Massimo Scarpa, per il pubblico tv, è il “gemello” di Silvio Grappasonni delle telecronache di Sky, per i ragazzi del golf italiano è, dal 2007, il commissario tecnico delle squadre nazionali. Per cui al 74° Open d’Italia di questa settimana al Club Milano avrà il suo daffare.
Scarpa, come si sdoppierà questa settimana a Monza?
“Cercherà di mettere i neo pro e i professionisti come Edoardo Molinari che chiedono consiglio nelle condizioni ideali per il primo tee della gara, e sabato e domenica commenterò per Sky dal campo”.
Che campo è questo dell’Open d’Italia?
“E’ un campo corto, si fa giocare, non sarà favorito chi chi si esalta in lunghezza e nemmeno chi invece si esalta in precisione, premierà invece il giusto mix. Ci sono alcune buche che potranno fare la differenza in potenza, come la 1, la 9 e la 14 e altre nelle quali bisognerà essere per forza precisi, come la 4, la 5 e la 18”.
I punteggi secondo lei saranno alti?
“I green sono belli: sarà premiato chi imbucherà più d vicino e quindi chi sceglierà meglio i ferri al green e farà i migliori approcci. Ci sarà spettacolo, anche per via del campo più bello rispetto all’anno scorso, con più erba, e con due tee nuiovi, il 2 e il 9, e 40 metri in più. E’ un campo che non sfigura assolutamente rispetto agli altri dell’European Tour, un campo che sta tenendo nel tempo, è lo stesso di quando vinse Boxall nel 1990”.
Chi è favorito?
“A parte Chicco (Molinari), sembrerà ovvio, ma io dico Jon Rahm, il migliore in campo dell’ordine di merito mondiale (al numero 5), che può mettere più precisione accanto alla sua grande potenza, ed è davvero impressionante. Sarà il giocatore che, appena possibile, seguirò da vicino, sul campo, per studiarmelo bene. Poi dico Westwood che sta giocando bene, anche se ha sempre il punto di domanda negli approcci. E quindi dico Paul Dunne, e anche Fitzpatrick… C’è diversa gente che può fare la differenza se usa al meglio i ferri al green”.
E a parte Chicco, fra gli italiani su chi punterebbe?
“Nino Bertasio è in forma, ha appena fatto un bel 16° posto a Sat Andrews, sta lottando per confermare la carta, lo vedo bene. Ed Edo Molinari sta riscoprendo il suo gioco ed è a buon punto. Ultimamente Manassero e Paratore non hanno fatto bene, ma magari domenica festeggeremo il secondo successo sul Tour di Renato o la rinascita di Matteo”.
Proviamo a dire un motivo per cui seguire le sei stelle straniere dell’Open che hanno vinto almeno un Major, più delle cinque presenti all’Open 2015 e 2016.
Sergio Garcia.
“Per la qualità dei ferri”.
José Maria Olazabal.
“L’approccio attorno ai green e il putt”.
Danny Willett.
“Osservate con attenzione il suo swing, ma non emulatelo, ha spesso problemi di schiena”.
Graeme McDowell.
“Per come tira i ferri, anche lui potrebbe essere un protagonista a Monza”.
Martin Kaymer.
“Per come putta, è uno dei migliori a far rotolare la palla sul green”.
Padraig Harrington.
“Per la determinazione e la motivazione, è sempre l’ultimo a lasciare il campo pratica”.
Vincenzo Martucci