Premessa
La parola Educazione viene dal latino “educere” che vuol dire “trarre fuori”, ma se dall’etimologia passiamo al significato reale o contenutistico eo finalistico, le voci suonano variamente secondo che provengano da sociologi, psicologi, moralisti o metafisici. Secondo Durkheim l’Educazione è una tecnica della socializzazione, secondo Joly è l’insieme degli sforzi che hanno lo scopo di dare a una persona il possesso completo e il buon uso delle sue facoltà, secondo Hebart è il mezzo per attuare nell’uomo la molteplicità degli interessi, secondo Kant è il mezzo che permette all’individuo di sviluppare tutta la sua perfezione, per altri l’Educazione non può prescindere dalla finale destinazione dell’uomo, ossia dalle esigenze assolute del suo destino soprannaturale. Ma la definizione che più mi piace è quella di San Tommaso: “Promotio hominis in quantum omo”, …… l’Educazione è lo sviluppo dell’uomo in quanto uomo.
Pillole di storia
La prima forma di attività fisica (si può parlare di sport?) risale ai tempi dell’uomo primitivo, che nelle caverne rappresentava con pitture e graffiti la caccia, la corsa, il salto, il lancio, la lotta che facevano pensare all’attività fisica per cacciare o sfuggire ai predatori.
Già nelle civiltà pre-classiche (Cina, Egitto, India, Persia,……) si praticavano attività fisiche e sportive come la lotta, la ginnastica, il pugilato, il nuoto, il canottaggio, la pesca, l’atletica, la danza e i giochi con la palla.
I primi Giochi Olimpici si svolsero in Grecia nella città di Olimpia (dal 776 a.C. al 393 d.C) e prevedevano soltanto la corsa, in seguito si aggiunsero i lanci del disco e del giavellotto, il salto in lungo (in realtà, una serie di salti a piedi uniti), la lotta, il pugilato, la corsa dei cavalli,…….. e mediante queste discipline si celebrava l’eccellenza dei singoli individui e il vincitore delle Olimpiadi veniva considerato come l’uomo più forte di tutti.
Oggi, come allora, è il luogo stesso a rivelarci di avere insé qualcosa di sacro e di profondo, qualcosa che percepiamo subito e che lega con un filo sottile un passato tanto illustre e glorioso al nostro presente, qualcosa che ci fa capire che, pure nell’apparente inconciliabilità delle diverse epoche, “non possiamo non dirci Greci”, perché è allora che è cominciato tutto (o quasi) quell’insieme di valori civili, sociali e perché no………. sportivi che dovrebbero caratterizzare lo sport.
Ai tempi degli antichi greci (che lo praticavano) e i romani (che lo guardavano), lo sport cominciò a diventare un pilastro della cultura di una civiltà.
I romani esaltavano l’uomo e le sue capacità fisiche tramite competizioni che lo mettevano alla prova, modificando il modello greco, che pensava allo sport come arte sacra e trasformandolo in arte dello spettacolo fatta per intrattenere il pubblico.
Proprio a questo periodo possiamo assegnare le origini della parola “sport” che deriva dal latino e che stava a significare “allontanarsi”, uscire dalla città per andare a competere e gareggiare in un’altra città.
Le origini dello sport sono riconducibili anche al periodo del Medioevo, dove da un semplice allenamento di guerra per i soldati, le diverse attività (la cavalleria, le giostre, la scherma, i duelli, la caccia al falcone, etc.)sono diventate discipline aperte a tutti, in cui ci si poteva sfidare.
Con il ritorno allo studio dei classici e dell’amore all’antichità, si ritorna all’antica concezione dell’Educazione Fisica come elemento di sviluppo armonico dell’uomo. Nel programma educativo di Pietro Paolo Vergerio si parla di esercizi fisici (scherma, equitazione, salto, corsa, pugilato e di armi), poi Vittorino da Feltre con “la Casa gioiosa”, Leon Battista Alberti con gli esercizi virili per i giovani. L’Umanesimo e il Rinascimento fu un grande movimento di idee, di vita e di cultura, che dall’Italia si espanse in tutto il resto dell’Europa: Rabelais, Montaigne, Elyot, Vives,……il valore educativo della corsa, del nuoto, l’equitazione, la caccia, la lotta, i giochi con la palla, i salti, i lanci, le marce,…….
Alle soglie del XVII secolo Tommaso Campanella, l’inglese Giovanni Locke, Rousseau con “l’Emilio”, verso la fine del ‘700 Basedow, Pestalozzu, Froebel, Spencer esaltarono nuovamente l’importanza dell’Educazione Fisica, l’indirizzo tedesco, la ginnastica svedese, l’Educazione Fisica francese con Amoros, Demolins, Demeny, Hèbert e poi lo sport inglese……..nato nel collegio di Rugby, presso Oxford, per opera di Thomas Arnold.
Quando l’attività fisica è diventata agonistica?
