Si è conclusa la 51 esima edizione della Barcolana, che potremmo anche definire la corsa in barca a vela più pazza del mondo.
Si parte tutti insieme, chi taglia per primo il traguardo vince, senza calcoli di rating o di handicap e vale tutto, con esclusione dei multiscafi o dei foils ritenuti ancora troppo avveniristici e pericolosi. Anche perché a Trieste si respira ancora l’aria delle grandi barche maestose, con i loro alberi alti ma tradizionali, con lo stratega appollaiato sulla terza crocetta a cercare il poco vento del golfo di Trieste, quando non c’è la Bora, che con la loro maestosità e lentezza ancora rappresentano l’essenza della vela e forse di quella vela tradizionale a cui i più sono ancora sentimentalmente legati.
E’ stata un’edizione record, come al solito, con più di 2000 barche sulla linea di partenza tutte rigorosamente allineate come le auto di Les Mans in attesa del via e la foto presa dall’albero di Porto Piccolo è emblematica oltre che estremamente suggestiva. Cosa rende la Barcolana così speciale? Che è la prima, unica, vera regata popolare della storia della vela, seguita per di più dai grandi mezzi di comunicazione, il cui omologo si può forse solo trovare nella Sydney-Hobart che si corre dall’altra parte del mondo.
La Barcolana è un misto di Glamour, con le grandi barche da 30 metri e la partecipazione di personaggi del mondo della vela ma anche dell’industria e dello spettacolo, ma è anche la partecipazione di migliaia di appassionati che salgono sul treno venerdì sera per partecipare o solo per vedere questa splendida Kermesse della vela.
La Barcolana sono le rive del Porto di Trieste gremite di persone che tra una barca e l’altra si scambiano chiacchiere e commenti, oppure cercano imbarchi all’ultimo momento, le migliaia di giovani e meno giovani, che vengono per un weekend di musica, birra e Spritz triestino, rigorosamente con il vino bianco e acqua minerale che si beve a fiumi nei bar sulla banchina e nelle migliaia di locali e localini nella zona prospiciente il porto stesso.
La Barcolana sono le vele Classiche riunite all’Adriaco che gareggiano in uno spettacolo di pura bellezza e armonia il sabato e che spesso vedono personaggi come Mauro Pelaschier prendervi parte e vincere, ma anche la discesa in mare dei classici 12 metri stazza internazionale con cui si correva la Coppa America, fino alla rivoluzione di Gardini del 1990. Parlando di Gardini e del Moro di Venezia, quest’anno c’è stato il ritorno del glorioso Moro 2, risistemato e fatto correre da un appassionato che non lo voleva veder morire su di un invaso in un cantiere abbandonato, e che è ancora bellissimo nel suo colore rosso Marco Polo.
Ma la Barcolana è stata anche la partecipazione di Shosholoza nel 2008 subito dopo la Louis Vuitton di Valencia e lo stesso anno che ha visto la partecipazione del RC 44 di Russel Coutts che ha poi lanciato una classe che ancora oggi va forte. Quest’anno poi c’è stato anche una spy story locale, con una barca, Porto Piccolo dei fratelli Benussi, che è rimasta in banchina per dissidi tra i soci e rimpiazzata con un altro scafo in corsa, cosa che però è costata in termini competitivi al team che si è aggiudicato le ultime tre edizioni e che quest’anno, complice anche un vento non proprio collaborativo conclude solo in sesta posizione.
La vittoria va all’imbarcazione slovena Way of Life, per la prima volta nella storia di questa regata, che ha sempre avuto una partecipazione Slovena importante senza però mai ottenere il colpo grosso, e che con la vittoria di quest’anno aggiunge valore anche dal punto di vista sportivo e dà una speranza a chi non è Triestino Doc.
Bella anche l’idea di Claudio De Martis di schierare un equipaggio interamente femminile, portando sulla linea di partenza un maxi da 30 metri, non proprio uno scherzo come conduzione, agli ordini della bella e brava Francesca Clapcich.
Insomma, in una vela che fa un po’ di fatica ad affermarsi, un po’ divisa e confusa tra il passato ancora recente ed un futuro sicuramente valido da un punto di vista della comunicazione e dello spettacolo ma inaccessibile al velista normale, la Barcolana rappresenta un punto fermo per tutti quegli appassionati per cui la vela rimane occasione di divertimento da fare tutti insieme prendendo un treno il venerdì sera, e tornando stanchi ma felici la domenica con tante storie di mare da raccontare.