Il Mondiale è finito mentre Cristiano Ronaldo scendeva dall’aereo a Torino. Era cominciato con la sua tripletta alla Spagna e nessuno, a parte i diretti interessati all’affare del secolo, pensava che il 15 luglio sarebbe arrivato in Italia. Qualcuno credeva addirittura che potesse arrivare a Mosca. Invece no, perché quello che appena concluso è stato il Mondiale delle squadre. Quelle incapaci di saldare la grandezza del singolo alla centralità del gruppo sono finite fuori strada. Le stelle non hanno brillato, il palmares non è contato. Ha vinto la Francia di Didì Deschamps l’italien e non lo diciamo per consolazione. E’ così: tanti talenti, spirito sparagnino. Didì e la Francia meritano 10, a scendere le pagelle di tutti gli altri.
E’ stato un grande Mondiale, difficile dire se sia il più bello di sempre, ma è andato sicuramente oltre le aspettative (9). Popolazione e volontari gentili e disponibili, ottimo cibo (8,5) secondo i miei ispettori sul posto. Cerimonie sobrie, solo la canzone ufficiale non era granché (5). Shakira (9,5) con il gonnellino a frange in “Waka, Waka”, Sudafrica 2010, resta inarrivabile. Anche la Russia intesa come squadra (8) è andata oltre le attese, cedendo alla Croazia finalista all’ultimo rigore nei quarti. Un risultato eccezionale per il livello del calcio russo che senza il biglietto d’ingresso come paese ospitante avrebbe fatto fatica a entrare.
Male la categoria “Immensi” nel suo complesso. Il migliore è stato Ronaldo (7,5). Così così Neymar (5) poco decisivo e eccessivo in pianti, simulazioni, pettinature (2 al parrucchiere che gli ha fatto la “carbonara” della prima partita). Male Messi (3,5) anche in comunicazione: era lui che comandava o no? Nel secondo caso doveva smentire chiaramente. Hanno brillato Kylian Mbappé (9,5, mezzo voto in meno per una sceneggiata Neymar-style) e Paul “Polpo” Pogba (10), da un po’ non giocava così. Alla Croazia 9,5, è mancata la sfrontatezza e la grande tecnica offensiva dei francesi ma ha fatto un percorso magnifico, Conoscevamo i suoi campioni che hanno saputo dimostrare di non essere solo particelle ma parte di un insieme: Perisic (9), Mandzukic (9), Modric (9,5, calato nel finale) e tutti gli altri. Gente nota, perché James Rodriguez, la stella inattesa non si è manifestata. Bene il russo Golovin (8). Forse tra le sorprese positive possiamo mettere il terzino francese Benjamin Pavard (8), ventiduenne con la stoffa di un veterano e lo svedese Granqvist (8) e chi se lo ricordava così.
Un 10 lo merita la presidentessa Kolinda Grabar Kitarovic orgogliosa malgrado la sconfitta della Croazia, come tutto il suo piccolo paese. Simpatica, esuberante, ha abbracciato tutti sotto la pioggia, di cui non si è accorto neanche il francese Macron (8 per come ha cavalcato il successo). A proposito, l’istantanea di Vladimir Putin (8,5 per l’immagine positiva della Russia), unico potente protetto dall’ombrello, è la numero 1 (n.g. per manifesta superiorità). Le istantanee peggiori, ahilui, ce le ha regalate Maradona (10 e lode al giocatore, 0 ai suoi comportamenti). Sarà una rockstar, ma le prediche, le sceneggiate culminate nel doppio dito medio, sono state insopportabili. Il Belgio (8) di Roberto Martinez (8) era fortissimo, ma un Mondiale si vince tra le pieghe, come è riuscito alla Francia. Grande il torneo di Hazard (9). Portieri allo sbando, come ha dimostrato Lloris (7) che pure è stato bravo. Courtois (8) il migliore tra i pali, dopo alcune indecisioni iniziali. Tra gli allenatori, spiccano l’immagine e la saggezza da combattente mite di Oscar W. Tabarez (10), però i commossi e gli esaltatori della domenica che hanno già dimenticato il suo messaggio meritano meno 30. Jorge Sampaoli (2 per la mollezza dimostrata al comando) è stato proclamato c.t. meno elegante, ma se andava a Mosca finiva in passerella. Il super tatuato argentino, infatti, vestiva esattamente come il tedesco Low (1) che, come tutta la Germania (0), pensava di tirar via la solita semifinale. Errore. Il più trendy è stato Gareth Southgate, 8 per il risultato della sua Inghilterra, in semifinale dopo 28 anni, e per il suo panciotto. A Savile Row è ancora il capo più richiesto. Ai tifosi 9, solo qualche intemperanza perché la Lubjanka è ancora lì a fare da deterrente.
Sono stati tanti, colorati e festosi. Splendide le tifose (10) poi la deriva di #fifametoo le ha cancellate dalle inquadrature con la decisione più grottesca di Russia 2018 (meno 30).
Il Mondiale lo ha vinto anche Mediaset (9). E’ stato un trionfo televisivo: e non per i 12 milioni della finale, ma per i quasi 2 milioni e mezzo di Marocco-Iran a metà pomeriggio. Infine la Var. Continua a non piacermi, sono un romantico-tradizionalista, ma è andata molto bene (9). Non l’abbiamo inventata noi, ma si può dire che l’Italia sta alla Var come Steve Jobs (10 e lode) sta ai device, cioè ai vari ammennicoli tecnologici dei quali non possiamo più fare a meno. Una magra consolazione che non lenisce l’assenza degli azzurri dopo sessant’anni. Ci eravamo abituati all’idea del vuoto, ma alla vigilia del Mondiale si è materializzato il fallimentare commissario tecnico Gp Ventura (n.g. per manifesta incapacità) ricordandoci che non c’eravamo. Ammazza che magone, 10, per le sue dimensioni.
ARTICOLO APPARSO SULLA GAZZETTA DI PARMA IL 17/07/2018
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