Padri-padroni. La lista, nel tennis, è lunga e sempre nuova, da Emmanuel (Mille)/Andre Agassi tradotta in best seller da un Pulitzer a Sergio/Camila Giorgi dei giorni nostri. Con gli occhi di padre, provateci voi a sostenere le ingenti spese e a tracciare le linee-guida della carriera di un aspirante stregone, senza certezze sul futuro, chiedetevi se vi fidereste ad abbandonare vostro figlio/a in un mondo iper-professionistico, pieno di avidi manager e coach dubbi. Chi ha imbracciato una racchetta come chi va a braccetto coi tutorial sa, sente, è sicuro. “Lo faccio per te, fai come ti dico io che ti voglio bene, nessuno ti conosce come me” sono espressioni che preludono, ahinoi, anche a modi bruschi, minacce, e peggio anche in altri sport. E finiscono quasi sempre in inguaribili traumi psicologici e in fratture umane insanabili.
ESEMPI
Che cosa sarebbe diventato il punk di Las Vegas con meches e toupet, unghie colorate e vizietti vari se il papà ex pugile fallito in Iran, da portiere d’albergo al famoso Caesar’s Palace non avesse spinto i figli a cercare nel tennis una via di riscatto sociale, costringendo fisicamente Andre alla Nick Bollettieri Academy? Come avrebbe fatto Steffi Graf a vincere la sua impressionante timidezza se Herr Peter non l’avesse costretta a giocare a tennis in casa dai 3 anni usando il divano come net, con la promessa di un Chupa-Chups? Da pluri-campioni Slam, fusi dalla comune esperienza parentale, sono diventati numeri 1 anche come marito e moglie “made in tennis”. Grazie a quali misteriose premonizioni, il praticante testimone di Geova Richard Williams decise che la seconda moglie dovesse dargli altri due figli perché Venus e Serena sarebbero state le future regine delle racchette? E quali arti persuasive ha usato?
CASI LIMITE
L’italianissimo Stefano Capriati, emigrato in America, fece un po’ di tutto prima di bussare alla porta del super-coach Jim Evert (il papà della signora del tennis, Chris), convinto che la sua Jennifer fosse un fenomeno. Aveva ragione lui. Jenny vinse l’oro olimpico del ’92 ma per aggiudicarsi 3 titoli Slam e salire al numero 1 del mondo impiegò una decina d’anni ancora, inframezzati dalla clamorosa ribellione della più famosa bambina-prodigio che voleva finalmente vivere da teen-ager qualsiasi, anche eccessiva, sfogando mille restrizioni. Per poi sparire ancora, depressa: il suo nome resta nella “regola Capriati” della WTA per tutelare l’accesso al professionismo. Papà Jim Pierce, detto “Gambadilegno” per una digressione in carcere, ha fatto di peggio: usava le maniere forti per educare la sua Mary, fu portato fuori a spalle da 3 bodyguard al Roland Garros ed espulso con foto segnaletica da tutti i tornei, raggiunse la famiglia che era scappata a Latina e fu accoltellato da un guardaspalle della moglie. Poi “Mariolona” col pugno del ko salì al numero 3 della classifica e vinse 2 Slam, illuminata: “Ho incontrato Gesù prima di vincere il Roland Garros. Mi ha pacificato, anche con papà”. Oggi fa parte di una congregazione cristiana alle Mauritius. E’ andata peggio a Mirjana Lucic col terribile papà Marinko ma soprattutto a Jelena Dokic, picchiata ed abusata dal papà-orco, Damir, come ha raccontato nell’autobiografia “Indistruttibile”. Da bellissima, precocissima, atleta salì fino al numero 4 del mondo battendo le più forti ma, l’amore-odio col padre l’ha trascinata in impossibili contese contro troppi demoni psichici e alimentari. Drammi che Marion Bartoli (col rigido papà Walter) e Aravane Rezai (che ha denunciato papà Arsalan) si sono evitate.
PAPA’ MODERNI
Sergio Giorgi è tuttora convinto di poter essere l’unica guida per la bella-velocissima Camila. Che è sempre stata un mistero: come tennista, capace di battere chiunque tirando a tutto campo come di perdere da sola, e come persona, indissolubilmente legata al papà. Apostolos Tsitsipas ne sa di più di tennis e non si stacca dal suo Stefanos, come gli ex pro di nome, da Aleksandr Zverev con Sasha a Bryan Shelton con Ben, a Christian Ruud con Casper. Come staccare il cordone ombelicale? “Il nuovo Connors”, Holger Rune, sembrava ci fosse riuscito, ma mamma Aneke s’è ripresentata imperterrita. Del resto “Connors doc” aveva sempre addosso mamma Gloria, come Michelino Chang con la signora Betty. Intanto fanno festa il tifoso Davide Bolelli e il coach Davide Vavassori: i figli, Simone e Andrea, battono Bopanna & Ebden, vendicando la finale degli Australian Open, e vanno nei quarti a Roma.
Vincenzo Martucci (tratto dal messaggero del 15 maggio 2024)