Il problema è che non sappiamo più ridere. Perché è chiaro che Angelo Binaghi, che ha assicurato allo spettacolo Maria Sharapova – di rientro dalla squalifica doping – fa un po’ come la volpe e l’uva: non può avere Federer, perché quello vuole preservare fisico e fiducia delle battaglie sulla terra rossa, e grida che non gli piace e gli preferisce Nadal (che invece sarà al via). Poteva Binaghi mitigare questa sua battuta? Certo che sì. Poteva sicuramente indorarla dicendo che per l’assenza del dio del tennis a Roma vorrebbe tanto ma non può strapparsi i capelli (che non ha)? Comunque sia, parliamo sempre di un particolare nell’affresco del Foro Italico che non può e non deve rovinare l’opera, sempre rivedibile, bisognosa di attenzioni costanti e di idee nuove, più attenta alle iniziative dei tornei dello Slam e di Indian Wells e Miami, più generosa con gli appassionati, ma grande, grandissima, opera. La più grande nel panorama degli avvenimenti sportivi ospitati in Italia. Tanto da costringere – sì, proprio costringere, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ad andare a Canossa, dopo il famoso no all’Olimpiade estiva nella capitale e dopo la sconcertante diserzione dell’amministrazione alle ultime edizioni, e dire: “E’ veramente un onore oggi essere qui perché gli Internazionali di tennis rappresentano senza dubbio il fiore all’occhiello che questa città si vanta di avere“e fra l’altro all’interno di un panorama internazionale. Per noi è estremamente importante poterli ospitare, e continuare a farlo, qui a Roma. Questa è una città che è legata agli Internazionali in maniera inscindibile”.
Che volete di più? Perciò, non distraetevi con quell’unica citazione sugli assenti…. E’ lo specchietto per le allodole. Contano molto di più i numeri, a cominciare dai 25 milioni di euro che lo sponsor principale, la Bnl, confermando l’accordo col torneo, verserà per altri 8 anni, garantendo con la sua fiducia – 19 anni assicurati di “matrimonio” – un futuro solido a tutto il movimento. “Potrebbe essere il contratto di sponsorizzazione più grande della storia dell’intero sport italiano, di sicuro per noi rappresenta la certezza di poter continuare a far crescere nel medio periodo gli Internazionali e il tennis Italiano, con l’obiettivo di far diventare sempre più importante e conosciuto il nome degli Internazionali”, come puntualizza Binaghi. Perché Roma fa da traino a tutto il movimento, come dicono i 15mila appassionati che in tutt’Italia si sono dati battaglia nelle pre-qualificazioni (superando ampiamente gli Us Open, che avevano lanciato l’idea) e arriveranno a 20mila l’anno prossimo. Parliamo di tanta gente, parliamo di un popolo che merita attenzione e reclama a gran voce un secondo grande torneo, anzi, un terzo, dopo le prime NextGen Finals del 7-11 novembre a Milano coi miglio 8 under 21 del mondo.
Il sorteggio dei tabelloni del 12 maggio sotto l’Arco di Costantino e le stelle del torneo al Colosseo domenica 14 maggio sono poi il simbolo del successo di tutto il tennis. Come la prevendita che ha già fruttato un incasso di 7.202.261 euro (+ 13% rispetto al 2016), con 71.246 biglietti giornalieri già venduti (+15%), con la forte sensazione che il muro delle 200.000 presenze al torneo, battuto per la prima volta l’anno scorso, verrà ancora superato. A fronte di un indotto di oltre 100 milioni di euro – senza finanziamenti del Comune -, e un fatturato di 33 milioni di euro (4 milioni al giorno). Fatti, non parole, ci verrebbe da dire. Ma tanto, ancora, ci faremo distrarre dagli schieramenti, a prescindere, come quando c’erano le Repubbliche marinare. Tanti, divisi, distratti dal particolare e lontani dall’obiettivo. Che è un torneo di Roma resuscitato, rilanciato e sempre più importante. Anche di Roger Federer che, come tutti sanno, è l’idolo incontrastato e indiscutibile di noi che il tennis l’amiamo. Ecco, questo poteva dire Binaghi: ma, in fondo, non l’ha detto?
Vincenzo Martucci