I nodi vengono al pettine, ma tutti provano a fare i calvi. Con questo gioco di parole si potrebbe riassumere quello che sta accadendo in Lega di serie A, dopo l’asta dei diritti televisivi per il triennio 2018-2021 andata deserta. Che farà rifatta.
Il giocattolo calcio si è rotto, ma ancora nessuno vuole ammetterlo e si continuano a professare proclami di “ricchezza” del nostro prodotto. Purtroppo, invece, in Italia “tirano” solo pochissime partite, gli stadi si svuotano, si sentono pronunciare nomi di sconosciuti “venduti” come grandi campioni, e quelli veri, intanto, emigrano.
La Juventus è una grande squadra e, nonostante la sconfitta di Cardiff, alla finale di Champions League c’è arrivata con grandi meriti. In Italia non sembra abbia grosse rivali. La Roma il prossimo anno, almeno a quello che si legge, non sembra sia interessata a fare una grande squadra. Il Napoli potrebbe perdere qualche grande nome e il solo Milan, al momento, sembra voler costruire qualcosa.
Cosa vedremo nei prossimi anni sulle televisioni? A questa domanda Sky ha risposto a suo modo riducendo drasticamente l’offerta. Mediaset e Vivendi neanche l’hanno presentata. Quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno continuano a sostenere che lo hanno fatto in vista di una grande offerta al prossimo bando. Quelli che vedono il bicchiere, e basta, provano invece a chiedersi: ma perché svenarsi se poi rivendere il prodotto rischia di essere difficile?
Quanti di voi vengono bombardati quotidianamente da offerte per questo o quel pacchetto? In realtà solo la Champions sembra oggi appetibile. L’Uefa, abbastanza indispettita dalla mossa della nostra Lega, ora si ritrova in netto vantaggio. La nuova formula soprattutto la premia e premierà anche i tifosi nostrani che almeno quattro squadre le potranno vedere (ma chissà fino a quando, inteso come turno).
In tempi non sospetti avevamo segnalato che la richiesta (o speranza) dei nostri presidenti di raggiungere 1,4 miliardi di euro sembrava un sogno. Ora sembra che questo sogno possa restare tale. La richiesta dovrà essere ridimensionata. Il presidente della Figc, Tavecchio, e quello del Torino, Urbano Cairo, dovranno darsi una regolata sui costi. Le spese sono alte per stipendi assurdi e per soldi dati ai procuratori dei giocatori, non si investe nulla sullo spettacolo e sugli impianti. Come sempre.
Intanto, ieri, nell’asta per i diritti della Champions, Sky avrebbe vinto versando una somma intorno ai 200 milioni euro a stagione, la Rai ne pagherà intorno ai 45 per una partita in chiaro il mercoledì. Soldi che andranno a Sky. Mentre, sul fronte italiano resta l’impasse e l’ipotesi di una canale della Lega di A (costerebbe almeno 150 mila euro e non si sa chi li pagherebbe) non entusiasma i presidenti che vorrebbero solo passare all’incasso senza rinunciare a nulla. L’orizzonte si fa sempre più scuro.
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