Daniil & Andrey, Medvedev & Rublev. I quarti degli Australian Open 2021 replicano quelli dell’ultimo Slam 2020, agli Us Open, e quelli di San Pietroburgo e Cincinnati 2019, nei quali, finora, ha sempre vinto il campione del Masters che è 17 mesi più anziano (24 anni contro 23), è più in alto in classifica (n. 4 contro 8 del mondo) ed ha anche più centimetri d’altezza (1.98 contro 1.88) e più chili (83 contro 75), più titoli ATP Tour (9 contro 7), il doppio dei premi ufficiali (14 milioni di dollari contro 7) e più esperienza nei grandi match degli Slam, dopo la finale degli US Open dell’anno scorso persa solo al quinto set contro Nadal; mentre il “gemello” ha raggiunto al massimo i quarti, ma quattro volte e in tre Majors differenti.
Il derby fra i due titolari di singolare della Russia, che si è aggiudicata la ATP Cup contro l’Italia sempre a Melbourne come prologo degli Australian Open, promette di replicarsi spesso a più alto livello per le qualità tecniche e fisiche dei due giocatori e per la rivalità interna che esiste da sempre fra loro.
Quant’erano vicini nelle incontenibili sfuriate da giovani alla ricerca di un equilibrio sempre molto delicato in quella costante ricerca del punto! Quanto lo sono tuttora negli usi e costumi, fin dalla comune nascita a Mosca! Ma sono anche diversissimi in tutto: dai genitori, quelli di Medvedev sono emigrati in Francia appena dopo la nascita di Daniil proprio per offrire al figlio maggiori opportunità di quelle che avrebbe avuto in Russia, all’aspetto (Medvedev è castano, Rublev ha i capelli rossi), allo stile, di gioco uno dal tennis vario e creativo, assolutamente imprevedibile, l’altro soprattutto di potenza, un giocatore di scacchi contro un fiero attaccante da fondocampo.
Dopo essere cresciuti assieme nelle rappresentative giovanili rappresentando la Russia, una volta professionisti, Daniil si è indirizzato verso Gilles Cervara, un coach dall’approccio psicologico-scientifico, e si allena ad Antibes, sulla Costa Azzurra, dove vivono i genitori, mentre Andrey (padre ex pugile e mamma maestro di tennis), per crescere, ha sposato la scuola della terra di Spagna e Fernando Vicente, un ex pro pazzerello in campo come lui.
Come finirà il derby russo di Melbourne? Medvedev, imbattuto da 18 partite, sembra favorito in virtù dell’arsenale di varietà e della solidissima risposta, ma le motivazioni di Rublev, che l’anno scorso s’è aggiudicato cinque tornei, sono formidabili così come la sua crescita.
In attesa del responso sul campo, c’è già uno sconfitto: è il terzo della triade di giovani russi in prima linea, Karen Kachanov, 24enne come Medvedev, che si allena e fa coppia da sempre con Rublev; nche lui di Mosca, cresciuto con gli amici, ha un potenziale inferiore e non sta tenendo il loro passo, tanto che è sceso al 20 del mondo e non riesce ad eccellere nei grandi tornei.
Medvedev e Rublev sono l’ultima coppia di “gemelli” diversi alla ribalta del tennis. A Melbourne s’è esibita anche la coppia di amici canadesi, Denis Shapovalov e Felix Auger Aliassime: uno biondo, mancino, col rovescia a una mano, 21 anni, con genitori ebrei sovietici emigrati in Canada; l’altro dalla carnagione scura (papà è del Togo), più giovane di 18 mesi. Si inseguono da sempre nel tennis, al momento è più avanti in classifica “Shapo” (numero ATP 12 contro 19), come anche come titoli pro, 1-0, anche se Felix ha perso sì, clamorosamente, sette finali su sette ma s’è aggiudicato il derby degli Australian Open portando i loro testa a testa sul 2-2 e, nato curiosamente lo stesso giorno di Roger Federer, l’8 agosto, promette potenzialmente di più.
I “gemelli” più famosi del tennis sono stati i “Sydney Twins” del 1934, gli australiani Lewis Hoad e Ken Rosewall (nato tre settimane dopo). Erano diversi nel fisico, nella personalità e nello stile di gioco: Hoad era potente, massiccio, schiacciava gli avversari, Rosewall, dal sublime rovescio, era molto tecnico. Nel 1956 i due si sono affrontati in tre grandi finali: Hoad ha vinto a Wimbledon e in Australia ma ha perso gli Us Open a Forest Hills il match che gli avrebbe potuto consegnare il Grande Slam. Quando si dice gli amici!
Erano amici per la pelle e testimone di nozze l’uno del matrimonio dell’altro Stan Smith e Tom Gorman. Protagonisti di una delle pagine più indimenticabili della storia del Masters. Nelle semifinali dell’edizione del Barcellona del 1972, Gorman, molto più debole dell’amico, si ritirò senza giocare il secondo match point lasciando via clamorosamente via libera al compagno di Davis che stava finalmente battendo su una grande ribalta. “Sul primo match point, ho sentito talmente tanto dolore che ho continuato nella corsa verso la sedia dell’arbitro e gli ho annunciato il ritiro. Non potevo continuare. E, comunque, il giorno dopo non avrei potuto giocare o non sarei stato competitivo”.
Sono stati amici inseparabili Mats Wilander e Joachim Nystrom: lontani appena 18 mesi d’età, hanno formato l’ossatura della Svezia “post Borg”, anche se lontanissi come livello in singolare, col primo che è stato numero 1 del mondo e ha vinto 7 Slam, ed il secondo che comunque è arrivato al numero 7 con 13 titoli. I due sono noti soprattutto come coppia di doppio campione a Wimbledon e di tre finali di coppa Davis e del Masters. Ma soprattutto come coppia fissa a cena a ristorante, lontano dai riflettori dei tornei.
Sono da sempre “gemelli” anche due atleti di diversa nazionalità, aspetto, carattere, tutto ma di uguale lingua, gusti e passioni come Stan Wawrinka e Gael Monfils. Così come sono stati sempre prossimi altri coetanei che si sono frequentati praticamente da sempre sul campi da tennis, formando coppie fuori dal campo che molti non riuscivano a comprendere e che si spiegavano con un mese di differenza all’anagrafe, superando qualsiasi barriera linguistica: Marin Cilic-Juan Martin Del Potro, Juan Carlos Ferrero-Marat Safin, Carlos Moya-Guga Kuerten, Pete Sampras-Goran Ivanisevic, Thomas Muster-Boris Becker, Ivan Lendl-Yannick Noah, Guillermo Vilas-Jimmy Connors.
Gli ultimi gemelli diversi più noti, capaci entrambi di vincere Slam e di salire al numero 1 del mondo, sono stati lo scozzese Andy Murray e il serbo Novak Djokovic. Il primo è nato 15 maggio 1987, il secondo il 22; il primo, quando Nole aveva forti problemi finanziari ad inizio carriera aveva favorito un suo cambio di nazionalità come suddito di sua maestà, il secondo per ricambiarlo del favore, ha contribuito alle bocciature di Andy nelle prime finali Slam e anche dopo nelle cinque finali su cinque perse agli Australian Open. “Gemelli” diversi. Quasi amici.
Vincenzo Martucci (testo e foto tratti da www.supertennis.tv)