Flavia Pennetta sa fare tutto bene. Campionessa da record, talentuosa, dal tennis chirurgico e spumeggiante al tempo stesso, ora, lontana dalle gare, dimostra (ma non è la prima volta) di saper maneggiare con abilità anche il microfono e di essere totalmente a suo agio nel ruolo di anchorwoman davanti ad una telecamera. Con grazia e gentilezza. La tennista brindisina era infatti presente al Rolex Montecarlo Masters per affiancare Stefano Meloccaro nel programma “The Insider” di Sky Sport Tennis, animando la rubrica “Unfiltered by Flavia Pennetta”.
Tra un collegamento e l’altro, abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere insieme a lei. Con la pacatezza e la riflessività che la contraddistinguono, Flavia ha saputo offrire, ancora una volta, spunti equilibrati e mai banali.
Protagonista di una carriera luminosa dai primi anni 2000, il 12 settembre 2015 Flavia vive l’apice del suo percorso da campionessa: a 33 anni, entra infatti nella rosa dell’eccellenza del tennis mondiale conquistando il trofeo allo US Open, unica tennista tricolore a riuscirci a New York e seconda a conquistare un major dopo lo storico exploit di Francesca Schiavone al Roland Garros, nel 2010. Non solo. La finale neworkese è doppiamente storica poiché tutta italiana: dall’altra parte della rete, infatti, a contenderle il sigillo di Flushing Meadows c’è Roberta Vinci- sua grande amica – vittoriosa in semifinale contro una certa… Serena Williams. Ex n. 6 del mondo, Pennetta, nel 2009, è la prima tennista azzurra ad entrare in Top 10; vanta in tutto 11 titoli tra i quali, oltre al trofeo Slam, la vittoria prestigiosa a Indian Wells, nel 2014, battendo in finale Agniezka Radwanska; disputa, inoltre, altre 14 finali WTA.
Flavia è donna da record anche in doppio, prima azzurra tra uomoni e donne a raggiungere la vetta della classifica mondiale. Sempre in doppio, alcuni anni dopo, ci riusciranno anche Roberta Vinci e Sara Errani. Nella disciplina ha conquistato 17 trofei, in particolare l’Australian Open (2011) e le WTA Finals a Doha (2010), entrambi insieme all’argentina Gisela Dulko; ha disputato altrettante finali, tra cui quelle dello US Open 2005 e 2014, rispettivamente in coppia con Elena Dementieva e Martina Hingis. Pennetta ha fatto parte del gruppo azzurro al femminile che ha riscritto la storia di questo sport negli anni 2006-2015: insieme a Francesca Schiavone, Roberta Vinci e Sara Errani (ma anche con Mara Santangelo e Karin Knapp), ha portato il tennis tricolore sul tetto del mondo vincendo ben quattro volte la Federation Cup (ora Billie Jean King Cup) nel 2006, 2009, 2010 e 2013.
Ora, a 42 anni, mamma di tre bimbi avuti con il marito Fabio Fognini, Flavia continua ad essere di grande ispirazione per le nuove generazioni di atlete che gareggiano nel circuito. Ricordiamo che Paolini, Trevisan, Cocciaretto, Bronzetti e Stefanini, le ragazze capitanate da Tathiana Garbin, nel 2023 hanno regalato all’Italia la prima finale azzurra al femminile nella Billie Jean King Cup dopo quella vinta nel 2013. Un momento di gloria assoluto per il tennis italiano che, 47 anni dopo il successo dell’Italia in Cile, vede trionfare in Coppa Davis la squadra maschile guidata da Filippo Volandri.
In particolare, Jasmine Paolini sta vivendo, finora, il momento migliore della carriera, grazie alla splendida vittoria in un torneo ‘1000’ a Dubai.
