Ion Tiriac è stato il manager/allenatore di Boris Becker che esplose a 17 anni vincendo Wimbledon e facendo impazzire la Germania, come oggi Sinner in Italia.
Quanto vale oggi sul mercato il Profeta dai capelli rossi?
“Il campione di tennis è più difficile del calcio perché oggi il tennis è migliorato in tutto e il gioco va 3 volte più veloce di 20 anni anni fa. Ed economicamente è tutt’altro “animale. Le mega star sono più importanti del pilota belga (Max Verstappen) che vince la Formula 1, dei campioni NBA e delle altre super leghe pro americane, e del golf”.
Una mega star deve avere dietro un paese.
“Dev’essere di Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania o Italia perché questi paesi hanno una potenzialità plurima e straordinaria di mega aziende private – non parlo dei governi che prima si felicitano e poi si dimenticano – parlo di multinazionali connaturate con quelle nazioni”.
E poi ci vuole una forte personalità.
“Boris Becker aveva carisma e così ha prodotto il doppio o anche il triplo dei primi dei tornei. Djokovic è più campione di tutti, ma ha un problema: è slavo e non avrà mai quelle multinazionali-paese dietro. Federer era perfetto: ha sorpassato la sua Svizzera come cittadino del mondo con la sua personalità, ha inventato nuovi colpi, è andato oltre la sua nazionalità”.
Che cosa ci vuole per costruire la mega-star sul campo?
“Serve un grande allenatore: Darren Cahill, che allena Sinner, è stato un buon giocatore australiano, ha imparato alla scuola di Harry Hopman – la migliore -, è una brava persona e ha una bella alchimia con Sinner. Vediamo se lo influenza anche al meglio. Io sono stato favorito: ero sia allenatore che manager e quindi Becker l’ho fatto diventare come dicevo io, partendo dai 17 anni. Sinner arriva più tardi e in modo molto diverso, seguendo un percorso più difficile. Cinque anni fa, ai suoi 17, vedendolo, ho pensato: “Deve lavorare tanto sulle gambe per renderle più forti”. L’ha fatto”.
Sinner ha lavorato tanto sul fisico.
“Gira col preparatore, col massaggiatore e col mental coach: un vero e proprio team! E la famiglia se c’è sta lontana. Perché il giocatore non deve cercare i genitori in tribuna, come fece Berrettini dopo aver vinto il primo set a Wimbledon contro Djokvic. Deve concentrarsi nella maniera corretta, come fa Sinner. Bravo, bravo!”.
Sinner ha lavorato tanto sul servizio.
“E ha fatto enormi progressi da aprile, quando l’ho visto a Montecarlo, e può migliorarlo di un altro 10%”.
Quanto vale sul mercato?
“Dipende dalla strategia manageriale. Per me andrebbe venduto caro a poche aziende, diciamo massimo 5. Perché altrimenti come fa a dargli soddisfazione? Oggi il 70% dei guadagni viene proprio dall’extra, non dai premi. Anche per questo uno dei punti fondamentali è la gestione della star: priorità agli Slam, certo – che fra pochissimo saranno almeno 5 con Indian Wells, perché se un torneo mette sul piatto 100 milioni di dollari di premi perché dev’essere ancora un Masters 1000? Oggi io dico che una mega-star di tennis guadagna troppo, ma è il solito discorso della domanda e dell’offerta. E dell’esclusività del personaggio”.
Che qualità vede in Sinner?
“Quando era con Piatti e mi venivano a chiedere consiglio e notai la sua carica umana, la disponibilità, l’umiltà con la quale ascoltava ed era pronto a fare le cose. Un italiano, oggi, cambia la faccia del tennis mondiale. Perché avete una grande tradizione sportiva, un passato, e sapete come valorizzare e affermare uno sport”.
Qual è il pericolo per Sinner?
“Non deve farsi ingolosire dai facili guadagni, da una esibizione super-pagata, e deve gestire al meglio il calendario. Se eviterà tentazioni, diventerà come Becker che ai suoi tempi è stato più ricco di Michael Jordan: vendeva la sua gioventù, la carica, l’empatia di chi poteva parlare tante lingue diverse, come Sinner. Che oggi vale 50 milioni di dollari l’anno, può arrivare facile anche a 100”.
Qual è il primo comandamento di una mega-star dello sport?
“Diventa ogni giorno una persona e un atleta meglio di ieri. Così facendo per 10 anni Sinner farà molto bene”.
Sinner è stato criticato per la residenza a Montecarlo, come anche Becker all’epoca.
“Sinner ha vinto per l’Italia la coppa Davis ed andrà per l’Italia all’Olimpiade, non per Montecarlo. Conta la nazionalità non dove paghi le tasse“.
Vincenzo Martucci (il messaggero del 12 febbraio)