Perché si è sempre sconsigliato l’allenamento della capacità di forza nei bambini?
Si è sempre detto che l’allenamento della forza nei bambini:
- non portasse a dei risultati significativi per la mancanza di ormoni androgeni legati allo sviluppo della massa muscolare e quindi della forza;
- bloccasse lo sviluppo delle cartilagini di accrescimento e quindi della crescita = ridotto accrescimento staturale del bambino. Affermazione apparentemente suffragata dal fatto che le ossa del bambino sono sì, più elastiche perché povere di calcio, ma per questo meno resistenti alla pressione e al piegamento (Weineck);
- aumentasse il logorio delle ossa, legamenti e articolazioni.
Sconfessiamo subito questo mito: la funzione mantiene la forma e non il contrario (Klumper 1990).
Perché allenare la forza nei bambini?
Semplicemente perché l’acquisizione di qualsiasi gesto tecnico richiede una dose più o meno grande di forza. Allenare la forza nei bambini produce un allungamento del muscolo senza che vi corrisponda un aumento della sezione traversa, cioè della massa muscolare. Il tutto a patto che l’allenamento sia dinamico, con ampi movimenti in allungamento e in accorciamento della muscolatura. Forza nel tirare, forza nel passare, forza nel palleggiare, forza nel correre, nel saltare!
Come allenare i bambini alla forza?
Un’attività finalizzata all’allenamento della forza dovrebbe essere sempre multilaterale e parlando di carico (il termine carico non corrisponde necessariamente all’uso di un peso) e parlando di bambini, dai 6 agli 11 anni di età,
è bene precisare che questo può essere rappresentato solo ed esclusivamente dal proprio peso corporeo (carico naturale) e da piccoli attrezzi.
Un discorso a parte merita la forza-rapida, che è influenzata dall’evoluzione neuro-motoria e dalla coordinazione; stimolazioni tardive rischiano in questo caso di compromettere il massimizzarsi di tale espressione. In un “iter” ideale finalizzato all’educazione e allo sviluppo della capacità di forza, assisteremo nella fase dai 6 ai 9 anni ad un lavoro prettamente di coordinazione e nella fase dai 9 agli 11-12 anni possiamo prevedere una sollecitazione della forza-rapida.
Nel periodo che va dagli 8 agli 11 anni (“turgor secondus”: età d’oro dell’apprendimento motorio), il bambino deve acquisire un grande patrimonio di movimenti che condizionerà il bagaglio motorio a venire.
E’ in questa fase che i bambini imparano con disinvoltura movimenti anche complessi e un’adeguata dose di forza li faciliterà sicuramente nell’applicazione dei gesti complessi. E’possibile strutturare un lavoro con carichi naturali, che preveda corse con e senza palla (con cambi di direzione, di senso, di velocità), salti in diverse modalità (salti a piedi pari, salti su di un piede, salti tripli), lanci di diversi tipi di attrezzi (palle e palloni di diversi tipo e peso, oggetti), arrampicate, giochi di lotta e di spinta: il tutto sotto forma di gioco, inventando anche dei percorsi e dei circuiti divertenti che stimolino questo genere di attività.
E’ importante mobilizzare prima, poi irrobustire (parete dorsale, addominale, arti inferiori, arti superiori) e successivamente educare e sviluppare la forza. Weineck riporta che nei primi due anni della Scuola Primaria i bambini registrano un aumento dei difetti del portamento di circa il 70% e un aumento del sovrappeso dal 3 al 20% (J.Weineck, L’allenamento ottimale).
Quali sono i vantaggi di un’educazione e uno sviluppo della capacità di forza dai 6 agli 11 anni?
I vantaggi sono:
- aumenta la forza e la resistenza muscolare;
- aiuta a proteggere i muscoli e le articolazioni;
- migliora le prestazioni motorie;
- rafforza le ossa;
- contribuisce a promuovere livelli sani di pressione arteriosa e di colesterolo;
- aiuta a mantenere un corretto peso corporeo;
- migliora la fiducia e l’autostima.