Una mattinata prestigiosa per l’Inter questa mattina a Milano dove tutto era pronto per la consegna dell’Ambrogino d’Oro al Club per la seconda stella raggiunta…eppure…Eppure qualcosa è mancato: il calore dello stadio, l’abbraccio dei tifosi, pur presenti fuori da Palazzo Marino pronti come sempre ad abbracciare la squadra.
La platea era istituzionale, la cornice prestigiosa: la Sala Alessi di Palazzo Marino dove fiero risalta lo stendardo che raffigura Sant’Ambrogio, il patrono di Milano. Ma la curva era ingessata, nonostante il tentativo del sindaco Sala di rompere un po’ il ghiaccio (o di sembrare simpatico?) “Devo cercare di essere istituzionale – le parole d’esordio – ma il mio interismo viene fuori”. Poi i ringraziamenti, alla squadra per il suo “comportamento in linea con la città, “internazionale”, perché ormai “di Milanesi ce ne sono pochissimi”; al Mister, Simone Inzaghi e alla società, tutta, “a partire dall’ultimo magazziniere” e al capitano Lautaro, per essere diventato così milanese pur essendo arrivato da così lontano. E infine l’augurio, che il 20 sia un punto di partenza, non di arrivo.
E’ stato il CEO Sport Giuseppe Marotta a scaldare la sala evocando nel suo intervento l’immagine della folla dei 500mila tifosi che dopo Inter -Torino hanno invaso le strade di Milano fino a convergere in piazza Duomo. “Certamente – ha detto – lo sport, il calcio è un fenomeno di business, ma soprattutto è un fenomeno sociale di aggregazione potentissimo. In mente abbiamo la folla di 500mila persone giunte a festeggiare i colori neroazzurri, tutti insieme, famiglie, mamme, papà, pervasi da una felicità in grado di annullare tutte le differenze sociali”.
Differenze che forse proprio per il tipo di cerimonia questa mattina un po’ si sono sentite. Ma tant’è. Ogni momento ha il suo campo e le sue regole. E la squadra, composta, elegante, orgogliosa ha perfettamente espresso i valori ricordati da Marotta: cultura di appartenenza e voglia di vincere, le fondamenta su cui porre le basi per alzare ancora l’asticella con coraggio, umiltà e ambizione, senza dimenticare di ringraziare tutti coloro che prima di loro hanno permesso di arrivare al traguardo dei 20 scudetti e il presidente Zhang capace di delegare “riconoscendoci quella fiducia necessaria per arrivare ai risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti”.
E dopo l’amministratore delegato Alessandro Antonello che ha ringraziato per il riconoscimento, prestigioso, l’Ambrogino d’Oro, che riconosce per sempre il legame indissolubile dell’Inter con Milano (legame ha sottolineato “che portiamo ovunque nel mondo ogni volta che scendiamo in campo”), ma che rappresenta anche un punto di partenza, ecco gli interventi più attesi, quelli del Mister e del capitano e forse i più emozionati, quasi sovrapponibili nelle parole e nello spirito sportivo: “A nome mio – ha detto Inzaghi – e di tutta la squadra, siamo anche noi che dobbiamo ringraziare tutta la città di Milano e soprattutto i nostri fantastici tifosi senza i quali questo percorso non sarebbe stato fatto con così tanta fiducia. Grazie per tutto quello che ci avete dato e Forza Inter!”.
Ora non resta che aspettare la grande festa in programma a San Siro domenica 26 maggio dopo Inter-Lazio. Sold-out.
Benedetta Borsani