Chiedimi chi era Rafa che, a 38 anni, dopo 23 campagne sull’ATP Tour, le ultime due trascinate solo per orgoglio, dopo più gravi infortuni che avrebbero steso chiunque, annuncia il ritiro a fine anno, per chiudere magari in bellezza a novembre proprio con la finale di coppa Davis contro l’Italia a Malaga. Chiedimi perché un’intera generazione di giovanissimi ha adorato le sue calotte colorate, gli addominali erculei, le gambe a molla, i piedi alati, la palla che volava alta e quando atterrava rischizzava subito come impazzita, come una saponetta. Chiedimi perché entrando in campo, quel satanasso faceva dei balzi felini e una volta nella battaglia recuperava situazioni impossibili, soffocando la fiducia (e la pazienza) all’avversario più resiliente. Correndo sempre, reagendo sempre, grugnendo sempre, senza mai protestare, mai rompere una racchetta, mai prendersela con gli altri. Chiedimi perché, da irraggiungibile re della terra rossa, da mitico campione di 14 – inimmaginabili, imbattibili , incredibili – Roland Garros, s’è completato pezzo a pezzo, un extraterrestre capace di battere – costruendosi servizio, rovescio e volée che a 16 anni non possedeva – il Magnifico Roger Federer sull’erba di Wimbledon e il Campione di gomma Novak Djokovic sul cemento degli US Open. Chiedimi chi, come lui, è riuscito ad intraprendere una storica rivalità col campione più amato dai puristi (sempre lo svizzero delle meraviglie) senza farsi odiare e guadagnandosi il rispetto dei tifosi.
UMILTA’
Chiedimi chi, quando s’è affacciato sul tennis pro distruggendo subito, sul nobile campo di Montecarlo, Albert Costa, l’ultimo campione al Roland Garros della sua Spagna, si esprimeva poco e praticamente solo in maiorchino stretto. Tanto che molti negli spogliatoi lo irridevano perché, per farsi capire, storpiava in inglese molte parole spagnole, ma si faceva comunque apprezzare ed amare anche dal dio del momento, la perfezione del tennis, RogerExpress, diventandone prestissimo amico. Chiedimi quale altro tennista è stato sempre così educato da salutarti per primo ed è stato così umile da sorridere felice quando ha potuto condire i suoi discorsi con quel sentitissimo “Humble”, il mantra inculcatogli da zio Toni. Chiedimi chi con tutti i guai che ha avuto ai piedi, alle ginocchia, alle anche, dopo lunghe e dolorose e anche angosciose soste ai box, magari sotto le mani dei chirurgi, subito dopo vinto addirittura un altro Slam con un piede addormentato.
VALORI
Chiedimi qual è stato il più grande agonista di tutti gli sport. Chiedimi chi è stato sempre così felice semplicemente di esserci, di giocare, di vivere le fantastiche ed uniche emozioni di un atleta professionista che può esprimersi al massimo, sui maggiori palcoscenici del mondo, davanti ai pubblici più importanti, sui campi più famosi, contro gli avversari più noti. Chiedimi chi si è sempre detto, comunque, fortunato, e quindi conscio della sua esistenza speciale, parlando sempre chiaro, senza nascondersi, ed esponendosi a favore dei più deboli del circuito pro. Chiedimi chi è stato più riconoscente ed attaccato alla famiglia, che ha addirittura voluto riunire, a dispetto anche della frattura fra mamma e papà, e ha voluto il più possibile con sé nei tornei, allargandola agli amici di sempre della sua amatissima isola. Chiedimi chi è stato così generoso e spontaneo nelle reazioni, sempre, anche quando la sua terra è stata sommersa d’acqua e fango e lui s’è presentato a spazzare via i detriti e a dare una mano accanto alle persone comuni. Chiedimi chi, nelle ore subito dopo l’annuncio del ritiro, ha collezionato tanti messaggi affettuosi e anche insoliti dai colleghi. Chiedimi chi ha amato così tanto i valori dello sport, dall’amatissimo calcio delle Merengues al suo tennis, accettando con così tanto rispetto il responso del calcio. Chiedimi chi non è mai diventato schiavo del proprio mitico e indimenticabile personaggio, malgrado i 22 Slam fra i 92 titoli e le serie vincenti sulla madre terra. Chiedimi chi non ha spinto almeno un volta ogni tennista a gridare un “Vamos”, caricando il pugno al cielo. Chiedimi chi non hai fatto sognare, guerriero Rafa. Da dicembre, solo, Rafael.
*Pubblicato su Il Messaggero