Dottor Fiorio, le ultime settimane di Vettel rammentano quelle di Prost nel 1991, quando il francese venne cacciato dopo pessime prestazioni e una polemica sulla macchina. Vede un paragone tra i due?
“No, il paragone non regge. È vero che Alain si rese protagonista di errori marchiani, ricordo che a Imola, quando ero ancora io il team manager, era uscito a Imola girandosi nel warm-up senza poter rientrare in pista in tempo per la gara. A Montecarlo poi era rientrato ai box senza avvertire via radio e fu un grosso problema. Ma Prost era un grande pilota e un grande professionista. Quando acquistò la Ligier facemmo molto bene e mi lasci rivendicare il merito di aver portato una piccola scuderia, con 100 uomini quando tutti ne avevano 300, a vincere un GP di Montecarlo nel ’96 e raggiungere dieci volte il podio”.
Tornando a quegli anni, a volerla in Ligier furono Ecclestone e Briatore, all’epoca protagonista con la Benetton di Schumacher. Qual è stato il suo rapporto con Briatore?
“Sempre molto positivo. Flavio pur non essendo un grande tecnico è uno molto intelligente, con capacità di management fuori dal comune. Negli anni ’90 capì che la F1 andava gestita come un business e così fece. La sua grande capacità è stata quella di circondarsi di persone molto competenti – prese Tom Walkinshaw per l’officina Benetton – e saper ascoltare chi ne sapeva più di lui. E’ uno molto intelligente che intuisce, pur non essendo esperto di F1. Io gli proposi di non lascirasi sfuggire Fernando Alonso dopo averlo visto ridicolizzare altri sei piloti, sotto la pioggia in Spagna. Mi ascoltò immediatamente”.
Tornando alla Ferrari, come giudica la polemica di Vettel con la strategia della squadra?
“Beh, quando il tuo compagno di scuderia fa sempre meglio di te e tu ti giri banalmente alla prima curva, sarebbe meglio almeno di non fare polemiche. E invece… viene quasi voglia di dire: “Vista la Ferrari, o Leclerc ha dimostrato di essere bravissimo oppure Vettel di non valere più niente”. Ovviamente non è così, Vettel è stato un grande pilota e quando, a inizio stagione, ti viene detto “Puntiamo sul tuo compagno di squadra più giovane e non ti rinnoviamo il contratto”, tu che sei quattro volte campione del mondo devi provare una frustrazione enorme. Lo capisco, ma a questo punto, visti gli errori banali che commette proprio per questo, io lo sostituirei subito con Giovinazzi”.
L’intuizione della Red Bull ha portato Verstappen a battere le Mercedes, pensa che almeno nella gara secca il dominio di Hamilton e Bottas possa ancora venir messo in discussione?
“Sì, perché come strategia e direzione sportiva la Red Bull è più forte della Mercedes. Toto Wolff è tanto elogiato ma come gestione-gara e intuizione delle problematiche è molto inferiore a Chris Horner. Lui e i suoi uomini hanno visto nella gara precedente che l’asfalto a Silverstone aveva ucciso le gomme, così hanno fatto la Q2 e la gara con le Pirelli bianche, le più dure. In questo modo Wolff e i suoi sono stati costretti a inseguire la tattica. La Mercedes ha una macchina troppo superiore, però la Red Bull ha sempre intuizioni migliori come conduzioni della gara”.
Come giudica la polemica sulla Racing Point e la richiesta di Binotto di punire anche chi ha passato i compiti, cioè la Mercedes?
“La Racing Point è una macchina da quarta o quinta fila se va bene, la FIA è intervenuta penalizzando giustamente ma dimostrare fino a che punto la Mercedes abbia passato i compiti non è facile. Credo che la Mercedes vada punita, ma non so se la Federazione avrà la forza di farlo. Quanto al copiare, intendiamoci: queste cose in F1 ci sono sempre state. Quando ero alla Ligier, anche noi qualcosa succhiavamo dalla Benetton ma lo elaboravamo perché non fosse riconoscibile. In Racing Point invece sono stati troppo spudorati. Di fatto è una Mercedes dipinta diversa ma con le stesse caratteristiche! “.
Dottor Fiorio, una domanda che aleggia nella mente di molti tifosi della rossa arrabbiati. Non è che in Ferrari preferiscono i soldi del patto della concordia al vincere un mondiale?
“È evidente che la Ferrari ha grossi vantaggi da questo patto e lo difenderanno con le unghie e coi denti. A Maranello sanno che senza Ferrari la F1 perderebbe tre quarti di pubblico. Detto questo, alla Ferrari vogliono vincere, anche se l’interesse al patto è chiaro la Ferrari non si accontenta del denaro. Quindi, no, credo che, tutto sommato, si possa relegare questa polemica a una chiacchiera da bar”.
*foto ripresa da giornal.it