’Europa. L’atmosfera è simile: quattordici dei convocati dal ct sono campioni del mondo e puntano al bis tra un anno e mezzo in Qatar, le quotazioni di Mbappé e dei suoi compagni sono aumentate nonostante la pandemia e la crisi del mercato. Insomma, la Francia è la squadra da battere, con un Benzema in più: il ritorno del figliol prodigo ha aggiunto un altro campione alla galleria, e a quanto sembra il suo reinserimento nel gruppo non presenta criticità. Se poi Benzema dovesse farsi da parte, c’è sempre Giroud, molto più di un bomber di scorta, visto che è il terzo goleador di sempre della nazionale.
Dopo un periodo di preoccupante involuzione, la Francia ha ritrovato il gusto del gioco. Le ultime amichevoli prima dell’esordio di martedì prossimo contro la Germania – in un girone che ospita anche il Portogallo, ed è per questo il più difficile – hanno dato risposte convincenti agli interrogativi dei mesi scorsi, quando in molti – quorum ego – si chiedevano dove fosse finito il bel calcio prerogativa transalpina. 3-0 contro il Galles e 3-0 contro la Bulgaria. Al di là dei risultati, una bella impressione, con un Griezmann in gran spolvero nel doppio ruolo di punta e rifinitore, capace di guizzi irresistibili e di conclusioni chirurgiche.
La Francia resta comunque la favorita della sedicesima edizione degli europei. Si parte venerdì con Italia-Turchia. E l’Italia di Mancini si annuncia tra le possibili sorprese, insieme con la nuoiva Spagna – che ha avuto il coraggio di rinunciare a Sergio Ramos – varata da Luis Enrique. Gianni Brera sosteneva che non bisogna aver paura di fare previsioni. Non le sbaglia, chi le evita. Ed allora, sul mio podio, oltre alla banda Deschamps, piazzo il Belgio che ha un grande ct come lo spagnolo Martinez e autentici assi quali De Bruyne, Lukaku e Hazard (se torna ad essere quello del Chelsea) ed il Portogallo, se non altro perché un Ronaldo tirato a lucido può fare sempre la differenza. Non credo invece nell’Inghilterra per il titolo: molti giocatori di alto livello,a cominciare da Kane e dal giovanissimo Foden, ma un commissario tecnico non all’altezza della squadra, Southgate. Vorrei essere smentito, ma vorrei vedere questa Inghilterra guidata, per esempio, da Bielsa, ovvero da un allenatore in grado di superare i propri limiti. La Premier league, con numerosi allenatori stranieri – alcuni dei quali formidabili: Guardiola, klopp, Tuchel, Bielsa – e grandi campioni di tutto il mondo non è il metro più adatto per valutare la nazionale. I talenti non mancano, ma non bastano. L’organizzazione del gioco non è impeccabile, la coppia centrale difensiva Stones-Maguire non ha un leader quale sarebbe De Ligt o Van Dijk. Ed è quello il punto più debole.
Anche l’Olanda non è globalmente attrezzata per vincere, ed anche in questo caso Frank De Boer non mi entusiasma. Ha preso il posto di Ronald Koeman un anno fa, e già sono forti i rimpianti per l’ex capitano del Psv Eindhoven ora alla guida del Barcellona.
Gli outsider ci sono, dall’Austria alla Danimarca. Ma occhio alla Croazia vice campione del mondo: i suoi dinosauri dalla qualità smisurata come Modric sono al passo d’addio, lasceranno qualche impronta indelebile e chissà che non si spingano fino alle semifinali, con i gol di un attaccante come Rebic, capace di tutto nel bene e nel male.
Enzo D’Orsi (foto tratta da gazzetta.it)