Esaltante e tormentata, a un passo dalla tragedia, l’avventura di Tyson Fury.
La sorprendente vittoria ai punti contro Wladimir Klitschko il 28 novembre del 2015 lo consegnava alla storia della boxe. Ma allo stesso tempo apriva anche uno dei periodi più drammatici della sua vita.
Alcool, droga, una profonda depressione. Sembrava avesse perso la voglia di vivere, non solo quella di boxare. Riusciva a riprendere il controllo delle sue azioni e lentamente, con grande determinazione, si incamminava sulla strada del recupero.
Lungo il cammino perdeva più di 45 chili e il 9 giugno del 2018 tornava sul ring. Metteva kot Sefer Seferi, poi batteva Francesco Planeta.
L’1 dicembre 2018 sfidava Deontay Wilder. Subiva due knock down, nella nona e dodicesima ripresa, ma a mio avviso (e di molti altri osservatori) vinceva quel match. Un giudice la pensava come me, un altro era per il campione del WBC e il terzo dava pari che poi era il risultato finale per split decision.
Ecco, ho provato a riassumere quasi cinque anni di tormenti in pochi capoversi.
Tyson Fury è uno showman, ma è soprattutto un ottimo pugile.
Nonostante sia alto 2.06 e pesi oltre 115 chili, è capace di danzare con eleganza sulle punte. Porta con precisione e pesantezza il jab sinistro, ha potenza nel destro. Rapido di braccia e abile in difesa con notevole agilità sul tronco, ha dimostrato di possedere anche sufficienti doti di combattente.
Il knock down subito contro Wilder nel round finale avrebbe convinto molti a rimanere giù fino al conto finale. Lui ha saputo recuperare e chiudere il match.
Contro Otto Wallin è stato ferito nel terzo round, il taglio sull’arcata sopracciliare destra era profondo e perdeva molto sangue. Tyson Fury è andato avanti sino al gong che ha chiuso l’incontro. Ha resistito, ha dominato lo svedese, non si è fatto condizionare da quanto accaduto. La sua faccia era una maschera di sangue, ma non ha avuto il minimo tentennamento.
Ha battuto chiaramente Wladimir Klitschko, conquistando i titoli WBA, IBF, WBO che non ha mai difeso. Ha pareggiato contro Deontay Wilder. Ha sconfitto due volte, una prima del limite e l’altra ai punti, Dereck Chisora. È imbattuto.
Credo sia il migliore del gruppo, partirebbe favorito contro tutti e quattro i rivali.
Le difficoltà avute tra la conquista del mondiale e il ritorno sul ring dopo due anni e mezzo fanno pensare che il suo nemico numero 1 sia lui stesso. Problemi di gestione lontano dal ring, lacune di concentrazione sotto pressione, calo o eccesso di tensione. In combattimento non ha ancora manifestato questi problemi. Ma, si sa, spesso i difetti di un campione si scoprono alla prima sconfitta.
Contro Wilder e Joshua parte leggermente favorito. Per il resto della truppa ripeto le stesse cose che ho scritto sull’articolo che aveva come protagonista il campione del WBC. Con Usyk e Ruiz jr a mio avviso sarebbe chiaramente favorito. Gli altri pesi massimi sono una spanna sotto questi cinque, in attesa che Adam Kownacki, Daniel Dubois e Filip Hrgovic facciano test più impegnativi per capire se possano aspirare a qualcosa di più di quanto hanno raggiunto finora.
Prossimo appuntamento, Las Vegas 22 febbraio. Mondiale massimi WBC contro Deontay Wilder. Sarà il match della verità, il britannico scoprirà finalmente se dietro l’angolo c’è la gioia più forte o l’ennesimo dramma.
TYSON FURY
Età: 31 anni (Manchester, Gran Bretagna, 12 agosto 1988)
Record: 29-0-1 (20 ko, 66,67%)
Debutto: 6 dicembre 2008 (+ kot 1 Bela Gyongyosi)
Ultimo match: 14 settembre 2019 (+ UD 12 Otto Wallin)
Altezza: 2.06
Peso ultimo match: 115,300 kg
Titolo: –
Percentuali vittoria: vs Deontay Wilder 55%; vs Anthony Joshua 51%; vs Oleksandr Usyk 55%; vs Andy Ruiz jr 60%:
*ARTICOLO RIPRESO DA dartortorromeo.com