“Le ragazze stanno facendo molto bene” conferma Flavia, “Jasmine Paolini sta facendo particolarmente bene, come abbiamo potuto vedere nel mese di febbraio a Dubai, ora è salita ancora nel ranking, ora è n. 14, sicuramente questo fa sì che ci sia un movimento femminile che sta andando molto bene. Ovviamente oggi tutta l’attenzione è più spostata sul movimento maschile perché c’è Sinner, che è meraviglioso, ma ci sono anche altri ragazzi che stanno giocando tutti bene; per questo, adesso, si tende a parlare un po’ più degli uomini che delle donne, è un po’ quello che successe quando c’eravamo noi, ma al contrario, è un ciclo; è anche vero che un giocatore come Jannik coinvolge tantissimo. Sinner ha già avuto risultati incredibili ed è già il presente, un presente straordinario”.
Jannik Sinner, appunto. Al momento dell’intervista, Jannik stava disputando la semifinale contro Tsitsipas, poi persa al terzo anche a causa, purtroppo, del malaugurato errore arbitrale. “Sinner ha già fatto cose eccezionali, ormai è una certezza e una garanzia. Lui è già il presente ma, avendo 22 anni, ha tutta la vita davanti e una carriera in cui ormai l’età si è allungata; vediamo Nole in campo che è super competitivo ancora oggi. È normale che si tenda a fare subito i paragoni. Adesso stanno paragonando tantissimo Jannik ai Big 3, però c’è ancora un percorso lungo da fare”, spiega Flavia, “io do un valore enorme a quello che ha fatto e sta facendo, però bisogna avere un po’ più di calma con tutti questi numeri e statistiche, soprattutto per farlo stare sereno. Lui, fortunatamente, non è una persona che si scompone, non si fa destabilizzare da queste cose, perché è concentrato su quello che può fare dando il meglio di se stesso, a prescindere. Però tutta questa attenzione mediatica a volte non fa molto bene. E per arrivare al loro livello (dei big 3, ndr) dovrà fare per dieci anni quello che sta facendo adesso. Il passo è questo, come quello degli altri, ma loro lo hanno mantenuto per dieci anni”.
Flavia, ovviamente, partecipa ancora al mondo del tennis ma con un coinvolgimento e uno sguardo diversi. Ossevando alcune ex campionesse diventate madri che decidono di rientrare nel circuito, cosa ne pensa? Quali sono gli stimoli che le spingono ad affrontare un cameback così impegnativo?
“Avere la forza di tornare dopo aver partorito non è semplice. Devo dire che, se uno mi chiedesse cosa mi sarebbe piaciuto pensando alla carriera e alla maternità, è che i miei figli mi avessero vista in campo, che loro avessero il ricordo della mamma gareggiare, che avessero vissuto me atleta. Ecco, questo è l’unico pensiero se penso al mio ritiro. Però, per il resto, penso che siano tutte fortemente motivate, che abbiano ancora qualcosa da dare per concludere la carriera. Per esempio, una giocatrice come Caroline Wozniacki, per il percorso che ha avuto, presumo che ora abbia come principale obbiettivo le Olimpiadi… Comunque, per tutte coloro che tornano nel circuito, c’è sempre grande motivazione, anche se è molto complicato rientrare dopo una gravidanza”.
Nonostante sia perfettamente a proprio agio davanti ad una telecamera e spesso ormai abbia lei stessa il ruolo di intervistatrice, Pennetta ci tiene a mantenere discrezione e rispetto nei confronti degli atleti. “Essere dall’altra parte della telecamera? Cerco di non rompere le scatole! (sorride). Perché tante volte, e io ci sono passata, non si ha neanche più voglia di parlare, di raccontare, a volte non sai neanche più cosa dire! E invece ora mi trovo io stessa nella situazione di fare le domande e cerco di mettermi nei loro panni…”
Ma quanto è diverso il tennis visto dal campo e osservato da fuori? “Molto diverso! Da fuori, con la tranquillità, si vede tutto in maniera diversa, e si è molto più obbiettivi, si vedono le cose in maniera molto più chiara. Infatti, questo accade anche quando vedo Fabio giocare, magari lui a volte da dentro il campo ha una percezione completamente diversa dalla situazione, differente da quella che è realmente. È tutto molto più semplice, è più facile analizzare le cose, e lo si vede con serenità”.
Grazie Flavia!