No, non “Siamo tutti Sinner”, come grida una T-shirt dalla tribuna di Montecarlo. Siamo di più, siamo meglio. Tutti
peccatori – dal tedesco Sinner -, campioni di concentrazione e volontà, come Jannik, capaci di vincere, pazienti, reagendo a ogni ace e a ogni riga sradicata dal più amico dei nemici dell’ATP Tour, come fa il 21enne altoatesino contro Hurkacz, finché non esce dalla trincea e rovescia il match per 3-6 7-6 6-1.
Siamo anche artisti discontinui e fallaci, come Lorenzo Musetti, che frastorna un Djokovic un po’ dimesso ma sempre campione di scelte e personalità, e diventa l’ottavo azzurro di sempre a battere un numero 1, il quarto con Nole, dopo il 4-6 7-5 6-4 in quasi 3 ore. Una doppia rimonta che vale un derby da sogno, oggi nei quarti, con Sinner favorito da classifica (8 del mondo) ed esperienza al vertice contro il carrarino (21) di 6 mesi più giovane. Manifesto ideale del Rinascimento italiano, impensabile fino a 4 anni fa.
BARONE ROSSO
Freddissimo, Sinner aspetta per un’ora che quell’iradiddio di Hubert Hurkacz cali di servizio e sicurezza, poi in un attimo trasforma l’inferno in paradiso raggiungendo per la nona volta i quarti Masters 1000, la sesta in 7 tornei stagionali. Salvando, strada facendo un match point, già l’ottavo di una così giovane carriera, sul 5-6 del tie-break.
“Quel punto è stata la chiave, l’ho giocato come volevo, ci ho messo tutta l’energia possibile. Per un set e mezzo Hubert è stato il giocatore migliore, non mi dava ritmo e il match è stato molto duro, ma dopo il primo break siamo tornati alla pari”. Quel salvifico rovescio lancia il doppio sprint, fino all’8-6 e subito dopo col break e il 6-1 decisivo, con Hurkacz sui pedali.
D’ARTAGNAN
Musetti è volubile e creativo come il primo tifoso, Fabio Fognini, che, in stampelle, lo assiste nel suo stand. Ma con quel talento, complice Djokovic – fermo dalle semifinali di Dubai di un mese e mezzo fa e col braccio destro fasciato – la spunta in uno strano match con 15 break. Dovrebbe comandare di più ma, alternando il rovescio in slice e top e poi affondando deciso di dritto, costringe il serbo a fare tanti errori. I più clamorosi sul 6-4 4-2 e servizio quando Nole si blocca fino al 4-4 e poi cede clamorosamente anche il set.
SORPRESA
Lo stop di un’ora per pioggia non aiuta il più esperto ma Musetti che due anni fa al Roland Garros aveva mancato l’impresa contro Nole da due tie-break a zero. Al rientro è lui quello che gioca meglio tatticamente, picchia il servizio, strappa il break del 4-3 sulla scia di una rispostone di dritto, si vede soffiare 3 match point da quel diavolo di Djokovic, salva di dritto anche il drammatico 5-5, ma chiude col servizio e scrive un polemico “Supercoach?” sulla telecamera, in
difesa dell’allenatore Simone Tartarini.
“Faccio fatica a non piangere, sono molto orgoglioso di me. Sul 5-4 la mano mi è tremata per la paura, ma sul 6-5 ho
chiuso il secondo set. Con Sinner siamo amici e un italiano andrà in semifinale: sono felice per il nostro tennis e per
la Federazione. Saluto Matteo Berrettini e gli auguro di difendere presto i colori dell’Italia”.
ALTRO STOP
Ahilui, le smorfie e i movimenti sincopati di Berrettini durante la rimonta contro Cerundolo rivelano una lesione di secondo livello al muscolo obbliquo. Come ad Acapulco, via libera a Holger Rune e nuovo stop (3/4 settimane)
per gli addominali dolci del romano che litigano col suo gioco violento. “Stavo finalmente trovando il mio livello e
stavo tornando dove volevo essere…”. Oggi (diretta SupertennisTv dalle 15) e domani anche Slovacchia-Italia donne.
Vincenzo Martucci (il messaggero del 14 aprile)