L’Open d’Italia è aperto, sorprendente, divertente. Domani si assegnerà un titolo che vale 1.666.660 $, e che potrebbe essere vinto almeno da diciassette giocatori. La classifica è cortissima. A condurla c’è sempre Matthew Fitzpatrick, inglese di venticinque anni alla ricerca della sesta vittoria sul tour europeo; la sua leadership ha vacillato nelle parti centrali del giro, ma poi grazie a quattro birdie nelle ultime sei buche è riuscito ad avere la meglio, per ora, sui rivali. Matthew è andato in clubhouse con -12.
In seconda posizione c’è l’americano Kurt Kitayama, autore di un giro perfetto in 65 colpi (sei sotto al par). Tra la buca nove e la dodici, Kurt ha annusato il profumo della prima posizione in solitaria che è riuscito a mantenere fino a che Fitzpatrick non ha risvegliato il gioco coi ferri. Al termine del terzo round è a -11: se dovesse vincere domani, sarebbe il terzo americano a trionfare tre o più volte sullo European Tour nella stessa stagione. Ci riuscì Mark O’Meara nel 1998, ci è riuscito Tiger Woods per otto volte diverse e potrebbe riuscirci Kitayama domani.
Tra le notizie di giornata, è impossibile non segnalare il tremendo giro di Justin Rose. Ieri il numero cinque del mondo era a -7 a tre colpi dal leader, mentre oggi il moving day è stato sì un giorno di movimento, ma a ritroso. Sulla sua carta ci sono sette bogey e nemmeno un birdie (78 colpi). Era dal 2016 che Justin non concludeva un round senza birdie: da quel secondo giro dell’Open a Royal Troon sono passati 1183 giorni. Rose è cinquantunesimo, pari al par.
Per ciò che riguarda gli italiani, da segnalare il buon giro di Pavan che con -7 può ancora ambire alla vittoria finale. Per Nello una partenza non facile, dato che dopo il bel birdie della uno ha infilato nell’ordine un bogey, un par, un doppio bogey e un’altro bogey. Andrea però è stato bravissimo a cambiare un destino che pareva condurlo nelle parti bassissime della classifica, e nelle seconde nove ha segnato un -3. Peccato solo per il colpo perso alla 18 per colpa di un tee shot troppo a sinistra e un’uscita dal bunker del green non perfetta. Pavan ha dimostrato una maturità incredibile in un giro che pareva quasi compromesso. “In quel momento (riferendosi alle difficili prime nove, ndr) ho provato a cambiare la mia prospettiva – ha spiegato nell’intervista post-round – e se il gioco c’è non è che uno possa continuare a fare bogey.” Nello ha detto poi di guardare con ottimismo al giro finale di domani: “Con sette birdie e nessun colpo perso posso dire la mia. I primi non sono lontanissimi e all’Olgiata può succedere di tutto.” Domani il tee off è fissato alle 12.10 in coppia con Andrew “The Beef” Johnston.
Con un solo colpo di ritardo su Pavan c’è Francesco Laporta, che in questa settimana ha anche compiuto 29 anni (ne approfittiamo per fargli gli auguri). Con -6, come lui stesso ha dichiarato, c’è la possibilità di attaccare e chissà che non possa andare anche meglio del previsto. Attualmente “Lapo” è tredicesimo: niente male per un golfista del Challenge Tour.