Ad Hannover, nella finale del Masters, si assiste a una delle più belle partite nella storia del tennis. L’americano Pete Sampras, numero 1 del mondo, supera in cinque set l’idolo di casa Boris Becker con il punteggio di 3-6, 7-6, 7-6, 6-7, 6-4. Per Sampras è la terza vittoria al Masters mentre per Becker è l’ottava e ultima finale della carriera (3 vittorie e 5 sconfitte).
Duecentoquaranta minuti di emozioni, serve and volley, chip and charge, rovesci tagliati, acrobazie a rete: roba da cineteca. Pronti via e Becker fa subito capire che intende fare sul serio: quattro ace consecutivi nel primo gioco. Nel quinto gioco Boris mette a segno il suo unico break di tutto il match e si porta a casa il primo parziale: 6-3. Dopodiché, tre tie break di seguito; i primi due vinti da Sampras, il terzo – quello memorabile del quarto set – vinto da Becker 13-11 dopo aver annullato due match point. Nel quinto set tutto regolare fino al 4-4, ma alla quinta palla break di tutto il match Sampras, con un mirabile passante di rovescio lungolinea, riesce a togliere per la prima volta il servizio al rivale. Finisce 6-4 al quinto per l’americano, con Becker che però totalizza 14 punti in più del suo avversario (179-165) e lo stesso numero esatto di game (29 a testa).
Nella storia del tennis Open sono state considerate più emozionanti soltanto la mitica finale di Dallas del 1972 tra Ken Rosewall e Rod Laver (4-6 6-0 6-3 6-7 7-6 per Rosewall), la finale di Wimbledon 1980 tra Bjorn Borg e John McEnroe (1-6 7-5 6-3 6-7 8-6 per lo svedese), la sfida valevole per i quarti dell’Open degli Stati Uniti del 2001 tra Pete Sampras e Andre Agassi (6-7 7-6 7-6 7-6 per Sampras) e la finale di Wimbledon 2008 tra Roger Federer e Rafael Nadal (6-4 6-4 6-7 6-7 9-7 per lo spagnolo).