Qualche istantanea, seguendo dalla tv il quarto di finale degli Europei, di Berlino. Era a Katowice, in Polonia, al mondiale di volley, vinto dall’Italia, non avessi finito la sostanza omeopatica, anantherum muraticum, sarei passato in Germania, anche senza accredito, per assaporare qualcosa degli Europei.
Ho visto il secondo tempo, bene, ma senza prendere appunti, al supplementare sapevo che l’Italia non avrebbe avuto chances, questo dice la logica, sempre, quando perdi poi per 5 falli Nicolò Melli e soprattutto quando subisci la rimonta dalla squadra più forte. Gli azzurri si trovano avanti 64-56 in avvio di terzo quarto, sul 75-68 negli ultimi 2′ ho sperato di vincerla ma c’era, appunto, il rischio grande di supplementari. Sono determinanti quei due tiri liberi falliti da Simone Fontecchio, a 13″ dalla fine. In questi casi mi viene in mente Renzo Bariviera detto Barabba, uno dei pretoriani di Dan Peterson, a Milano.
Sono proprio le sliding doors degli Europei. Simone aveva azzeccato triple importanti, ha talento, si vedeva già a Reggio Emilia, nonostante il mezzo anno non così brillante con Buscaglia, di squadra. Bariviera, dunque, sbagliò i due liberi nella finale scudetto del 1984, in gara3, vinse la Virtus Bologna, era un bel gregario dell’Olimpia. “Ma la colpa non è di Bariviera – commentò anni dopo Peterson -, la colpa fu mia: avrei dovuto rinunciare e giocare l’ultimo attacco, la elle con D’Antoni”. A quei tempi non era obbligatorio tirare i liberi in situazione di bonus.
Fontecchio fallisce anche il tiro della vittoria nel tempo regolamentare ma era quasi impossibile da mettere, nonostante quelle gambe fortissime. Al supplementare Huertel e Gobert prendono il sopravvento, è normale, da pronostico.
All’intervallo, la Francia era arrivata sul 33-43, salvo farsi rimontare anche da due schiacciate di Melli, raramente a questi livelli, in nazionale. Entra Datome e porta il -1, con i suoi 34 anni resta incidente. Il subentro di Nico Mannion fa la differenza, palla rubata e primo vantaggio, canestro e assist per il 2+1 di Polonara, con un 17-3 sorprendente. Il +6 all’ultimo quarto non è tranquillizzante, un bel canestro di Pippo Ricci testimonia dei suoi miglioramenti assoluti. Gobert e Huertel rientrano a -3, lì si ha il timore che la Francia faccia valere esperienza e talento superiori. Spissu però conferma di essere al miglior momento della carriera, con una grande tripla. Poi il 70-64 di Fontecchio. Dal 75-68 a -2’15” si poteva attaccare meglio, per carità siamo comunque migliorati rispetto alle eliminazioni conosciute ai quarti dei precedenti 3 Europei e anche da olimpiadi e mondiali. Sul 77-75 la palla è azzurra, arrivano quei 2 liberi, pesantissimi, ne bastava uno per cambiare la storia. Huertel pareggia a -5”. Al supplementare Huertel detta ancora legge, l’Italia è battuta. Nel tabellino restano i 21 punti di Fontecchio e di Spissu, i 12 di Datome.
Nel rapporto fra quanto dà Pozzecco e quanto si porta via resta positivo, si è preso un tecnico prima dei supplementari, la Francia ha sbagliato il libero. Il mio sguardo andava anche a Charlie Recalcati, classe 1945, certo non ha più un ruolo centrale, dà un qualcosa di esperienza, di visione distaccata, si capiva comunque la sua tensione, in panchina, quel restare con la saliva azzerata, di fronte al ritorno francese. A casa sua, due anni e mezzo fa, mi raccontò che non aveva più le energie per allenare, adesso il ruolo è parecchio defilato, alla fine anche lui abbraccia Pozzecco.
Personalmente avrei utilizzato Mannion e non Pajola nei minuti finali, Tonut è bravo ma avrebbe dovuto prendersi qualche responsabilità in più. Polonara si è impegnato parecchio in difesa, con quanto ha vinto negli anni mi sarei aspettato più protagonismo offensivo. Già con la Serbia, Spissu è stato stupefacente.
A proposito, ho visto highlights dell’ottavo di finale, ma sul sito della Rai anche lo show di Pozzecco da espulso
Le parole di Melli: “Non rompere il…” sono emblematiche. “It’s my life”, ha commentato il Poz. E’ l’esatto contrario di Fefè De Giorgi, il ct che ho visto vincere al mondiale, con una flemma unica. Non so se paghino, questi atteggiamenti.
Ho notato, nei timeout con la Francia, che Pozzecco lascia molto spazio ai vice, Casalone, Fois, nel disegno degli schemi. Ha un modo di allenare unico, di certo porta attenzione al nostro basket.