A Carlo Canzano chiediamo di fare il resoconto, in chiave azzurra, di questo 2017 andato in archivio domenica scorsa con l’ultimo GP della stagione a Valencia. Partiamo dalla Moto3. “Direi che è stata una stagione decisamente buona, buona per il secondo posto di Romano Fenati che ha fatto quello che ha potuto contro la triade di campioni spagnoli: Joan Mir, dominatore assoluto, Aron Canet e Jorge Martin. Se fosse una partita di calcio tra noi e la Spagna, l’avremmo persa nettamente 3-1, ma a questo proposito vorrei rivolgere un messaggio ai genitori dei nostri piloti più giovani. Se da una parte, questi genitori tifosi, fanno economicamente di tutto per mettere in sella i loro cuccioli fin dall’età di 8-10 anni, dall’altra poi, troppi di loro, si autoconvincono e convincono anche i loro figli, di avere tra le mani il nuovo Valentino Rossi. Questo è l’aspetto più terribile e deleterio della classe d’ingresso del Motomondiale. Troppe aspettative, trasformano questi giovani piloti in promesse impossibili da mantenere”.
Veniamo ora a Franco Morbidelli, campione del mondo nella Moto2. “Davanti a questo ragazzo di 22 anni bisogna toglierci il capello, perchè ha corso per tutta la stagione in modo esemplare. Ha dominato le prime 3 game, poi ha infilato altre 5 vittorie, ottenendo 12 podi complessivi in 18 corse. Ma non dimentichiamoci neppure del quinto posto di Francesco Bagnaia che ha solo 20 anni e di Mattia Pasini, finito sesto, che corre con un braccio solo”.
E ora finiamo com la MotoGp. “Qui diamo un bel 10 alla Ducati e un 10 e lode ad Andrea Dovizioso. Una stagione da fenomeno perchè Andrea ha costretto Marc Marquez a stringere i denti fino alla fine. Entrambi hanno vinto lo stesso numero di gare, 6 a testa, e Dovizioso è stato grandissimo soprattutto sul piano dell’aggressività. Credo sia stata la più bella sorpresa di tutta la stagione”.
Veniamo a Valentino Rossi e alla sua stagione tutta da decifrare. “Senza mezzi termini, per Valentino è stata la peggiore annata di sempre, direi medicore. Ha l’attenuante dell’infortunio, ma ho paura che si stia smarrendo. Ha ancora molto entusiasmo, ma alla fine l’età è quella che è. Ha dimostrato di poter mettere ancora in imbarazzo tanti colleghi più giovani di lui, ma il rendimento complessivo è stato pari alla sua Yamaha, troppo discontinua e non sempre affidabile. Nonostante abbia usato una moto diversa da quella d’inizio stagione, credo non sia stato capace di svilupparla e migliorarla come molti si sarebbero aspettati. Forse un segno che qualcosa sta inesorabilmente finendo”.
Uno sguardo al futuro e al motomondiale del 2018 che inizierà ufficialmente il 18 marzo da Losail per il GP del Qatar. “Credo che ne vedremo delle belle. Sarà un campionato molto avvicincente perchè quasi tutti i piloti sono in scadenza di contratto e allora vorranno mettersi in evidenza fin da subito per ottenere un nuovo ingaggio per la stagione ancora successiva. Se vuoi un nome secco della MotoGp credo che il campione da battere sia sempre lui, Marc Marquez”.