La Coppa Davis gira pagina dopo 118 anni e riceve in regalo dai tennisti rinunce, quasi a voler fugare ogni dubbio sull’indispensabile cambiamento della formula in atto dall’anno prossimo. Rinunce che sono in parte evidenti e verosimili, in parte evitabili, in questo fine settimana di Coppa, già storicamente fra i più disertati dai più forti, all’indomani dell’ultimo Slam della stagione.
Cominciamo dalle semifinali. Sul cemento dello stadio Pierre Mauroy di Lille, la Francia di capitan Yannick Noah rinuncia a tutt’e due i suoi mori, Jo Wilfred Tsonga e Gael Monfils, e si affida alla coppia di singolaristi Gasquet-Pouille, mentre la Spagna rinuncia forzatamente al numero 1 del mondo, Rafa Nadal, stoppato a New York dalla lesione al tendine del ginocchio destro, e sostituito dai meno brillanti Carreno Busta e Bautista Agut. Sulla terra dello Sportski centar Visnjik di Zara, Cilic e Coric rispondono presente. Non sono in forma eccezionale, ma gli Stati Uniti, senza Isner – che ha rinunciato per assistere la moglie incinta -, si affida agli opachi Querrey e Steve Johnson, visto l’indisponibilità all’ultimo momento anche di Jack Sock a causa di un problema all’anca (sostituito da Ryan Harrison). E per una volta Carlos Ramos diventerà suo malgrado protagonista: dopo la polemica finale degli Us Open con Serena Williams, torna subito ad arbitrare.
Nei playoff, malgrado giocasse davanti al popolo scozzese, nella sua Glasgow, Andy Murray si è chiamato fuori dalla sfida contro l’Uzbekistan: i medici gli hanno vietato anche il doppio accanto al fratello Jamie, per completare al meglio il recupero dopo l’operazione all’anca. Ahiloro, è saltato anche Edmund, che ancora non è guarito dal problema virale che l’ha colpito a New York. Già prima delle faticacce degli Us Open, dov’è finito stremato sotto il traguardo della finale, Juan Martin Del Potro aveva annunciato che avrebbe disertato il match di San Juan contro la Colombia. Mentre Dominic Thiem sarà al via di Austria-Australia, ma non potrà vivere le emozioni di uno scontro diretto contro Kyrgios, che si risparmia per la Laver Cup di Chicago. Wawrinka, anche lui convalescente dopo i problemi al ginocchio, e Federer, ferito anche nell’orgoglio dalla seconda sconfitta consecutiva negli Slam, da favorito, marcano visita in Svizzera-Svezia. La Serbia non può schierare Djokovic, che sta festeggiando il secondo Slam consecutivo con conseguente, clamoroso, ritorno al vertice e nemmeno Krajinovic, che ha denunciato in extremis problemi alla spalla. Canada-Olanda presenterà invece al via tutti i più forti, da Raonic-Shapovalov ad Haase-de Bakker. Ungheria-Repubblica ceca non presenterà la star ospite, Berdych, per i problemi alla schiena che già gli hanno fatto saltare Wimbledon e Us Open. Meno giustificabile il no di Nishikori in Giappone-Bosnia Erzegovnia. Purtroppo, li interessi sul circuito pro hanno preso troppo il sopravvento sull’amor di patria. E, quindi, sulla povera Coppa Davis.
Vincenzo Martucci
(Tratto da federtennis.it)