Dopo una battaglia forsennata di più di due ore, vince Alcaraz e Sinner deve salutare Indian Wells. Ma sembra quasi che per questi due fenomeni, la cosa più importante sia un’altra: il piacere di giocare con un amico, rispettandolo. Questo si è visto prima, durante e dopo la tanto attesa partita tra i due nuovi fenomeni del circuito, indipendentemente dal risultato e dalla posta in gioco del momento. Non ci sono classifiche, prize money e prestigio che tengano: per Jannik e Carlitos conta in primis il rapporto umano e il rispetto per gli altri.
Non è una grande novità se pensiamo ai loro comportamenti, in campo e fuori, del rapporto straordinario con le rispettive famiglie e i rispettivi team. Però questa non è una situazione scontata nel quotidiano sfrenato e inebriante del circuito, nel tourbillon del successo, dei guadagni e della scalata ai record. Eppure, questi ragazzi, top player osannati in tutto il mondo e ormai ricchissimi, sono un esempio luminoso e prezioso di come dovrebbe essere, sempre, lo spirito della rivalità sportiva.
In semifinale a Indian Wells sono giunti al nono scontro diretto. Lo ha vinto Carlos, interrompendo la storica corsa di Sinner dopo 19 vittorie di fila, 16 nel 2024. Jannik si è dovuto arrendere alla rimonta scatenata dello spagnolo che, dopo poco più di due ore complessive (con un’interruzione per pioggia), è volato in finale con il punteggio di 1-6 6-3 6-2 e ha salvato la seconda posizione mondiale. Un risultato importantissimo per lui che, a digiuno di vittorie da Wimbledon 2023 e finalista l’ultima volta a Cincinnati nello stesso anno, ritrova così uno sprazzo di luce. Delusione invece per Sinner, superato alla distanza dopo una partenza lampo e minato, forse, alla fine del match, da alcuni acciacchi fisici ora da accertare.
Eppure, i due ventenni hanno affrontato e vissuto un match e un risultato del genere con una serenità fuori dal comune e, soprattutto, con la loro fresca e sana amicizia. Già alla vigilia dell’incontro, Carlos, ex n. 1 del mondo e attuale n. 2, ha espresso la convinzione dell’attuale superiorità di Jannik alla luce degli ultimi straordinari risultati dell’azzurro. Allo stesso modo, Sinner ha sempre esaltato le grandi vittorie e le doti dello spagnolo. Fino a pochi mesi fa (certo, prima di realizzare le recenti imprese storiche), sottolineava come per lui non ci fosse rivalità con Carlos nonostante il bilancio di 4-4 nei precedenti, proprio per la superiorità dei risultati dell’ex n. 1 del mondo, e ha ribadito quanto fosse sempre bellissimo giocare insieme, giudizio confermato anche prima della semifinale di Indian Wells. Ma al di là delle dichiarazioni rispettose e certamente sincere da parte di entrambi, l’immagine più bella che ci piace ricordare e rivedere nei video ormai diventati virali, è quella della loro bella e scherzosa chiacchierata durante il riscaldamento poco prima della partita o del loro “cinque” al momento dell’ingresso in campo. E poi i sorrisi divertiti dopo uno dei punti più spettacolari del torneo, vinto da Jannik nel primo set. Scene rare, che ci fanno emozionare più di un matchpoint…
Jannik Sinner & Carlos Alcaraz share a high five before their match at Indian Wells.
Rivals & friends.
Friends & rivals.
— The Tennis Letter (@TheTennisLetter) March 16, 2024
Per non parlare della scena tenerissima durante l’interruzione per pioggia, in cui Jannik sorregge l’ombrello al posto della raccattapalle venutagli accanto per ripararlo dall’acqua. Sinner, un vero gentiluomo, sempre e comunque.
Quanto ad Alcaraz, beh…in questo frangente invece meriterebbe una tiratina d’orecchie perché, al contrario dell’amico, è stato un po’ distratto. Immerso nella propria concentrazione, ha lasciato alla ball girl l’onere di tenere l’ombrello per tutto il tempo. A parte quest’unica mancanza, lo spagnolo non ha mai deluso. Sempre durante la semifinale di sabato, quando il gioco è stato interrotto, ha aspettato Sinner per poter uscire insieme a lui dal campo e i due si sono allontananti chiacchierando allegramente.
Quando abbiamo avuto il piacere di assistere ad immagini come quella di Jannik? In realtà è già successo e non occorre risalire al tennis dei gentlemen inglesi e dei gesti bianchi. Il protagonista è stato nientemeno che Novak Djokovic, al Roland Garros di qualche anno fa. Personalità tra luce e ombre, lui, che il fairplay ogni tanto se lo dimentica negli spogliatoi, in quell’occasione il campionissimo serbo è stato davvero delizioso: seduto in panchina nell’attesa che spiovesse, ha impugnato l’ombrello porgendo poi la propria racchetta ad un raggiante raccattapalle, per fargliela ammirare. Chapeau Nole!
E poi come non pensare al “Fedal”, la rivalità più amata di tutte? Abbiamo assistito alla bellezza di 40 scontri diretti tra le leggende Federer e Nadal, con lo spagnolo vincitore di 24 match. Loro costituiscono senza dubbio l’esempio più luminoso degli amici-rivali, oltre il successo in campo. Un rapporto speciale, al quale i due hanno sempre tenuto moltissimo, testimoniato al meglio dalle immagini indimenticabili di quel 24 settembre 2022, dopo il doppio giocato insieme alla Laver Cup, durante l’omaggio a Federer per il suo ritiro: Roger e Rafa in lacrime, che si stringono la mano, scena ormai iconica. Tuttavia, Federer non è il più grande rivale di Nadal in termini di numeri perché lo spagnolo ha dovuto fronteggiare un certo Novak Djokovic ben 59 volte e il serbo è in vantaggio di un soffio, 30 a 29. Eppure, non è la stessa cosa. Nadal e Djokovic, rivali sì, amici un po’ meno.
Per non parlare di Martina Navratilova e Chris Evert. Un rapporto nato cinquant’anni fa e maturato lungo 80 partite disputate insieme e non solo, e ora trasformatosi in una splendida “sorellanza”, tant’è che le due si sono sempre frequentate e fortemente sostenute nello loro rispettive battaglie, fossero esse scelte professionali, di vita o lotta contro le malattie.
Perché, alla fine, l’insegnamento più importante dello sport e trasmesso dai grandissimi campioni è che, anche le più acerrime rivalità o le partite più massacranti, prima o poi, finiscono. Il rispetto, l’empatia e l’esempio invece restano per sempre.