Bloooog!
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Con la stessa grazia e gentilezza di un Ebenezer Scrooge torinese o un più vicino Flavio Briatore che sentenza “Sei fuori!”, la Juventus ha messo alla porta senza troppi discorsi Leonardo Bonucci. Non convocato per il ritiro, messo fuori rosa e inserito in un gruppo di giocatori ripudiati dal “new deal” bianconero, con la regia della coppia Giuntoli-Allegri. Trattamento con i guanti dopo 13 anni (meno uno al Milan) di onorato servizio. Esposto alla pubblica umiliazione, almeno al povero Bonucci sono stati risparmiati i ceppi.
Un trabocco precoce e anche abbastanza inaspettato di machismo e testosterone, il pugno duro esibito per dire che da oggi non si guarda più in faccia nessuno. Nemmeno chi della Juve è stato un simbolo, un portabandiera, un’icona classica del giocatore juventino ideale. Tutto cuore, carattere, grinta e anche una certa cattiveria. Non proprio simpaticissimo, ma questo per un difensore di quello stampo lì, è sicuramente un pregio.
Morale: del contratto firmato in due francamente chissenefrega, Sottintesa invece l’evidente raccomandazione di cercarsi una nuova squadra: magari in Arabia Saudita che oggi accoglie tutti i transfughi del calcio italiano. Non resta che aspettare.
Lungi dal fare di Bonucci un martire, visto che gli tocca lo stesso destino che nel calcio capita a moltissimi altri senza che nessuno si scandalizzi mai (c’è qualcuno che si disperi per Arthur e McKennie?), inutile dire che si sarebbe potuto fare tutto diversamente, con più garbo, cercare un accordo ed eventualmente non trovandolo tenersi Bonucci insieme agli altri. Anche se, oggettivamente, viste le premesse e l’idilliaco rapporto con Allegri – quello che lo fece sedere su uno sgabello in tribuna in Champions League – avrebbe finito col fare il soprammobile nello spogliatoio.
Articolo e foto ripresi da www.bloooog.it