Bloooog!
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Sinisa Mihajlovic aveva appena 53 anni. Ha tentato in tutti i modi di rimanere attaccato alla vita e al calcio – la sua vita appunto – ma non ci è riuscito. La leucemia mieloide se lo è portato via dopo tre anni di lotta e di speranza di tornare almeno a una parvenza di vita normale. Avanti e indietro con la panchina del Bologna, i video inviati alla sua squadra dalla camera dove è ricoverato in isolamento, i suoi giocatori che lo vanno a salutare sotto la finestra dell’ospedale dopo le vittorie. Una storia triste, ma, per assurdo, perfino con dei risvolti belli, di bontà e amicizia.
Fino alla decisione – cinica, brutale o forse realistica? – di esonerarlo e sostituirlo quest’anno. Sapemmo della sua malattia grazie – per alcuni per colpa – a un titolo choc del Corriere dello Sport e del suo amico Ivan Zazzaroni, che fece sensazione e che ruppe anche, temporaneamente, quell’amicizia. La malattia è ancora un tabù o forse, più semplicemente, uno che ne è colpito ha tutto il diritto di essere lui stesso a scegliere se e come dirlo agli altri. Di certo, nel calcio una cosa del genere non la puoi nascondere.
L’ultima apparizione qualche giorno fa alla presentazione del libro autobiografia di Zeman, suo mentore e amico. Tanti applausi per lui, poi la vita che se ne va spegnendo l’animo forte e fiero di un ex calciatore potente, trascinante, leader assoluto, per sempre ricordato per le sue punizioni a bomba. Alla Mihajlovic appunto. Personaggio a suo modo molto scomodo, serbo di grande fierezza, ma poi italianizzato non solo di passaporto ma anche di testa e mentalità, quasi sempre inseguito dall’urlo “zingaro” rivoltogli dal pubblico che lo percepiva come il nemico più insidioso. Ma anche un tipo simpatico ed eccentrico, ricordo quando si mise a ballare “Anvedi come balla Nando” sulla Rai, durante “Libero” di Teo Mammuccari. Sorprendente e divertente, certo, a volte addirittura esibizionista. Parliamo di quasi vent’anni fa, in un’altra epoca del calcio.
Da allenatore invece c’era un momento in cui gli era presa con le citazioni: da Kennedy a Orazio. “Dirò ai giocatori di non chiedersi cosa potrà fare la Samp per voi ma cosa potete fare voi per la Samp”. In tv ti poteva capitare allegro oppure acido e scontroso. In ogni caso, sicuramente una testa pensante notevole.
Leggi l’intero articolo su www.bloooog.it, il bar sport di Fabrizio Bocca (Foto tratta da eurosport.it)