Dal quinto trionfo di Djokovic del 2015, il Masters non è cosa dei Tre Grandi. Quest’anno, Nadal, che non l’ha mai vinto, si porta comunque a casa il numero 1 del mondo a fine stagione e un’eliminazione a testa alta che molti non capiscono (la differenza set rispetto a Zverev e Tsitsipas a parità di vittorie-sconfitte, 2-1). Federer, che ha firmato sei tornei dei Super8, record, ha vendicato la terrificante sconfitta nella finale di Wimbledon mancando due match point contro Djokovic e, a 38 anni, s’è comunque qualificato per le semifinali, cedendo al proprio, evidente, calo di servizio-dritto e poi al più “federiano” dei giovani leoni, Tsitsipas. Ma il terzo tenore del tennis, Novak Djokovic, che poteva chiudere l’anno da indiscutibile numero 1 corredando i trionfi di Melbourne e Londra col primato in classifica di fine stagione, lascia invece la O2 Arena di Londra come il grande sconfitto, il grande deluso.
NOLE FRETTOLOSO E FALLOSO
Di più, sembra ricaduto nei clamorosi black out psico-fisici di due anni fa: incapace di gestire lo stress, insofferente al pubblico sempre avverso, è ridiventato all’improvviso frettoloso, impreciso, distratto, e clamorosamente falloso. Lui, il “cannibale” che soffoca gli avversari, il muro impenetrabile, l’implacabile campione di gomma che trova tutte le risposte, l’eroe di Serbia che dichiara apertamente di voler superare nel libro dei record sia Nadal che Federer, lui, proprio lui, il super-atleta, s’è fatto superare in velocità dal Magnifico. Possibile? La differenza fra il Djokovic imbattibile e quello irriconoscibile è troppo evidente, il passaggio fra le due realtà è troppo repentino e importante per non suscitare qualche perplessità. E tante domande.
IRRICONOSCIBILE CONTRO FEDERER A LONDRA
Che cosa gli è successo contro Federer? Perché non ha reagito? Come mai ha fallito la partita più importante contro un avversario che aveva battuto quattro volte di fila? Perché, nella stessa città di Londra, ha avuto un peggioramento così repentino, dall’erba di Wimbledon di luglio, quand’ha trasformato il tifo contro in imbattibile auto-incitamento al veloce indoor della O2 Arena di novembre, quand’ha invece abbassato afflitto la testa già al primo applauso del pubblico sul doppio fallo e s’è sciolto come un burattino senza fili al boato della folla che ha accompagnato il secondo doppio fallo?
D’accordo, non è facile combattere sempre contro tutto e tutti, da solo, d’accordo, la stagione è stata lunga e dura, i giovani rampanti sono sempre più solidi e credibili, i rivali tradizionali sono sempre vivaci, i problemini al gomito permangono, come pure le pressioni della sua piccola-grande nazione, della famiglia, di sé stesso. Ma, ugualmente, il calo di Nole è stato troppo clamoroso per non nascondere altre e più importanti motivazioni.
JELENA: “NON SONO COLPA DELLE SUE SCONFITTE”
Il tam tam degli spogliatoi del Masters di Londra sussurrano infatti che Nole sia arrabbiato e nervoso per questioni familiari: con la nascita del secondo figlio, Tara, che dal 2017 ha fatto compagnia a Stefan, nato nel 2014, non ha risolto i problemi con la sua Jelena. Da lì nascerebbero i troppi pensieri che gli si sono conficcati nella testa, prendendo il sopravvento su quelli tennistici. Svuotandolo di tutta la forza come Sansone coi capelli tagliati.
L’anno scorso, in un’intervista alla tv serba, Jelena aveva negato di essere la causa del calo di rendimento del marito: “Nella vita di Novak ricopro una parte molto importante, ma nella carriera tennistica il mio ruolo è stato quello di offrirgli amore e sostegno. Non è vero che la colpa delle sue sconfitte sia mia. Sono orgogliosa della sua determinazione, della forza e dell’amore che ci mette in tutto quello che fa, Novak trova l’equilibrio per tutto nella vita, è un uomo che sa promuovere i valori veri con tutti i gesti della vita. La gente cerca polemiche ovunque”.
DA MADRID E MELBOURNE QUALCHE RISPOSTA
Fra la Coppa Davis a Madrid della prossima settimana, dove Nole ha cercato subito asilo, e gli Australian Open di gennaio, per lui “happy Slam” più ancora che per tutti gli altri tennisti, si potrà vedere se le voci erano solo voci, e le sensazioni di un Djokovic di nuovo debole e perso erano solo sensazioni. Oppure se sono molto di più. Intanto, Nole lascia Londra a capo chino e con pensieri negativi che sembrava aver cancellato.
*Articolo ripreso da Supertennis.TV*