Foto della nostra inviata a Roma – Marta Magni
È la giornata della convinta chiarezza, a dispetto del cielo grigio che ha aperto il sabato agli Internazionali BNL d’Italia. La giornata in cui Filippo Ganna conquista la tappa a cronometro di Desenzano del Giro d’Italia, mettendo dietro di sè il campionissimo Pogacar. Se vogliamo, anche la giornata in cui Marcel Jacobs vince il Roma Sprint Festival allo Stadio dei Marmi in 10”07, più rapido del 10’’11 registrato ad aprile a Jacksonville. È di sicuro anche la giornata di Verstappen che continua a dominare, centrando a Imola la settima pole position di fila. In serata, sarà la giornata in cui si scontrano i pesi massimi Tyson Fury e Oleksandr Usyk, per fare chiarezza nella giungla di sigle che governa la boxe contemporanea: chi vince stasera sarà il più forte del mondo perché avrà conquistato tutte le cinture.
La chiarezza è stata fatta anche nel tennis, con la cocente delusione per l’eliminazione del doppio Vavassori-Bolelli, fuori alle semifinali in due set contro Arvelo-Pavic. Soprattutto, la chiarezza più luccicante l’ha fatta Iga Swiatek, superando nettamente nella finale la rivale più competitiva, Aryna Sabalenka, regolata in due set per 6-2 6-3. Roma sancisce per la terza volta negli ultimi quattro anni la vittoria della polacca. Dopo i successi del 2024 a Indian Wells e Madrid, anche Roma si rivela terra di conquista. È stata la finale migliore possibile, direbbe Rino Tommasi, perché in finale a Roma si sono affrontate la n.1 e la n.2 del mondo. Da quanto tempo non si sfidavano in finale le prime due? Giusto dall’ultimo grande torneo, a Madrid due settimane fa. Sempre loro, Iga contro Aryna, Aryna contro Iga.
Non è una sorpresa: nei loro incontri, Coco Gauff ed Elena Rybakina non partono battute, ma scontano una discontinuità mai mostrata dalle prime due. È arrivata in finale in pompa magna la polacca, senza lasciare un set che sia uno per tutto il torneo, un po’ meno la bielorussa, che ha annullato tre match-point negli ottavi contro Svitolina, lottando anche con un problema alla schiena – al termine di un torneo femminile che ha di fatto salvato Roma dal grigiore degli uomini. In rosa belle partite, su tutte Gauff-Zheng, Swiatek-Gauff, Ostapenko-Sramkova e Collins-Azarenka mentre in campo maschile solo sorprese, che si riflettono in una finale un po’ anonima tra il n.24 Jarry e il n.5 Zverev. Invece qui ci sono state la n.1 e la n.2, che hanno incrociato le racchette per l’undicesima volta, adesso con 8 vittorie a 3 per Swiatek, 4-1 sulla terra.
Un divario che si fa molto largo, in una sfida dove un muro invalicabile si è opposto alla potenza con poco controllo. Sabalenka chiude il suo torneo con una prova molto fallosa, la Swiatek con un match perfetto. Il pubblico si deve accontentare di un incontro piuttosto piatto, dove il muro non ha lasciato scampo alla potenza. Una bella differenza rispetto a Madrid, dove le due hanno disputato una grande partita: tre ore e mezzo di grande intensità, con tre match-point annullati dalla ventitreenne di Varsavia. Ora arriva il Roland Garros, con Iga indiscussa favorita.