Nasce a Vinadio, provincia di Cuneo, Stefania Belmondo, lo scricciolo d’oro dello sport azzurro. Con 2 medaglie d’oro, 3 d’argento e 5 di bronzo, è la donna italiana più medagliata nella storia dei Giochi Olimpici (estivi e invernali) e in assoluto la più medagliata nella storia dei Giochi invernali assieme alla russa Raisa Smetanina.
Dentro un corpo esile (156 cm per 47 kg), si nasconde l’atleta più forte dello sport italiano, un concentrato di potenza dalla volontà d’acciaio capace di primeggiare in una disciplina, lo sci di fondo, dominato fin lì da sovietiche e scandinave.
Inizia a sciare sulle nevi di Pontebernardo e da subito fa incetta di titoli italiani e dei primi titoli mondiali juniores.
Il 10 dicembre 1989 conquista la 15 km a tecnica libera di Salt Lake City e diventa la prima italiana a vincere una gara di Coppa del Mondo (precede l’eterna rivale Elena Vjalbe): alla fine saranno 23 i successi in Coppa del Mondo e per quattro volte si piazzerà al secondo posto della classifica generale (1991, 1992, 1997 e 1999).
I primi trionfi non cambiano Stefania, sempre sorridente, discreta, tranquilla, in simbiosi con la sua terra e la natura. Ai Mondiali esordisce a Lathi nel 1989, le prime di 13 medaglie iridate in Val di Fiemme nel 1991 con il bronzo nella 15 km a tecnica libera (prima azzurra di sempre a medaglia) e l’argento nella staffetta. Il primo dei 4 ori, due anni dopo a Falun quando vince la 30 km a tecnica libera e la gara a inseguimento. E nel 1999 a Ramsau am Dachstein troverà altri due ori nella 15 km a tecnica libera e ancora nell’inseguimento. Alle Olimpiadi debutta a Calgary 1988, vince ad Albertville 1992 la 30 km a tecnica libera e dieci anni dopo a Salt Lake City la 15 km sempre a tecnica libera.
Si ritira nel maggio del 2002 e a Torino 2006 ha l’onore di accendere il braciere olimpico.