Per capire qualcosa di Rafael Leao mi sono ascoltato le 7 tracce del suo album rap “Beginning”, uscito un anno fa. Si tratta di Hip Hop, R&B “urban contemporary”. Non che l’abbia dedotto semplicemente dall’ascolto, intendiamoci. L’ho letto. Per cui se poi Way 45 – così si fa chiamare il calciatore quando è in versione rapper o trapper non saprei – abbia tradito il genere, potrei anche non averlo capito. Comunque cito nell’ordine: Intro, Ballin, Evitar, Sacrificios, Pagina, Broke N Down, Big Bodies. Ho anche scoperto che il suo Pantheon musicale – quello milanista è formato da Ibrahimovic, Kaka e Ronaldinho – è formato da Migos, Travis Scott, Da Baby, 6ix9ine, Roddy Rich, Meek Meel, Jay-Z. Non conosco tutti, ma insomma qualcosa l’orecchio mi dice.
Intendiamoci qui non siamo nel campo di Long John Chinaglia che canta “Football Crazy” (1974, scritta da Guido e Maurizio De Angelis, in arte gli Oliver Onions), la mia preferita, o il trucido Pablo Osvaldo col suo gruppo “Barrio Viejo”, che non si sa se sia peggio col calcio o con la chitarra, penso però si sia dentro qualcosa di più serio. Forse addirittura professionale. Ma non essendo un esperto e soprattutto un amante del genere, confesso che ho scambiato la sequenza dei sopraddetti 7 pezzi, per lo stesso brano indistinto e compattato. In un video ripeteva ossessivamente “Oculos Escuros and Big Bodies On Me” e poi intuivo “Gucci” and “Balenciaga”, citazione tipica del mondo rapper, che non hanno propriamente gli stessi riferimenti di Francesco Guccini e di Bob Dylan.
Due anni fa il Milan siglò un accordo con Roc Nation, grande etichetta discografica fondata da Jay-Z, ma adesso anche agenzia mondiale del settore entertainment, con tantissimi settori, tra cui il management dello spettacolo (Christina Aguilera, Alicia Keys, Mariah Carey…) e adesso anche quello delle procure sportive. Roc Nation è un colosso e tanto per dirne una organizza ormai da tre anni l’halftime show del Superbowl. Anche l’ultimo, quello dove Eminem si è esibito inginocchiandosi. Rafael Leao, insomma, è oggi, un satellite di questo grande sistema dello show business che può andare dal calcio alla musica. Rappresenta la perfetta giovane star globale in stile americano.
Tutto questo per dire che se non fosse stato un calciatore di grido il giovane ragazzo portoghese di origine angolane, nato 21 anni fa ad Almada, sull’altra sponda del ponte di Lisbona sul Tago, vicino la Torre di Belem, avrebbe fatto forse davvero il rapper. E magari di successo.
Oppure è vera l’ipotesi opposta, più cruda e meno poetica, e cioè che a Leao hanno messo un microfono in mano per fargli rappare quattro frasi solo perché è un calciatore di grande futuro. Nel calcio, almeno, un predestinato: ingaggiato giovanissimo tre stagioni fa dal Milan, che lo prese dal Lille, per una trentina di milioni abbondanti.
Già due anni fa il nostro alla tv del Milan esibiva un appartamento da superstar, con tanto di pavimento in vetro in salotto per guardare la piscina sottostante, il sacco da pugilato che calava elettricamente dall’alto del soffitto sei metri più sopra, tre postazioni da videogiochi con tanto di poltrona e cabina. E a occhio una decina di architetti meneghini che ci devono aver messo becco.
Insomma il talento è sicuramente naturale, ma il personaggio è indubbiamente costruito e sull’estro, la fantasia, il genio si è anche lavorato molto. Quasi tutto grazie alla Gestifute di Jorge Mendes – la stessa tentacolare agenzia di Ronaldo e Mourinho – che sui campioni costruisce ad arte una sovrastruttura mediatica per lanciarli nell’orbita dello star system. Vedrete che tra poco, circa Leao, torneranno a bomba le chiacchiere sul Barcellona, mentre la vicenda del rinnovo contrattuale a ingaggio triplicato fino al 2026 occupa già le chiacchiere del calciomercato. A naso direi che i 4 milioni all’anno che andavano prospettandosi non basteranno già più.
Soprattutto se gol così pesanti e spettacolari come quello alla Sampdoria, su assist diretto del portiere Maignan, in collegamento telepatico con Berlusconi (“Il portiere lanci la palla direttamente agli attaccanti!”), si ripeteranno. Siamo a 7 gol in campionato (10 in totale), arrivati a metà febbraio Leao è già andato ben oltre i gol stagionali fatti finora nella sua giovane carriera. Che finora ha compreso il percorso nelle giovanili dello Sporting Lisbona con qualche apparizione nella prima squadra, un anno al Lille e dall’estate del 2019 al Milan. Breve curriculum cui dobbiamo aggiungere ora le prime apparizioni al fianco di Ronaldo col Portogallo. Tra i suoi gol, alcuni bellissimi, ce ne è uno da record, quello al Sassuolo il 20 dicembre 2020. E’ il più veloce della storia della Serie A, su assist di Calhanoglu: 6’’76. Esulta facendo finta di fare una telefonata al padre Antonio.
Scoperto ad appena 6 anni ad Almada – la stessa città di Figo sull’altra sponda del ponte di Lisbona – a divertirsi col “futebol de rua” e tesserato grazie a una muta da calcio e 95 euro di iscrizione, fin da ragazzino Rafa è stato trattato come star nascente.
Arrivato al Milan come attaccante generico, identificato come potenziale numero 9, si è evoluto come attaccante di fascia sinistra. Leao ha la velocità ma soprattutto ha il dribbling stretto che gli permette di smarcarsi in area per l’assist o il tiro. Di sinistro crossa o serve, di destro va al tiro quando accentra e si libera. Come dicono quelli che se ne intendono, è l’anello anteriore (quello inferiore è Theo Hernandez) della catena di sinistra del Milan. Ma è soprattutto l’ideale compagno di coppia per un centravanti come Ibrahimovic o Giroud. Non ha avuto sempre continuità di crescita, Pioli gli chiede molto, anche come corsa e impegno tattico. Insomma non solo genio ed egoismo.
Quando arrivò in Italia si parlò di lui come un Muriel. Passando da Aubameyang e addirittura Mbappé, adesso si è arrivati a timbrarlo come il nuovo Henry. O almeno questa è la convinzione di Pioli.
Dice Way 45: “Tra calciatori e rapper abbiamo in comune il lifestyle e il senso del ritmo. Un giorno potrei fare il rapper e basta”. Vai in gol Bro! Dammi una lametta che mi sgarro le vene!
Fabrizio Bocca (www.bloooog.it) Foto ansa.it