Finalmente i Giochi Olimpici di Tokyo arrivano, o si spera che arrivino. L’astinenza, durata cinque anni e condita dalla mancanza di molto altro negli ultimi due, è stata dura e ora l’appetito è molto. L’obbiettivo di questo articolo è di creare la giusta tensione in vista dell’avvenimento e se possibile fornire, per tempo, alcune utili informazioni per vedere i Giochi in Televisione. Dopo Londra 2012 – pur avendo la possibilità di avere un accredito dal CIO – ho rinunciato ad andare a Rio come non andrò a Tokyo. Sia Rio che Tokyo sarebbero stati Giochi troppo stressanti per le distanze e per le attuali complicazioni pandemiche. E poi sono stato a 16 edizioni dei Giochi (fra Invernali ed Estivi) e da buon scaramantico il 17 lo voglio evitare.
Siamo legati a quanto potremo vedere in TV con la difficoltà – nel caso di Tokyo – delle 7 ore di differenza. In questi giorni abbiamo appreso qualche cosa su dove potremo vedere le dirette simultanee. Come è noto la RAI possiede solo i secondi diritti e quindi trasmetterà 200 ore di dirette, più ovviamente i servizi giornalistici. Presto dovremmo sapere come, quando e dove.
Discovery (quindi Eurosport) ha tutti i diritti, quindi 2500 ore. Come abbiamo letto sulla Gazzetta, nell’intervista di Andrea Buongiovanni all’AD di Discovery (Alessandro Araimo) tutto verrà miscelato “in diretta o a richiesta, non più sui tradizionali canali TV, ma tramite multipli feed digitali, integrati e simultanei”. Cosa vuol dire praticamente lo capiremo più avanti. Interessante quanto ha elaborato sul Corriere dello Sport Franco Fava circa gli orari, quelli corrispondenti in Italia, delle più importanti finali. Appassionati di Atletica e Nuoto preparatevi ad alzatacce orrende. Non per nulla il titolo dell’articolo è “Il primo mattino ha l’oro in bocca”. Sperando che le tecnologie permettano di registrare anche da i feed digitali.
Io intanto mi sto attrezzando e non mi vergogno di dire che userò due televisori, di cui uno che mi permetta di vedere anche via Internet. Siccome ho anche la parabola Astra posso anche “switchare” su ARD e ZDF.
Ora tutto questo è su cosa vedremo, il problema è su cosa ascolteremo e cosa leggeremo. Purtroppo io mi devo iscrivere a quella categoria di lettori e telespettatori molto esigenti. E so che questo è lo status di molti dei lettori di www.sportolimpico.it. Non è una questione caratteriale, ma solamente il fatto che siamo stati educati male.
Per mia fortuna quando ancora non avevo undici anni, trafficando nell’auto di mio padre mentre ero in villeggiatura, ho avuto la mia iniziazione allo sport ed all’atletica ascoltando alla radio il commento di Sergio Zavoli sulla Maratona con la terza medaglia di Zatopek ai Giochi di Helsinki. Poi tante altre voci mi hanno incantato: Alberto Giubilo e Rino Icardi con la loro proprietà di linguaggio sui cavalli; Nicolò Carosio, Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Beppe Viola per la maniera competente ed appassionata con cui hanno raccontato il calcio, anche con qualche errore, come il “quasi gol” di Carosio. E molti altri.
Lo stesso vale per la stampa scritta ed il piacere di leggere articoli che spesso toccavano la poesia. Il primo Luigi Gianoli, poi Gianni Brera, Gianni Mura e molti altri. Sia per i giornalisti della stampa scritta e di quella parlata in televisione non mi addentro a fare esempi dei giorni nostri perché non vorrei offendere nessuno. E infatti i nomi citati sono quelli di persone che purtroppo non ci sono più.
Onestamente non credo che sia in radio/televisione che nella stampa scritta si faccia più la giusta selezione e anche il giusto “allenamento” per preparare gli interessati ad avvenimenti come i Giochi Olimpici. Molti giornalisti della stampa scritta o parlata fanno il loro debutto nel grande evento senza averlo mai conosciuto prima. È come se un atleta pensasse di partecipare ad una finale olimpica senza aver partecipato prima ad una gara di qualificazione. Non è necessario solo conoscere il proprio sport c’è bisogno di qualcosa di più che sintetizzerei in “cultura sportiva” che quasi mai significa calcio. Meriterebbe un test preventivo!
Questo mi ricorda un episodio con tanto di scherzetto che feci a Mario Pescante quando era presidente del CONI. Lui era sempre pieno di nuove idee, volava alto, si direbbe oggi. Ma era staccato dalla realtà di tutti i giorni. Convocò una riunione, credo, per la formazione del Club Olimpico, una delle sue eccellenti idee. Eravamo intorno al tavolo e feci trovare davanti a lui ed agli altri un foglio in cui chiedevo di rispondere a due domande: quanto costava un litro di latte e quanto un chilo di pane. Ovviamene lui non seppe rispondere e quindi lasciò a noi l’implementazione del progetto. Mi perdonò lo scherzo solo perché, in tempi non sospetti nel 1971, quindi prima che diventasse segretario del CONI, era stato mio testimone di nozze a Torremolinos (Malaga)!
Non so cosa consiglierei a chi deve scegliere radiocronisti, telecronisti e giornalisti che devono seguire i Giochi Olimpici. Una soluzione sarebbe fargli riempire la scheda che segue, o qualcosa di simile:
EVENTI SPORTIVI
Ogni aspirante dovrebbe mettere una crocetta indicando quante volte è stato nell’impianto o all’avvenimento. Basterebbe essere in grado di soddisfare positivamente la risposta relative alla presenza per almeno 1/3 delle due schede, ma in discipline diverse, per potersi guadagnare la trasferta. Oppure chiedere il raggiungimento di un numero totale di presenze (almeno 30) in impianti od avvenimenti di almeno tre diversi sport. Non dovrebbe essere difficile raggiungere le 30 presenze se si pensa che Giampaolo Ormezzano ha il seguente score: 25 Giochi Olimpici, 15 Tour de France, 28 Giri d’Italia, 7 Mondiali di calcio, 3 Universiadi e 30 altri mondiali di sport olimpici.
Senza andare agli “eccessi” di Ormezzano – che oggi delizia i nostri lettori con il suo “Io non c’ero” – mi parrebbe necessario per chiunque volesse commentare i Giochi Olimpici poter vantare alcuni di questi avvenimenti o visitato alcuni di questi templi dello sport. Non è solo una questione di conoscere le regole ed i partecipanti, ma anche di essersi mischiato a folle, aver calpestato zone miste, odorato spogliatoi. Non solo aver seguito gli avvenimenti comodamente dal “desk”.
Sono un illuso?
Luciano Barra tratto da www.sportolimpico.it