Fabio Capello e il Milan vincono il terzo scudetto consecutivo pareggiando 2-2 a San Siro contro l’Udinese. I gol rossoneri di Boban e Simone per un trionfo che arriva a due giornate dal termine del campionato.
Mai nessuna squadra, dopo il Grande Torino, era riuscita a vincere lo scudetto per tre anni di fila. L’impresa porta la firma di Fabio Capello, il tecnico accolto come l’erede di Sacchi che ha la capacità di adattare il gioco e le situazioni tattiche alle caratteristiche degli uomini a disposizione.
Il suo Milan ha perso in un colpo solo i tre olandesi d’oro: Gullit ceduto alla Sampdoria, Rijkaard tornato in Olanda e Van Basten, in rosa ma fermo per i soliti problemi alla caviglia. L’avvio dei rossoneri è brillante ma, quando dopo i primi inciampi, il raffinato Boban, erede designato di Rijkaard, si procura una grave distorsione nel derby, il gioco di Capello pare incrinarsi. La società permette al tecnico di ingaggiare il francese Marcel Desailly che diventerà il fulcro del centrocampo rossonero. Il Milan non ha più intoppi e vola verso lo scudetto con un’ossatura più che collaudata. Rossi in porta, la classica difesa a quattro con Tassotti (spesso rimpiazzato da Panucci) e Maldini ai lati, Costacurta e capitan Maldini al centro. A centrocampo, la linea Maginot costituita da Albertini e Desailly e sulle fascie la razionalità di Eranio e la fantasia di Donadoni. In avanti Papin con l’irriducibile Massaro (capocannoniere della squadra con 11 reti) o in alternativa il guizzante Simone.
I rossoneri e Capello avevano vinto lo scudetto del 1992 con 8 punti di vantaggio sulla Juventus, del 1993 con 4 punti sull’Inter e rivincono quello del 1994 con 3 punti sulla Juventus. Sarà questo l’ultimo campionato dei due punti. Dalla stagione successiva ogni vittoria sarà premiata, come in Inghilterra e nel resto d’Europa, con 3 punti a vittoria.