Il Giro cambia rotta per onorare Gianni Brera nel centenario della nascita. Una modifica straordinaria, ma assolutamente opportuna, farà passare la corsa per San Zenone Po, culla e tomba del più famoso giornalista sportivo italiano. Mauro Vegni, direttore del Giro, ha accolto la richiesta del comitato Brera 100, che organizza i festeggiamenti in memoria del grande papiense. Il 22 maggio l’undicesima tappa Carpi-Novi Ligure, che era di 206 km, si allungherà: scavalcherà, infatti, per due volte il Po, per rendere omaggio a Brera. Da Castel San Giovanni invece di continuare in direzione Est-Ovest verso Stradella, il percorso gira a Nord e va a Pieve di Porto Morone.
Di lì, punta ad Ovest per Zerbo e raggiunge San Zenone Po e Spessa, luoghi breriani. Poi supera di nuovo il Po e a Stradella torna sul percorso originario. Una deviazione di 14 km, che porta la lunghezza della tappa a 220 km. La Carpi-Novi Ligure è carica di significati speciali. Si arriva nella città del Museo dei Campionissimi, Girardengo e Coppi, attraversando le strade su cui quegli assi leggendari hanno spiccato il volo. Lo fa festeggiando due eventi: i cento anni della nascita di Coppi e i cento anni della prima, strepitosa vittoria al Giro di Girardengo (vinse 7 tappe su dieci e nelle prime due entrò primo con la maglia tricolore di campione d’Italia a Trento e Trieste appena redente: la sua maglia garriva come una bandiera). Ora si aggiunge il ricordo di Brera, l’Omero straordinario dell’Iliade della bicicletta. Brera e Coppi sono coetanei.
L’uno è nato l’8 settembre 1919, l’altro il 15: li separa una settimana. Brera, che era “corrispondente speciale da Parigi della Gazzetta dello Sport” divenne cantore della bicicletta respirando la polvere nella scia di Coppi nel Tour del 1949. Fu il trionfo più grande con Coppi primo e Bartali secondo. Fu lì che Brera, tra altri neologismi, inventò ammiraglia, che oggi è nel vocabolario ciclistico. La prima volta scrisse: <Il vascello ammiraglio della squadra italiana bordeggia nel bailamme di macchine>. L’auto del ct Binda, che guidava i due assi, infatti, era la più cercata da suiveur e inviati. Il faro della corsa. E presto <il vascello ammiraglio> diventò <l’ammiraglia>. In quel Tour i pezzi di Brera, esordiente nel ciclismo a 29 anni, furono di qualità altissima. Così alta che a trent’anni si trovò direttore della Gazzetta dello Sport, il più giovane della storia. Nel 1950 seguì il suo primo Giro d’Italia. Lo chiuse con un corsivo memorabile. Mentre tutti gli altri giornalisti italiani – fedeli al <Non passa lo straniero> – chiedevano l’alleanza tra italiani, a favore di Bartali, per impedire la vittoria di Koblet, e si rammaricarono quando il bell’Hugo fu il primo straniero a vincere, scrisse <Nello sport non ci sono stranieri>.
Nello sport deve vincere il migliore. Una lezione che vale anche nella vita. Nel Giro del 1976 Brera battezzò Nuvola Rossa il vecchio Gimondi, impegnato nella sfida con Merckx, e, quando indossò la maglia rosa, convertì il soprannome in Nuvola Rosa. Sono di Brera i due romanzi più belli della storia ciclistica: L’Avocatt in bicicletta, autobiografia di Eberardo Pavesi, e Coppi e il diavolo. Brera era coppiano. Perciò aveva soprannominato Bartali, suo grande rivale, Frate Cipolla, dallo stupendo personaggio della novella del Boccaccio che cerca di vendere le piume dell’Arcangelo Gabriele. Coppi, invece, era Faustìn. Anche Pieve di Porto Morone ha il suo posto nella storia del Giro d’Italia. È di un pievese, Clemente Canepari, l’assolo vincente più lungo: 238 km. Il 18 maggio 1913, nella Campobasso-Ascoli Piceno, 313 km, Mentu ebbe via libera da Pavesi, suo capitano alla Legnano. Scattò sulla salita di Rionero Sannitico.
Scalò solo la rampa di Roccaraso, la tremenda Salita delle Svolte e il Passo delle Capannelle. Dopo 8 ore e mezza di fuga, vinse con 5’04” su Giuseppe Azzini e 32’06” su Contesini, Oriani e Girardengo. Un’impresa oggi impossibile. Il ciclismo è epos. Nell’Iliade del Giro se Coppi è Achille, Girardengo è Ulisse. In una tappa piatta per velocisti, adatta solo ai racconti di battaglie omeriche, quegli eroi immortali ritrovano il cantore più grande.