Carlo Ancelotti è stato esonerato dal Napoli poco prima di mezzanotte dopo la vittoria per 4-0 sul Genk e la qualificazione agli ottavi di Champions, mancata invece dall’Inter, sconfitta a San Siro dalle riserve del Barcellona. Oggi Juventus e Atalanta.
Il tweet di mezzanotte. “Rimangono intatti i rapporti di amicizia, stima e rispetto reciproco tra la società, il suo presidente Aurelio De Laurentiis e Carlo Ancelotti”.
La cena per dirglielo. Beviamoci su. Salute, cin-cin: De Laurentiis e Carletto, faccia a faccia, ieri sera dopo la partita con il Genk. All’Hotel Vesuvio, sul lungomare. La cena, appunto, voluta e organizzata dal presidente: e non una di quelle andate in scena nell’ultimo anno e mezzo, magari a Capri, dove si parlava di presente e di futuro, piuttosto un bilancio, un resoconto, una linea definitiva. … Poche parole anche nello spogliatoio, subito dopo la partita: clima teso, aria pesante, sensi di colpa. Già, perché i giocatori sanno perfettamente di aver avuto una gran fetta di responsabilità, in questo epilogo così amaro e quasi paradossale alla luce di un 4-0 che però lascia intatto il ribaltone. Ma tant’è: e non è un caso che in molti, dopo la partita e prima della doccia, abbiano pianto. Ancelotti naturalmente no, o forse lo ha nascosto benissimo. Anche dietro un gesto di saluto rivolto alla folla e agli individui. «Non stavo salutando i tifosi, stavo salutando mia moglie». | Antonio Giordano e Fabio Mandarini, Corriere dello sport-Stadio
La fine della diversità di De Laurentiis. Finisce con Carlo Ancelotti che va in mezzo al campo, saluta la terna arbitrale, qualche suo calciatore. Saluti tiepidi. Mertens accenna un abbraccio. Si incammina con Allan, gli dice qualcosa. Poi si incammina verso gli spogliatoi, la tribuna si alza e applaude. Il Napoli sta per salutare l’allenatore più titolato della sua storia. Un’assurdità da raccontare ai nipotini. Una delle tante di questa città autolesionista come poche. E stavolta ci si è aggiunto De Laurentiis che ha smarrito la sua diversità. | Massimiliano Gallo, il Napolista
Napoli e il complesso di unicità
Massimo Troisi. «Si dice sempre che Napoli deve cambiare. Ma perché volete cambiare Napoli? Cambiate Mantova, Rovigo, Aosta». | Dal film No, grazie, il caffè mi rende nervoso
Rafa Benítez. «Non mi piace quando si parla di Napoli città speciale. È un atteggiamento che va cambiato. Sono gli stessi napoletani a dire “Ma noi siamo diversi”. Sarà un problema. Noi invece dobbiamo conoscere gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Dove vogliamo arrivare. E lavorare per quello. Non si cambia idea ogni settimana».
Raffaele La Capria. «Il tessuto di Ferito a morte è fatto di chiacchiera, di gente che parla, parla, spesso anche a sproposito. Il più delle volte dice soprattutto sciocchezze, però per me era molto importante far capire che questa stupidità della chiacchiera dimostra la pochezza della classe dirigente napoletana, della nostra borghesia».
Tratto da www.loslalom.it
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