Il club giustifica lo sprofondo rosso con l’inizio di un percorso di ricostruzione. Ci sono stati investimenti sulle infrastrutture del Vismara e di Milanello, sul parco calciatori, sul potenziamento dell’area digitale e commerciale con inserimento di nuovo personale. Non sono soltanto gli stipendi dei calciatori ad essere lievitati, ma i costi del personale in generale, saliti da 150,4 a 184,8. Gli introiti da sponsor sono scesi da 44,7 a 38. Nel 2009 il Milan fatturava 327 milioni e la Juventus 240. Ora la Juve vola a 621 e il Milan cade sempre più giù. In un anno senza Europa, ci si può permettere conti in profondo rosso senza sanzioni, ma prima o poi il Milan dovrà rientrare nelle coppe, soprattutto se vuole tornare ad avere appeal. Ora più che mai, i tempi del calcio e quelli dell’economia sembrano sfalsati. Sarà dura farli combaciare in fretta.
Alessandra Bocci e Marco Pasotto, la Gazzetta dello sport
I ricavi sono fermi da almeno dieci anni, dunque le cifre risalgono alle battute finali dell’era Berlusconi, mentre le spese sono aumentate con gli anni, e il tutto senza raggiungere significativi risultati sportivi.
Antonio Vitiello, Corriere dello sport-Stadio
Il risultato negativo è anche dovuto alla scelta di imputare nel bilancio ’18-’19 una serie di somme accantonate e di svalutazioni di giocatori che si trascinavano di anno in anno. È una procedura tipica di proprietà o di manager appena insediati: ci si butta tutto alle spalle, per ripartire più leggeri. C’è chi dice che Elliott lo faccia per vendere meglio: è indubbio, ma allo stesso tempo chi subentra potrà investire da subito per i giocatori invece di dedicare risorse al risanamento dei conti. Nonostante il Milan abbia perso 290 milioni in due anni, la società non corre rischi. Le perdite sono state coperte da Elliott.
Luca Pagni, la Repubblica
Tratto da www.loslalom.it
Il meglio del racconto sportivo. Scelto e commentato