Sono passati 28 anni da quel giorno e come sapete il calcio è diventato uno spezzatino per le esigenze della TV che paga cifre astronomiche originando, tra l’altro, affari come quello di Bonucci. A me sembra uno sproposito pagare 40 milioni per un difensore trentenne (ma che dire dei 38 stanziati per Rudiger?) così come mi sfugge la solidità dei nuovi padroni del Milan, che sembrano possedere tesori senza limite in aperta opposizione ai cugini interisti, che invece paiono tirare la cinghia.
L’affare Bonucci, tuttavia, comprende un altro aspetto fortemente trasgressivo per certe regole non scritte del pallone: un giocatore che viene dall’avere vinto sei scudetti consecutivi con la Juve passa da un giorno all’altro sull’altra sponda, andando teoricamente a rinforzare una diretta concorrente, è qualcosa che colpisce anche il cuore di chi fa il tifo con un sentimento. E, come diceva la simpaticissima Simona Marchini ai tempi di “Avanti tutta”, “non si scherza con i sentimenti”.
Enrico Maida