L’Atalanta ha resistito quasi 60′, meno del Borussia Dortmund in finale di Champions. La supercoppa europea è andata più o meno come si poteva prevedere, quasi un’ora di resistenza, con cenni di ottimo gioco bergamasco e due belle occasioni, la traversa di Marten de Roon, grazie a una deviazione, e la parata di Courtois sul colpo di testa di Pasalic. Strano che uno dei migliori portieri del mondo non sia stato titolare nel Belgio, agli Europei. Ha ragione Gasperini, a un certo punto ci ha creduto. Ma anche se l’Atalanta fosse passata in vantaggio, la forza del Real Madrid espressa nel secondo tempo è stata tale che difficilmente sarebbe arrivata anche soltanto ai rigori. Il fatto che non ci fossero i tempi supplementari poteva essere un vantaggio per la squadra più debole, resistere 95’ è meno arduo di 122’, circa, come hanno dimostrato gli Europei.
E’ la seconda edizione senza overtime, una scelta già fatta nella pallanuoto, dal 2013, addirittura. Sì, nei supplementari il livello di gioco e di spettacolo può calare ma quasi non è calcio senza l’appendice. E quasi neanche è pallanuoto, come abbiamo visto nel quarto Italia-Ungheria con lo specialista sui rigori Vogel a eliminare gli azzurri.
Da un lato la Fifa ai mondiali allunga le partite con i recuperi monster, dall’altro la Uefa accorcia aggiudicando un trofeo senza supplementari. Più spettacolare, allora, il golden gol, durato 7 anni, dall’Europeo del 1996, Germania-Rep. Ceca, risolto da Oliver Bierhoff, ribattezzato Oliver Bol da Paolo Colaiacomo, su Tuttosport, alla Confederations cup del 2003, Francia-Camerun 1-0. La prima fu a Euro under 21, 1994, la finale Italia-Portogallo, 1-0. I tempi supplementari comunque hanno scritto la storia del calcio, a partire da Italia-Germania 4-3, senza si perderebbe tanto.