Sasha Djoredjevic è finalmente tornato ad allenare in Italia. Ha debuttato sulla panchina della Virtus Bologna con una tonante vittoria contro Le Mans in Champions Fiba. La squadra, dopo gli ultimi tentennamenti sotto la guida di Pino Sacripanti (sconfitta di 1 punto in casa con Venezia, sconfitta di 2 a Cantù) ha mostrato un’altra faccia e aggressività. La famosa “scossa” dovuta al cambio in corsa dell’allenatore è stata servita ancora una volta…
Adesso, però, vi regalo una statistica basata sui numeri del campionato italiano: nelle ultime tre stagioni, gli allenatori sostituiti dai club durante la stagione hanno vinto il 36.7% delle partite disputate (non contando Sacripanti perché Djordjevic deve ancora debuttare in Serie A), quelli che hanno preso il loro posto hanno raggiunto il 38% netto. Il cambio di un allenatore ha prodotto ben… l’1.3% di vittorie in più per le società che hanno effettuato il cambio. Non è che la cosa mi sorprenda: il professor Aza Nikolic, l’allenatore della grande Ignis Varese, uno dei padri del basket mondiale, 50 anni fa sosteneva che la famosa “scossa” del cambio in panchina si esaurisse in tre partite. Altri tempi… Nelle ultime tre stagioni non c’è stata una squadra che ha migliorato sensibilmente la sua posizione dopo aver cambiato il tecnico e, sostanzialmente, solo Attilio Caja, due anni fa, ottenendo il 50% di vittorie ha dato una sterzata alla stagione di Varese che ha finito decima (ma dodicesima nella classifica avulsa)partendo dal 15° posto (al pari con la quattordicesima).
Ovviamente le cifre dicono la verità mentendo spudoratamente. In questocalcolo complessivo vanno considerate moltissime variabili difficilmente quantificabili: spesso chi cambia allenatore ha sbagliato a costruire la squadra e anche il nuovo arrivato non riesce a fare miracoli, altrettanto spesso che vuole licenziare un allenatore aspetta di rinforzare la squadra dando poi al sostituto una formazione diversa se non migliore (quindi difficilmente comparabile). Negli ultimi anni, poi, si sono aggiunte nuove situazioni impossibilida contabilizzare: allenatori che si dimettono anche andando benissimo (Luca Banchi a Torino l’anno scorso) o che non sarebbero certo stati esonerati(Enzo Esposito a Sassari quest’anno) o magari scappano per problemi economici (Pashutin da Cantù). Questo migliora il bilancio dei sostituiti: in realtà togliendo i dimissionari, ammesso che un Banchi non sia stato comunque costretto ad andarsene, il bilancio sostituiti-sostituti diventa 26.4%-36.9%. Ma anche la situazione economicamente instabile di molti club porta a situazioni limite: senza togliere nulla alle 4 vittorie in fila di Nicola Brienza, non c’è dubbio che i risultati di Cantù siano migliorati da quando la società non è più di Gerasimenko e ha un futuro così come sarebbe stupido prendersela con Paolo Galbiati per il bilancio negativo di una Torino completamente nel caos.Detto questo, nessuna squadra negli ultimi anni ha davvero cambiato il proprio status di classifica dopo aver sostituito in corsa l’allenatore. Così come è molto difficile calcolare il valore delle competizioni internazionali: Sacripanti è andato molto bene in Champions, ma non è bastato per salvare la panchina. Altre volte, cattivi risultati nelle coppe sono considerati di poco conto dagli stessi club.
Personalmente, se sono contento che finalmente il basket italiano abbia ritrovato un personaggio del calibro di Sasha Djordjevic, e che accada solo adesso, dopo 11 anni è paradossaleconsiderando che ama e ha scelto di vivere in Italia, prendo sempre male l’esonero di un allenatore. Sono di una generazione cresciuta nel mito dei tecnici che, fino agli anni Novanta, erano il motore della pallacanestro, quelli che la studiavano per davvero, che la facevano crescere, i più aperti alle novità e al mondo internazionale, i migliori a comprenderla e comunicarla. Oggi l’allenatore è un lavoro come un altro, come si cambiano i giocatori, lo si fa col tecnico che è un libero professionista a gettone. E’ un diritto di chi paga. Così essere esonerati, come è successo a Pino Sacripanti, è soltanto una regola del gioco, non più una macchia o una ferita. Bisogna solo sperare e pretendere che i modi siano corretti: che Sacripanti, al di la delle assicurazioni del weekend, fosse già spacciato dopo il pareggio nella gara di andata a Le Mans era evidente leggendo i giornali.
Pino tonerà presto in gioco perché una carriera non si cancella e non è “andato male” a Bologna. Del resto,cosa dovrebbe dire il suo sostituto che probabilmente detiene un record mondiale: è stato esonerato da Panathinaikos e Bayern mentre era primo in classifica in campionato con un bilancio complessivo di 50 vinte e tre perse! E Djordjevic, già la scorsa estate probabilmente la prima scelta della proprietà per la panchina della Virtus, ha di fronte la possibilità di fare strada in Champions e un calendario abbordabilissimo nella volata playoff in serie A (affronta le ultime 4 in classifica nelle prossime 5 partite) dove Bologna, oggettivamente,ha 4-6 punti in meno in classifica rispetto alle attese più realistiche. Auguro tutto il bene possibile a tutti, vecchi e nuovi, esoneranti e esonerati. Ma che si pensi ancora che cambiare l’allenatore durante la stagione sia una mossa decisiva non ha molto senso come dimostrano le statistiche e la storia recente. Chiudo con le parole del grande Alberto Bucci che ho trovato su You Tube. Risalgono a pochi giorni prima della sua morte. Parlando della Virtus alla gente della Virtus non senza emozione, Alberto ci ha regalato un’altra lezione, di vita prima ancora di pallacanestro: “Quest’anno si vuole buttare via tutto – ha detto –. Noi siamo in un mondo dove cerchiamo sempre un colpevole, poi trovato il colpevole, gli altri sono tutti innocenti. Mentre in un gruppo siamo tutti colpevoli e non c’è da trovarne uno solo. C’è da trovare in un momento difficile, quando è stato commesso un errore, la maniera di risolverlo. Perché è da li che si riparte per fare le cose migliori. Perché se ogni volta cancelli, devi ricominciare sempre da capo”. GrazieAlberto, ancora una volta.