Foto della nostra inviata a Roma – Marta Magni
C’è ancora un po’ di azzurro agli Internazionali BNL d’Italia, le due coppie di doppio Errani-Paolini domani e Simone Bolelli – Andrea Vavassori oggi, freschi vincitori ai quarti di finale contro il duo croato-olandese composto da Nikola Mektic e Wesley Khoolhof, teste di serie n.7 del tabellone romano. Dopo il match d’esordio vinto contro Eubanks e Peers, Bolelli e Vavassori si sono tolti lo sfizio di eliminare dal torneo la coppia da cui hanno perso la finale dell’Australian Open, composta da Rohan Bopanna e Matthew Ebden, teste di serie n.2. Ora hanno conquistato le semifinali al termine di un match meno dominato di quanto non dica il punteggio (6-4 6-2): Bolelli e Vavassori hanno giocato molto meglio i punti più importanti, fattore sempre decisivo nel tennis, dagli amatori fino ai primi 10 del mondo.
IL CAMPO DELLA PALLA CORDA
Il Pietrangeli è l’arena ideale, col pubblico pronto a trasmettere il suo entusiasmo ai ragazzi azzurri. I vertici di ATP e WTA le stanno provando tutte per rilanciare il doppio, evento tanto spettacolare quanto trascurato. Già negli anni ‘90 Rino Tommasi, con le sue stilettate sferzanti, lo definiva morto, per poi una decina di anni dopo, abbassare il tiro – fino a un certo punto… – parlando di “malato terminale”. Una specialità a metà tra voglia di riscoprire e scarsa fidelizzazione: quanto seguiremmo il doppio senza italiani in campo? Epperò, quando le due coppie ce le troviamo davanti, ad un passo nel senso letterale del termine, su un palcoscenico unico come il Campo della palla corda, diventa difficile non appassionarsi e non farsi trascinare dall’entusiasmo. Ecco, per riscoprire il doppio un primo viatico deve essere la giusta ambientazione: un conto è seguire – Coppa Davis a parte – una prova di Bolelli e Vavassori sul Pietrangeli, un altro è farlo dal campo 5 di Roccacannuccia… Le 18 statue di atleti e la sua collocazione ribassata, da vera arena di gladiatori, rendono il catino romano un impianto irrinunciabile se pur raccolto e contenuto, ideale per godere di una vittoria, come ha sottolineato in conferenza stampa Simone dopo lil successo contro Bopanna/Ebden: “Davvero fantastico prenderci qui la nostra rivincita!”
FREDDI VINCITORI IN UN CAMPO ROVENTE
Nel match contro Mektic/Koolhof, gli azzurri e il doppio avversario hanno giocato in una fornace, fortunatamente un po’ temperata da un ponentino provvidenziale, anche se per lunghi tratti si boccheggia e la pompa con la quale viene bagnato il campo è agognata dal pubblico delle prime file. Ancora nel primo set, uno spettatore vicino esprime una richiesta eloquente: “Veloci ragazzi!”. Non sembra alla prova dei fatti vero quello che ci insegnavano alle superiori nelle lezioni di fisica: “l’aria calda tende a salire”. Vorremmo averlo davanti adesso, il prof, per farci spiegare la teoria dopo la difficile esperienza empirica…
“Lavoriamo per essere aggressivi al massimo” dice Simone, che spera in una convocazione in Coppa Davis, cosa non scontata quando “c’è uno come Sinner che può giocare tutto e al meglio. Nel doppio è importante l’affiatamento e noi siamo una coppia collaudata. Andiamo avanti, passo dopo passo e vediamo cosa succede”.
SEMIFINALI
Ora è legittimo sognare, sperando in una finale colorata di azzurro, ma è meglio fare come dice Bolelli: un passo alla volta. La semifinale di sabato sarà tutt’altro che una passeggiata, contro la coppia Arevalo/Pavic che ha eliminato le teste di serie n.3 Ram/Salisbury. Mate Pavic è uno specialista assoluto, già due volte n.1 di doppio nel 2018 e poi tra 2021 e 2022. Ha vinto tutti gli Slam tranne il Roland Garros, dove ha raggiunto due finali e proprio dove difenderà il titolo olimpico conquistato a Tokyo, in coppia col connazionale Mektic, che Vavassori e Bolelli hanno sconfitto oggi. Il compagno di Pavic è Marcelo Arevalo, giocatore di El Salvador issatosi al n.5 della classifica di doppio nel novembre ’22.
“Li conosciamo molto bene, vista anche la partita a Montecarlo. Sarà una partita dura” dice Simone, che rivendica la scelta di dedicarsi al doppio: “Questi risultati non sono una rivincita personale rispetto alla mia carriera in singolare. Nel 2019 ho scelto il doppio, mi sta dando soddisfazioni e non voglio fermarmi qui”.
PRESENTE A ROMA, FUTURO A PARIGI
La naturale ossessione degli azzurri sono però le Olimpiadi di Parigi, che si giocheranno al Roland Garros. Già, la teoria dell’uno alla volta, dell’avanzare passo dopo passo, a volte è difficile da seguire. “C’è la possibilità di fare qualcosa di grande e unico. Tra l’altro la terra è una superficie a noi congeniale” afferma un Vavassori spavaldo in conferenza stampa, che azzarda: “Dovremmo essere sicuri di esserci, ci godiamo il momento”.
A guardare il regolamento delle qualificazioni olimpiche, gli atleti devono seguire le regole di idoneità ITF, che comprendono anche la partecipazione alla Coppa Davis, ma non è l’unica strada. Al torneo di doppio accedono 32 squadre, massimo due per nazione. L’accesso più immediato è costituito dalla posizione nel ranking di doppio, dove nella classifica live Vavassori è attualmente al n.20 e Bolelli al n.21, con i primi 10 che si qualificano direttamente.