In un periodo confuso e colmo di punti interrogativi nel mondo dello sport, c’è chi vuole pensare al futuro e a quello che sarà una volta allentato e/o sconfitto il virus.
Un esempio è Joan Laporta, noto avvocato e procuratore sportivo spagnolo, che è stato dal 2003 al 2010 il presidente del Barcellona. Grazie a lui nei blaugrana arrivarono molti dei più grandi giocatori del palcoscenico calcistico europei.
Laporta decise di non ricandidarsi per le elezioni presidenziali del 2010, che vennero poi vinte dall’imprenditore spagnolo Sandro Rosell. Nel giugno del 2015 tornò a candidarsi dopo sette anni, ma a vincere fu il presidente attuale Josep Maria Bartomeu. A distanza di cinque anni da quella sua sconfitta, Laporta torna per le elezioni del 2021.
“Sto lavorando per presentarmi alle elezioni del Barcellona previste per il 2021, al termine del mandato di Josep Maria Bartomeu“. Afferma l’ex presidente blaugrana in un’intervista. “Sono gia’ stato presidente e sarei molto entusiasta di tornare” conclude.
Insieme alla sua dichiarazione di tornare alla presidenza della squadra spagnola, Laporta scandisce bene quelli che sarebbero i suoi desideri se tornasse a capo della squadra: il ritorno di Guardiola come allenatore.
Pep Guardiola è uno dei più forti allenatori del nostro tempo, e dal 2016 allena la squadra del Manchester City.
Prima di arrivare ad allenare il club inglese, Guardiola vinse tutto con il Barcellona, lasciando in eredità il ricordo di una delle squadre più forti di ogni tempo: tre campionati, due coppe nazionali, tre Supercoppe spagnole, due Champions League, due Supercoppe UEFA e due Coppe del mondo per club FIFA; con quattordici trofei in quattro anni è l’allenatore più vincente della storia blaugrana.
“Guardiola? Mi piacerebbe molto, ma Pep è al Manchester City. E’ un punto di riferimento per il Barcellona, molti catalani sarebbero contenti se tornasse ad allenare i blaugrana”, dichiara Laporta.
Fu proprio lui infatti, nel 2008 quando era presidente, ad avere l’intuizione di spingere Pep sulla panchina dei blaugrana: Guardiola all’epoca allenava il Barça B, ma aveva già fama di tecnico con idee interessanti.
Ora il sogno di Laporta è di rivedere Guardiola al Camp Nou.
Pep rappresenta molto per il Barcellona: sempre stato il fiore all’occhiello del club spagnolo, prima come uno dei giocatori di più lunga militanza del club, e poi uno degli allenatori più vincenti. Ma la domanda che sorge spontanea: perché lasciò il suo Barca?
“La stanchezza e la fatica, ecco: quattro anni a questi livelli sono un’eternità e adesso sono stanco”. Queste furono le parole di Guardiola per giustificare la sua decisione dell’epoca, di quel lontano 2012 nella conferenza stampa dove disse addio ai blaugrana. Ma la sua decisione era nell’aria da molti mesi. Già un anno prima, nel 2011, dopo la Champions trionfalmente vinta a Wembley contro il Manchester United, Guardiola aveva pensato a lungo se rimanere o no, poi aveva prolungato il contratto di un altro anno. Ma la stanchezza emerse, e pare che anche i rapporti con una parte dello spogliatoio non fossero più idilliaci come un tempo. Così si arrivò al passo d’addio, dopo un’avventura che sarebbe rimasta ineguagliabile per qualità e spettacolarità del gioco, e che avrebbe segnato per sempre la storia del calcio moderno.
Facendo un salto temporale e tornando ad oggi, Pep Guardiola in più di un’occasione dichiara di escludere però un ritorno sulla panchina del Barcellona.
“Mi piacerebbe che tornasse, ma è una decisione che deve prendere lui. Parlerò a tempo debito della persona che vorremmo far sedere sulla panchina del Barça nel 2021”, afferma Laporta.
Guardiola ha un contratto con il Manchester City fino al 2021, proprio l’anno in cui si svolgeranno le elezioni per la presidenza del Barcellona. Dovesse restare in Inghilterra fino alla scadenza naturale del contratto, il City diventerebbe il club dove il tecnico catalano è rimasto di più: cinque anni, contro i quattro del Barça e i tre del Bayern (2013-2016). Più volte Guardiola ha espresso il desiderio di continuare alla guida del club inglese, anche dopo la sanzione dell’Uefa che ha estromesso il Manchester City dalla Champions per le prossime due stagioni. Uno scenario che non spaventa Guardiola, ma che potrebbe convincerlo a non rinnovare e a scegliere di allenare un altro club. Del resto, un anno fa il tecnico aveva ammesso di voler ritornare al Barcellona, pur non specificando in quale veste.
Pep Guardiola però non è il solo a trovarsi nella mente di Laporta a raffigurare l’ipotetico mister blaugrana. Insieme a lui infatti, un altro nome riecheggia come probabile, futuro e nuovo allenatore del Barca: Xavi.
“E’ una persona che vive per il calcio, ma dovremo decidere quando sarà il momento giusto. Nel 2021 in squadra ci saranno ancora giocatori che erano suoi vecchi compagni di squadra, e non è semplice essere in una situazione di questo tipo. Ma lui conosce tantissimo il calcio e ama il gioco”, dichiara Laporta.
Oggi Xavi è allenatore dell’Al-Sadd, in Qatar, ma è conosciuto come uno dei centrocampisti più forti della storia del calcio, crescendo e maturando la sua carriera calcistica con il Barcellona. Militando nella squadra catalana dal 1998 al 2015, fu uno degli artefici del periodo d’oro del Barca, quello che vinse tutto, grazie anche al mister Guardiola.
“Prenderà la decisione più giusta”. Afferma Laporta in riferimento a Xavi, “Prima o poi, sarà l’allenatore del Barcellona”, conclude.