Una pole position e un terzo posto, entrambi conquistati nella gara di Brno, il migliore piazzamento (quinto) su una Desmosedici nel GP di Teruel e continui progressi hanno premiato Johann Zarco, alla prima stagione in sella alla Ducati. Dal team Esponsorama Racing, l’anno prossimo il rider nato a Cannes nel 1990 passerà al Pramac Racing, insieme a Jorge Martín, in arrivo dalla Moto2.
“Dopo l’esperienza nella scuderia ufficiale KTM, sognavo di tornare in una squadra factory, ma va bene così: la moto che mi aspetta in Pramac è molto competitiva e l’ingegnere Dall’Igna sarà una presenza assidua: ciò che mi aspetta mi entusiasma” spiega il due volte campione della Moto2 (2015 e 2016).
Corri nel Motomondiale dal 2009: l’esperienza ti ha insegnato che in pista serve più follia o prudenza?
“Prudenza, senza dubbio. Ci pensano gli errori a creare problemi, che si tratti semplicemente di perdere posizioni o, purtroppo, cadere e magari danneggiare chi ti sta vicino. Prudenza è sinonimo di autocontrollo, conoscenza dei propri limiti. Bisogna cercare di superarli, però, i limiti, altrimenti non migliori”.
La tua qualità migliore di pilota?
“La sensibilità. Alle prime armi è un difetto perché ti blocca ma, quando hai padronanza dei tuoi mezzi, torna utile: capisci al volo i problemi, il feeling con la moto aumenta e lavori meglio nel box”.
La MotoGP è ancora sport oppure, come sosteneva Casey Stoner nel 2012, ormai è solo business?
“Sport: le emozioni che provi in carena sono di un’intensità unica. I prototipi sono sempre più tecnici, ma il pilota gioca ancora un ruolo determinante”.
Un avversario con cui andresti a cena?
“Valentino Rossi: resta il mio idolo e sarebbe bello trascorrere del tempo con lui. Senza parlare di due ruote”.
Ti vedi ancora in griglia di partenza, alla sua età?
“A 41 anni spero di avere vinto un titolo o almeno avere lottato davvero per diventare campione del mondo. Magari potrei avere partecipato a una gara endurance, è una prova fisica e mentale che mi attira. Mi auguro di avere finito di pagare casa e di godermi un po’ di più il tempo”.
Per dedicarti al pianoforte? Che si tratti di un evento o di un caffè in hotel, quando ne hai uno a disposizione, non perdi l’occasione di suonare.
“Ultimamente preferisco la chitarra, perché posso portarla sempre con me: considerato la frequenza con cui viaggio, è un vantaggio non da poco. Spesso suono con mio fratello Jérôme: chiropratico come papà, mi segue in giro per circuiti”.
Un pezzo che ami suonare?
“Apprezzo sempre di più i Beatles, quindi direi uno dei loro pezzi. Imparo da autodidatta, non ho mai preso lezioni. A parte quelle di Jérôme, bravissimo sia al piano sia alla chitarra, e ottimo cantante”.
Un artista con cui vorresti duettare?
“Paul McCartney. Ma aggiungerei mio fratello: faremmo un trio meraviglioso!”.
Un pilota che vedresti bene sul palco?
“Jack Miller, alla batteria. È un tipo forte e ha la grinta per dare il ritmo giusto”.
Credito foto: Johann Zarco