La Corte di Giustizia della Comunità Europea emette la “Sentenza Bosman” che consente ai calciatori professionisti aventi la cittadinanza dell’Unione Europea di trasferirsi gratuitamente a un altro club alla scadenza del contratto. La sentenza era legata a tre casi separati i quali coinvolgevano tutti il belga Jean Marc Bosman. Bosman vinse le cause contro la Federazione calcistica del Belgio, contro la sua ex squadra (il Royal Football Club de Liegi) e contro l’Uefa.
Il caso Bosman nasce nel 1990 quando il calciatore decide di trasferirsi dal Liegi, squadra belga, al Dunkerque, squadra francese. Alla richiesta della società belga di un indennizzo per l’autorizzazione al trasferimento, Bosman fa immediatamente ricorso alla Corte d’Appello di Liegi, che nel 1993 rinvia il caso alla Corte di Giustizia Europea.
La storica sentenza del dicembre 1995 applica, per la prima volta nella storia dello sport, il principio della libera circolazione dei lavoratori in seno all’Unione Europea. Per la Corte di giustizia l’Uefa contravviene all’articolo 48 del Trattato di Roma. La Corte abolisce dunque qualsiasi limitazione all’impiego dei giocatori comunitari nelle squadre dei paesi membri dell’Unione Europea, così come l’indennità di trasferimento. Il 19 febbraio 1996 l’Uefa rende esecutiva la sentenza e per la storia dello sport è un cambiamentoradicale.
Jean Marc Bosman, nato a Liegi il 30 ottobre 1964, ha chiuso l’attività di calciatore poche settimane dopo la sentenza. Nella sua bacheca è finita solo la Supercoppa del Belgio del 1983 conquistata con lo Standard Liegi. Modesto centrocampista, deve tutta la sua fama esclusivamente alla sentenza che porterà per sempre il suo nome.