Clamorosa svolta nella guerra contro il Corona Virus: il Roland Garros slitta dalla sua abituale data, fra l’ultima settimana di maggio e la prima di giugno, al 20 settembre-4 ottobre, trasferendolo al secondo posto fra i quattro tornei del Grande Slam, dopo gli Us Open fissati ad agosto. Che poi probabilmente anticiperanno a loro volta il via perché al momento dovrebbero concludersi il 13 settembre e consentirebbero un lasso di tempo insufficiente anche alla disputa delle qualificazioni dell’appuntamento parigino. Per cui è prevedibile che a questo primo, clamoroso, spostamento ne seguiranno altri.
Di sicuro, la storica decisione di ITF, ATP e WTA che gestiscono il tennis professionistico scuote lo sport tutto e dà una prima significativa risposta alle mille domande sul futuro delle racchette, sullo sport e su tutta la nostra vita stravolte dal Corona Virus. Mai, da quando si svolge, cioè dal 1891, il torneo di tennis più famoso che si disputa a Parigi e si identifica con la terra rossa aveva abbandonato la data in primavera, determinando con la sua presenza tutti i tornei sul rosso europeo e fungendo da boa prima delle gare su erba e poi sul cemento americano. Aveva cambiato sede, denominazione e anche superficie, da Campionato Internazionale di Francia al Racing Club de France, su erba, per alternarsi sui campi dello Stade Francais, etichettarsi come Campionati del mondo sulla terra battuta, e quindi Internazionali di Francia, per identificarsi dal 1928 nel torneo del Roland Garros, a Porte d’Auteuil, che ne è tuttora la sede. Ma la data non l’aveva mai abbandonata.
La Federtennis francese rinuncia alla data storica perché non poteva cancellare un avvenimento così importante del panorama sportivo mondiale che produce circa 300 milioni di euro di introiti e si è appena allineata agli altri tornei dello Slam coprendo il campo centrale. Ha auto-finanziato al 95% quest’operazione esponendosi per 350 milioni di euro, e non può rinunciare all’incasso dell’edizione 2020. Da cui le pressioni sul mondo del tennis per ottenere lo slittamento in un periodo dell’anno ancora possibile di tornei, pur stravolgendo gli interessi di altri eventi, che meritano tutto il rispetto, ma sono comunque minori.
Questa mossa storica, ma inevitabile, permetterà sicuramente ad altri grandi tornei di rilanciare un riadeguamento generale di tutta la stagione, dal 2021, segnatamente Roma che chiede da anni di allargarsi a 10 giorni come gli altri Combined Event di Indian Wells e Miami. E’ probabile che tutti i tornei slitteranno di una-due settimane, rispetto all’ordine fissato fino all’anno scorso, a cominciare dagli Australian Open, pressati dalla nuova ATP Cup d’inizio gennaio. La rivoluzione francese del 2020 aiuterà magari il rilancio dell’altro grande torneo parigino, il Masters 1000 al palasport di Bercy, a fine ottobre, e permetterà di ridefinire la data della “nuova” coppa Davis. Che il nuovo patron, Piqué, vorrebbe anticipare rispetto all’attuale collocazione di novembre.