Foto della nostra inviata a Roma – Marta Magni
Un challenger di molti anni fa. A fari spenti e testa bassa, si fa strada un cinese atipico, uno spilungone di 1 m e 93. Ha la tempra di un cinese e la statura da vichingo, gioca un gran torneo. Al termine, felice come un bambino con un giocattolo nuovo passa alla cassa, ricevendo la somma in denaro che gli spetta. Zhizhen (lo chiameremo sempre o Zhang o Zhizhen, come capita, perché non abbiamo mai imparato a distinguere tra gli equivalenti cinese di nome e cognome, sin dai tempi di Li Na, o Na Li…) può finalmente rientrare delle spese sostenute per far fronte al suo allenatore, ai fisioterapisti e agli incordatori.
UN GRANDE RISULTATO, FORSE…
Date a un cinese una calcolatrice e in un attimo avrete il reddito netto tra incasso e costi: due euro, un bel Dante (il sommo poeta sulle monete da 2 euro), faticosamente guadagnato. Zhang comincia a giocare con altri due euro che ha in tasca, li fa vibrare in aria, a metà tra l’incredulo e l’ironico, mentre il pubblico lo acclama a gran voce. Che gran giornata Zhizhen! Un episodio che la dice lunga sulla carriera del tennista medio, che si barcamena fuori dai primi 100 del mondo, facendosi strada con un machete gigante nella selva oscura dei Challenger, lottando per la sopravvivenza. Così capitano anche episodi come questo, che portano al tennista medio un giorno di gloria e un guadagno risibile.
BUON SANGUE NON MENTE
Appassionato di E-games, da buon cittadino di Shanghai, ha un soprannome, “ZZZ”. Un modo pratico e “cool”, dice lui, per farsi chiamare: “Tutti gli stranieri fanno fatica a dire il mio nome, così ZZZ, le tre iniziali dei miei nomi, sono perfetti. Tra l’altro mi piace pure dormire, ZZZ è perfetto”.
ZZZ, è figlio d’arte: il padre WeiHua è stato un calciatore, difensore dello Shanghai ShenHua, mentre la mamma, Oin Wei, è stata una tiratrice di tiro al piattello. Cresciuto tennisticamente nella accademia europea di Ivan Ljubicic, è anche laureato in Gestione delle Risorse umane, tanto per non farsi mancare nulla.
LE PRIME VOLTE
Zhang, onesto cinese di Shanghai e fino a poco tempo fuori dai primi 100 de mondo, è facile immaginarselo in trincea, inarrestabile passo dopo passo, ma non è un tennista medio. È stato il primo cinese in assoluto a entrare nei primi 100 ATP nell’ottobre 2022 e soprattutto nei primi 50 lo scorso gennaio, per poi raggiungere il best ranking il mese dopo, al n.46. È il primo cinese ad aver raggiunto i quarti di finale di un torneo ATP su tutte le superfici e il primo a centrare il tabellone principale di tutti gli Slam – a testimonianza di un tennis completo – e il primo cinese a battere uno dei primi 5 del mondo, con la vittoria contro Casper Ruud allora n.5 agli ultimi US Open, dove ha raggiunto il terzo turno
LA SCALATA IN CLASSIFICA
Detta così sembra quasi facile, quasi automatico. Invece il prode non ha avuto uno sconto che sia uno dalla vita e quel curioso momento in un vecchio challenger lo rappresenta al meglio. Non fu una fatica sprecata, ma un arricchimento personale e professionale (anche se forse è meglio non parlare direttamente con lui di arricchimento…). Con i grandi risultati che sta raggiungendo, è virtualmente il n.42 del mondo. Oggi non ha vinto contro Alejandro Tabilo, l’accesso alla prima semifinale di un Master1000 in carriera è rimandato. Ma è questione di poco. Abituato al fango e alla guerra di trincea, cosa volete che sia un velluto come la terra rossa?