Notte magica a Torino! Jannik Sinner da paura compie un’impresa straordinaria battendo per la prima volta il GOAT Novak Djokovic. Che match da favola per Jannik che con il punteggio di 7-5 6-7(5) 7-6(2) in tre ore e undici minuti scardina le certezze del campionissimo serbo nell’atmosfera psichedelica del Pala Alpitour. “Non c’era posto più bello per battere il n. 1 del mondo!” ha detto l’azzurro rendendo omaggio a un pubblico adorante e in delirio, a una Torino che da tre anni è la capitale del tennis dei grandi Maestri, per la gioia di tutti gli italiani. I Carota Boys compresi che, con il loro tifo inarrestabile, giochi e balletti hanno galvanizzato e acceso queste ATP Finals sin dal primo giorno. “È stata un po’ la stessa storia contro Medvedev, che non riuscivo a battere. Grazie al pubblico, abbiamo vinto insieme, quindi grazie a tutti!” ha continuato un generoso Jannik al microfono di Diego Nargiso, “questo è il gradino più alto finora della mia carriera, tante situazioni messe insieme, a Torino c’è un’atmosfera incredibile, giocare qui con il n. 1 con cui non avevo mai vinto, è fantastico; ci sono state tante cose, con il mio team abbiamo fatto un salto, ora posso dire che posso battere anche Nole. Che cosa mi è piaciuto di più di me stasera? Tante cose, forse la testa perché qundo si vince il primo set e poi perdi il secondo, nel terzo si deve ripartire subito, non è facile. Ci sono tante cose positive”. Una vittoria che, grazie al fuoco sacro di Jannik e ad uno stadio che ricordava le antiche arene dei gladiatori, assume un’accezione corale. Una vittoria che viene da lontano, con pazienza, umiltà, preparazione e un’alchimia perfetta con il suo team, impreziosito dalla presenza di Darren Cahill, coach tra i più esperti al mondo.
IL SALTO DEL CAMPIONE
Ed ecco che il ragazzo timido di San Candido che, fino a poche settimane fa era diventato un “caso nazionale” per il no alla Davis a settembre, ora è il nuovo principe del Piemonte e dell’Italia intera, eroe nazionale capace di unire il paese da nord a sud. E, da ieri sera, il già top 4 Jannik Sinner è diventato definitivamente grande avendo dimostrato di giocare alla pari anche con il numero 1 più forte di tutti i tempi. In verità, un numero 1 lo aveva già battuto a Pechino, quel Carlos Alcaraz che, però, almeno per ora, non ha la dimensione e il mostruoso background di Novak Djokovic. Jannik diventa così il primo italiano di sempre a sconfiggere due volte un numero 1 del ranking. Lo stesso Djokovic dopo il match ha ammesso quanto Sinner sia “migliorato molto nella gestione dei punti importanti”. “Nole mi ha detto bravo” ha proseguito l’altoatesino, “ma posso ancora migliorare. In questa stagione abbiamo fatto un passo in più”. L’umiltà, la convinzione di dover e poter migliorare sempre sono ingredienti fondamentali per scalare le vette altissime dell’eccellenza. Federer e Nadal docent…
Jannik ha controllato ottimamente il gioco, cominciando con fendenti al centro, per poi aprirsi progressivamente il campo e spingere ai lati con potenza e freddezza. Si è distinto per l’aggressività che non ha lasciato il tempo al serbo ma, soprattutto, per la grande freddezza nei momenti topici: impeccabile sul 5-5 del primo set quando ha inflitto il break a Novak e magistrale nel tie-break decisivo al terzo, in cui è perfino salito 5-0. Dall’altra parte della rete un Djokovic altrettanto feroce, instancabile, ostinato come sempre. Ma questa volta, il RoboNole si è inceppato proprio quando serviva la modalità rullo compressore, trovandosi sopraffatto dalla carica crescente dell’azzurro.
Tra uno sguardo e l’altro con il suo box, punto dopo punto, Sinner la “volpe” costruisce una rete fitta di insidie nella quale il ruggente Nole alla fine rimane impigliato. Un match sensazionale da parte di entrambi con momenti di cedimenti e recuperi in cui, alla fine, per una volta, la testa più solida e le palle più devastanti non sono appannaggio del fuoriclasse serbo. Un match serratissimo, tant’è che l’azzurro ha prevalso per una manciata di punti. Djokovic lo supera addirittura per vincenti (46) a fronte dei 37 di Jannik e di soli 3 errori non forzati in più (14 a 11), così come è di poco superiore per il serbo la percentuale totale dei punti conquistati al servizio (73% a fronte del 69% di Sinner). Eppure, non è bastato.
Nole era imbattuto da ben 121 giorni, non perdeva dalla finale di Wimbledon in cui aveva ceduto ad Alcaraz al quinto set. Gli ultimi tre giocatori ad aver battuto il Djoker hanno 22 anni o meno e sono appunto Jannik, Carlos e Holger. Per Sinner, da circa 50 giorni, ci sono state 15 vittorie su 16 partite, con il successo contro Djokovic, Alcaraz e due volte contro il n. 3 Medvedev; ha vinto gli ultimi cinque incontri con top 5 (Alcaraz, 2; Medvedev, 3; Rublev, 5; Medvedev, 3 e Djokovic, 1). Ha vinto inoltre due titoli ATP (Pechino e Vienna) ed è salito fino alla posizione numero 4. Inoltre, negli ultimi dieci anni, prima di Jannik a Torino, l’unico ad aver battuto Novak Djokovic al tie-break decisivo sul duro era stato Dominic Thiem (due volte).
Ma attenzione, perché Sinner non è ancora matematicamente certo di qualificarsi per le semifinali. Nonostante abbia vinto i primi due incontri, sarà necessario ripetersi anche contro Holger Rune giovedì. Quindi:
se vincessero Sinner e Djokovic, Sinner sarebbe primo del girone e Nole secondo;
qualora vincessero Sinner e Hurkacz, passerebbero Sinner come primo e Djokovic come secondo;
se vincessero Rune e Djokovic in due set, allora sarebbe il danese ad accedere alla semifinale come primo e Djokovic da secondo;
se vincessero Rune in due e Nole in tre, Rune sarebbe primo e Sinner secondo;
con la vittoria di Rune in tre e Nole in due, si farà il conteggio dei giochi;
infine, in caso di vittoria di Rune e Djokovic in tre set, si qualificherebbero Rune come primo e Sinner da secondo.