In Italia, a 18 anni, meno di 1 adolescente su 3 pratica qualche attività sportiva o fisica e i tassi di sedentarietà sono da record.
Il problema è il cosiddetto “drop out” (abbandono precoce) che inizia già a 11 anni: a 15 anni meno di un ragazzo su 2 pratica attività sportiva continuativa, a 18 la pratica poco più di uno su 3 e i tassi di sedentarietà nel nostro Paese sono tripli rispetto a quelli delle altre nazioni europee.
Dopo la Scuola Primaria i ragazzi italiani cominciano ad allontanarsi dalla pratica sportiva continuativa e ingrossano le fila dei sedentari.
E se finora l’età spartiacque era quella tra i 14 e i 15 anni, negli ultimi anni si è osservato che il trend negativo comincia già a 11 anni. Infatti tra il 2019 e il 2020 la quota di ragazzi/e praticanti un’attività sportiva in modo continuativo è diminuita nella fascia d’età 11-14 anni, passando dal 56% al 50,4%, percentuale che tra i 15 e i 17 anni diventa del 48,5% e si assesta al 32,7%, tra i 18 e i 19 anni: una parabola discendente preoccupante con il crescere dell’età!
Preoccupante non è solo l’abbandono della pratica sportiva in età preadolescenziale e adolescenziale, ma quello che è pericoloso è l’elevato numero di sedentari assoluti, di coloro che non praticano nessuno sport, né alcuna attività fisica e questo fenomeno riguarda soprattutto le ragazze, in una percentuale che va dal 24% (tra i 15 e 17 anni) al 30% (tra i 18 e i 19 anni).
I sociologi, gli psicologi, i pediatri non hanno dubbi sui colpevoli del divorzio tra adolescenti e sport: le nuove tecnologie!
Infatti i giovani d’oggi trascorrono dalle 3 alle 4 ore al giorno davanti a uno schermo TV, computer o smartphone che sia.
Ma questo non basta a spiegare perché il tasso di sedentarietà degli adolescenti italiani sia più che triplo rispetto a quello dei loro coetanei europei (24,6% contro 7% nella fascia di età 15-24 anni), che non sono da meno dei ragazzi italiani nell’uso di tecnologie digitali, né per abilità né per tempo trascorso.
Alcune indagini svolte a “random” tra i giovani adolescenti in alcune città italiane, hanno evidenziato due principali motivi di abbandono sportivo:
– uno legato all’eccessivo impegno richiesto dallo studio (56,5%);
– l’altro riconducibile alle modalità di svolgimento dell’attività fisica.
Perché?
Queste le risposte relative all’indagine svolta:
– perché “fare sport è venuto a noia” (65,4%);
– perché “costa troppa fatica” (24,4%);
– perchè “gli Istruttori e gli Allenatori sono troppo esigenti” (19,4%).
Per riavvicinare gli adolescenti all’attività fisica e sportiva, bisogna offrire loro nuovi stimoli, l’agonismo esasperato dei giorni nostri, le aspettative e le pressioni eccessive dei genitori e degli Allenatori, rischiano di allontanare i giovani dallo sport.
Cosa bisogna fare?
Occorre valorizzare di più l’attività fisica anche non strutturata e la pratica sportiva non agonistica e questa è una sfida che deve coinvolgere anche le Società Sportive.
Ma il ruolo centrale di questa valorizzazione spetta alla scuola, soprattutto in quella secondaria inferiore e superiore.
Lo sport a scuola dovrebbe essere favorito ed incentivato, mentre oggi è considerato una perdita di tempo che toglie spazio ad altre attività più importanti.
L’Educazione Fisica è parte integrante dello sviluppo psicofisico degli adolescenti: lo sanno bene Paesi come la Francia che dedicano a questa attività il 15% dell’orario complessivo scolastico, percentuale che scende al 67% per gli studenti italiani.
Circa un terzo dei Paesi europei sta lavorando oggi a riforme che riguardano l’Educazione Fisica con interventi di vario tipo volti ad aumentare l’orario minimo, diversificare l’offerta, promuovere la formazione di coloro che la insegnano.
E in Italia?
In Italia per praticare lo sport bisogna pagare: dai Centri Sportivi per bambini ai campionati Under 20 (in tutte le discipline sportive). E non bastano gli incentivi del C.O.N.I. (pochi!!!) alle famiglie o gli “sconti” per i fratelli. Le Società sono diventate “quote” e più quote ci sono più giocatori per la prima squadra si posso acquistare. E fare qualcosa di diverso?
Due ore di Educazione Fisica la settimana nelle Scuole Secondarie Inferiori e Superiori, per non parlare dell’Educazione Fisica nella Scuola Primaria e dell’Educazione Psicomotoria della Scuola dell’Infanzia.
Siamo proprio il fanalino di coda in Europa, ma …….non cambia nulla: cambiano i banchi, le palestre saranno utilizzate come aule e la “ginnastica” conta sempre poco!! o nulla!
Cosa aspettiamo????