I telegiornali, i media, tutti continuano a pronunciare il fatidico nome Corona Virus affiancandogli la città di Wuhan, la punta dell’iceberg dell’epidemia mondiale che, fra tanti nomi impossibili, ha anche un suono facile. A chi mastica di tennis, invece, quella città viene in mente per un altro motivo, ogni qual volta si parla di tennis cinese al femminile e di tennis asiatico in generale. Perché Wuhan è la città natale di Li Na, la mitica pioniera delle racchette cinesi, prima protagonista di vertice dell’intera Asia, prima giocatrice di potenza e intelligenza, abnegazione e personalità, che ha proprio rivoluzionato la storia del tennis fino a diventare campionessa di due Slam, Roland Garros 2011 ed Australian Open 2014, ad arrivare al numero 2 del mondo e quindi ad essere introdotta nell’Hall Of Fame a gennaio durante gli Australian Open di Melbourne. Anche se, da tradizione, la cerimonia ufficiale avverrà a luglio a Newport. E, nel nome di Li Na, Wuhan è stata la capitale del tennis cinese, la città che, nel nome dello sport, puntava a diventare una megalopoli di 30 milioni di abitanti. Prima di acquisire una etichetta così negativa per via del Corona Virus.
E’ normale che, per la ricerca sull’epidemia, la campionessa abbia donato 3 milioni di Yuan, cioè 430mila dei 16 milioni di dollari di soli premi che ha guadagnato in carriera. Come lei hanno fatto altre star dello sport cinese. Ma Li Na è andata oltre, in generale per lo sport asiatico tutto: con la sua personalità estroversa, tanto diversa dai connazionali spesso timidi e restii a parlare anche della vita privata, oltre ad arrivare a punte massime di eccellenza coi risultati, ha guadagnato anche il top dell’interesse toccando tasti delicatissimi come la famiglia e i guadagni. Famosi i duetti e i litigi col marito in tribuna: “E’ un bravo tipo, simpatico, molto più famoso di me in Cina… Ma anche lui è stato fortunato a incontrarmi”. E il discorsetto in mondovisione sul campo di Melbourne dopo il trionfo 2014: “Ringrazio il mio manager, Max, che mi ha fatto diventare ricca”.
E’ stata proprio Li Na, infatti, nel 2014, a portare a Wuhan il grande tennis professionistico anche col torneo WTA Premier 5. Varando un albo d’oro di tutto rispetto a partire dalla sua grande amica, le ceca Petra Kvitova, cui sono seguite Venus Williams, ancora Kvitova, e quindi Caroline Garcia e negli ultimi due anni Aryna Sabalenka. Flavia Pennetta ricorda bene il posto perché proprio al via del torneo di fine settembre ha firmato il doppio insieme a Martina Hingis.
Li Na con il trofeo conquistato agli Australian Open 2014
“La Billie Jean King del Paese”, come la chiamano da quelle parti proprio per sottolinearne l’impatto, è arrivata a guadagnare 20 milioni di dollari di sponsorizzazioni in un anno solo facendo pubblicità ai più importanti brand mondiali di abbigliamento sportivo, di auto e di orologi. Ha tenuto incollati al video 116 milioni di persone durante la trionfale e storica finale di Parigi 2011 vinta contro Francesca Schiavone.
Ha 25 milioni di followers su Weibo, il social media cinese. Ha moltiplicato l’interesse verso il tennis del suo paese portandolo dal milione di praticanti del 1988 ai 15 di oggi, e si sente molto più responsabilizzata verso la sua Wuhan e la sua Cina. Perché è stato nel suo nome che è nato il campo centrale da 15mila posti nello stadio da 230 milioni di dollari della città natale, con tanto di tetto retrattile, ed è stato trainato tutto il tennis asiatico. Tanto che in Cina si sono disputati 10 tornei pro del circuito femminile e 23 in Asia nella parte del Pacifico. E’ Li Na il volto del tennis in Cina: lei la pioniera del lancio, lei– siamo sicuri – la pioniera del rilancio.
*articolo ripreso da SuperTennis.tv