Non ce l’abbiamo fatta ma va bene lo stesso. Nella prima finale dopo dieci anni, da quell’ultimo quarto successo del 2013 a Cagliari, le azzurre sono tornate in finale ma non sono riuscite a replicare le fantastiche vittorie di Pennetta, Vinci, Errani e Knapp (Schiavone non era stata convocata per il tie decisivo ma era comunque a bordocampo per sostenere le compagne). Dopo gli ottimi exploit contro Francia, Germania e Slovenia, nella finalissima della Billie Jean King Cup, Martina Trevisan e Jasmine Paolini – supportate dalle compagne Elisabetta Cocciaretto, Lucia Bronzetti e Lucrezia Stefanini – si sono dovute inchinare alla perfezione delle performance delle canadesi Marina Stakusic e Leylah Fernandez. Ma comunque strepitose le nostre ragazze per essere riuscite a riportare il tennis femminile ai massimi livelli della competizione a squadre.
Davvero travolgenti, invece, le loro avversarie ; Leylah Fernandez, Marina Stakusic, Rebecca Marino, Eugenie Bouchard e Gabriela Dabrowski, per la prima volta nella storia sono riuscite a sollevare al cielo il trofeo del campionato del mondo a squadre. Un destino che si ripete per il Canada poiché, l’anno scorso, era toccato alla squadra maschile regalare al proprio paese la prima insalatiera d’argento. Con la vittoria a Siviglia, il Canada è la 13esima nazione a vincere la BJK Cup, la seconda di fila a vincerla per la prima volta, dopo la Svizzera l’anno scorso.
TATHIANA GARBIN, CAPITANA CORAGGIOSA
L’ex tennista veneta, sin dal 2016 ha seguito con dedizione, competenza e determinazione una nuova generazione di tenniste. Conclusasi l’epoca d’oro delle magnifiche quattro Pennetta, Schiavone, Vinci ed Errani, con il passare degli anni Garbin è riuscita a seguire le nuove promesse italiane e a costruire una squadra unita, consapevole e sempre più competitiva, anche con le più forti del mondo. Quella stessa determinazione che, recentemente, le ha permesso di affrontare un momento particolarmente difficile e doloroso, reso noto a sorpresa con un comunicato post gara. Garbin ha infatti rivelato di essere affetta da un tumore raro e di essersi sottoposta ad un intervento chirurgico il mese scorso: “È con serenità e fiducia che annuncio che a ottobre ho subito un intervento chirurgico per trattare un raro tumore”. Tathiana ci ha tenuto a condividere la propria esperienza per “sensibilizzare il pubblico e gli atleti sull’importanza della ricerca medica e della prevenzione. La diagnosi precoce e il supporto medico adeguato sono fondamentali per affrontare qualsiasi sfida e spero che la mia storia possa ispirare altri a prestare attenzione alla propria salute”. Poi il ringraziamento caloroso da parte dell’ex tennista a tutto lo staff medico dell’Ospedale Cisanello di Pisa: “grazie alla loro competenza e dedizione, ho potuto beneficiare di un rapido recupero che mi ha permesso di partecipare alle BJK Cup Finals e di guardare con fiducia al futuro […] Non c’è niente che mi renda più orgogliosa del rappresentare i colori dell’Italia. L’amore per questa maglia, per questo sport, per le mie ragazze mi ha consentito di recuperare in fretta le energie per sedere in panchina e non far mancare il mio supporto”.
Parole forti e intense, che traducono una forza di volontà non comune quando si deve affrontare una patologia complessa la quale, come precisato ancora da Tathiana, richiederà un secondo intervento. Parole che hanno suscitato grande commozione da parte di tutto il mondo del tennis italiano che, con grande affetto, si è stretto subito attorno alla Capitana, come testimoniano i tantissimi messaggi sui social e non solo. Presenza fondamentale, dicevamo, quella di Tathiana a Siviglia che ha galvanizzato ulteriormente un gruppo carico di grinta e orgoglio. Un traguardo, la finale della BJK Cup, che ha ulteriormente impreziosito una stagione in cui tutte le giocatrici della squadra hanno espresso un tennis sempre più solido e maturo, avendo raggiunto, tutte, il loro best ranking.
Un boccone amaro da digerire, la sconfitta; tuttavia, competere nella fase decisiva del campionato è un risultato prezioso. Ragazze comunque vincenti che non si sono mai atteggiate a grandi star o primedonne della racchetta ma, in realtà, hanno brillato da vere stelle grazie a un tennis sempre in crescendo e grinta inesauribile in campo e in allenamento.
DOMINANTI STAKUSIC E FERNANDEZ
Dopo il 2-1 inferto alla Francia, il 3-0 alla Germania e il 2-0 alla Slovenia in semifinale, le azzurre con in campo Martina Trevisan (43 WTA) e Jasmine Paolini (30 WTA) sono state superate per 2-0 dalla squadra canadese. Le tenniste toscane ce l’hanno messa tutta ma le loro avversarie sono ruscite a esprimere un tennis pressoché perfetto. Marina Stakusic (n. 261 WTA) ha offerto una prestazione altamente al di sopra della sua classifica. È così, nella competizione a squadre il ranking è spesso relativo poiché conta soprattutto il livello di gioco del momento. Contro Martina, la diciottenne canadese è stata impeccabile, imponendosi per 7-5 6-3. Sempre molto aggressiva, ha continuato a spingere nonostante qualche errore, approfittando di una Martina, sì, mai doma e coraggiosa, ma un po’ troppo legata nei movimenti e non sufficientemente incisiva, soprattutto con il dritto. L’azzurra annulla ben quattro matchpoint per poi cedere al quinto, dopo un’ora e 48 minuti di gioco.
Stessa sorte è toccata a Jasmine Paolini che non è riuscita ad arginare una Fernandez (36 WTA) davvero scatenata. Il punteggio di 6-2 6-3 (in un’ora e 40 minuti) con cui Leylah ha regalato la vittoria alla propria squadra non dice abbastanza del grande sforzo prodotto da Jasmine. Tuttavia, la finalista dello US Open 2021, in grande spolvero e in fiducia grazie anche al recente successo a Hong Kong, ha disegnato meravigliosamente il campo, cercando di togliere sempre tempo e respiro all’avversaria. Nonostante ci abbia messo cuore e orgoglio dal primo all’ultimo punto, l’italiana non è riuscita a ripetere i magnifici exploit realizzati in settimana contro Garcia, Friedsam e Zidansek. A Siviglia, prima di cedere alla Stakusic, era imbattuta anche Martina Trevisan, vittoriosa con Cornet, Lys e Juvan.