Il 12 Ottobre 1969 muore su un eroambulanza che da Parigi la sta riportando a Oslo, la divina Sonja Henie, leggendaria pattinatrice su ghiaccio norvegese considerata ancora oggi la più grande di sempre.
Figlia del ciclista Wilhelm, che nel 1894 vince il titolo mondiale di mezzofondo dilettanti, Sonia nasce a Oslo l’8 aprile 1912 e comincia a pattinare all’età di 7 anni. Appena undicenne, nel 1924, partecipa alla prima edizione dei Giochi invernali, a Chamonix. Nonostante si classifichi ottava e ultima, un giudice la premia assegnandole il miglior punteggio nell’esercizio libero. A 13 anni vince il primo di sette titoli nazionali consecutivi e poi si trasferisce a Vienna. La grazia nei movimenti e le coreografie ricercate la rendono immediatamente popolare e, soprattutto, imbattibile.
È la prima pattinatrice della storia a indossare il gonnellino corto, e presto verrà imitata da tutte le sue rivali. Ai Giochi di Saint Moritz 1928 conquista la prima medaglia d’oro, risultato che ripeterà anche a Lake Placid nel 1932 e a Garmisch Partenkirchen nel 1936. In questo lasso di tempo vince anche 6 titoli europei consecutivi e 10 titoli mondiali consecutivi dal 1927 al 1936.
Ma il pattinaggio su ghiaccio non è la sua unica passione. Si appassiona ad altre discipline sportive: scia, gioca a tennis e arriva perfino seconda in una gara automobilistica. Hollywood, che ha già strappato allo sport Johnny Weissmuller, si accorge del suo fascino e della sua bellezza offrendole un contratto. E Sonia decide di trasferirsi in California dove interpreta una quindicina di film, divenendo anche la principale attrazione di una serie di riviste su ghiaccio.
Nel 1941 diventa cittadina americana in seguito a due matrimoni, ma dopo altrettanti divorzi si unirà al connazionale Nils Onstad, suo primo amore d’infanzia.
La leucemia se la porta via a 57 anni quando da Parigi sta per tornare nella sua città natale.