L’attività fisica assunse carattere agonistico solo a partire dal 1800 a. C. e…… a quell’epoca, in Irlanda si svolgevano “i Tailteann Games”, che contemplavano gare di corsa, salto, lancio e altre attività con carri e cavalli.
Ufficialmente lo sport nella sua forma moderna è nato in Inghilterra come attività che solo i ragazzi ricchi dei College potevano praticare e successivamente si aprì ad un pubblico più ampio, quando iniziò a piacere einiziarono a nascere le prime Società Sportive con le relative squadre.
Le Federazioni Sportive moderne sono nate dalla seconda metà del XIX secolo e tra le prime ricordiamo quelle della ginnastica e del tiro con l’arco (Germania 1862), di nuoto (Svizzera 1869) e di atletica leggera (Inghilterra 1880), mentre in Italia, la prima Federazione è stata quella di ginnastica, costituita nel 1881.
Tra le competizioni sportive più vecchie (e ancora in svolgimento), ricordiamo la sida di canottaggio tra le Università di Oxford e Cambridge, avvenuta la prima volta nel 1829, poi l’America’s Cup di vela, coppa messa in palio per celebrare la prima esposizione universale di Londra nel 1851, nel 1872, andò in scena la F.A.C.C. (Football Association Challenge Cup) dicalcio, la Coppa d’Inghilterra, nel 1877 la prima edizione del torneo tennistico di Wimbledon (Londra), nel 1882 The Ashes (Le Ceneri), un torneo di cricket che si disputa tra Australia e Inghilterra, nel 1894 la Stanley Cup di hockey su ghiaccio, che premia la più forte squadra nordamericana (Usa e Canada insieme).
Un salto in avanti e……l’Educazione Fisica in Russia (ginnastica e sport esistevano già prima della Rivoluzione del 1917, ma erano riservati all’aristocrazia, l’Educazione Fisica in U.S.A. che risentì dell’influsso europeo e gli sport più diffusi il criket, il canottaggio, il baseball, il football americano, il nuoto, l’atletica leggera, le Università e in Italia….. con Filangeri, Cuoco, Genovesi, Young, Obermann, Baumann, Mosso, De Sanctis, Monti, la G.I.L., l’Opera Nazionale Balilla, il Fascismo, Gentile, Zauli e………..il C.O.N.I., ma questa è storia d’oggi!
Ah! dimenticavo l’ultima Olimpiade antiche risale al 393 e la prima Olimpiade moderna è datata 1896, quanto tempo è passato e l’anno prossimo si celebrerà l’Olimpiade di Tokyo! Ad majora!
Lo sport , l’Educazione e il buon esempio nello sport
Lo sport assume un’importanza strategica nella formazione della persona e dei suoi valori, dal momento che il primo contatto con esso avviene in età infantile o adolescenziale.
Lo sport ha delle regole ed è fondamentale che siano etiche ed apprese nel modo migliore e in questo senso, l’Educazione Sportiva diventa uno strumento di Educazione Civica.
Moltissimi sono gli esempi che si verificano tutti i giorni nei campi di gioco, nelle palestre, nelle manifestazioni sportive.
L’Educazione e il buon esempio nello sport esistono ancora, basta farli conoscere a tutti attraverso i mass media.
Purtroppo i giornali e le televisioni ci propongono spesso altri esempi negativi (gli sputi, le simulazioni dei falli, specialmente in area di rigore, le aggressioni fisiche e verbali, gli insulti e le parolacce dei giocatori verso gli avversari e l’arbitro, l’imbroglio, la frode sportiva e la corruzione, la violenza verbale e fisica dei tifosi negli stadi, il doping) e i giovani si adeguano e “copiano” questi esempi negativi.
I giovani guardano la televisione, leggono i giornali e gli esempi sopra citati li colpiscono e rimangono nella loro memoria mentre pensano “se il mio idolo si comporta in questo modo, lo posso fare anch’io”.
Per evitare questo grave pericolo, ci vuole una forte “campagna di Educazione” per determinare un superiore convincimento, verso gli addetti ai lavori (giocatori, dirigenti, Istruttori, Allenatori, arbitri), che impedisca una crescente diffusione di queste poco corrette abitudini.
L’Educazione sportiva, la cultura sportiva, l’etica, il fair-play e il buon esempio non nascono da soli, devono essere educati e sviluppati da persone con buon senso, competenti ed equilibrate.
Confrontarsi con il successo o l’insuccesso, inevitabili nello sport così come nella vita comune, è difficile, ma può diventare più semplice se si impara a farlo da piccoli, attraverso il gioco e lo sport.
Lo sport deve insegnare a vincere e a perdere e perdere e migliorarsi è come aver vinto e riconoscere che l’altro è più forte, non significa abbassare il proprio livello di autostima.
La cultura e l’etica sportiva
Molte persone pensano di possedere etica e cultura sportiva perché guardano lo sport alla televisione, vanno allo stadio, ogni tanto vanno a correre o a giocare al campetto, discutono di calcio e di sport al bar, leggono la Gazzetta dello Sport: questa non è cultura!
“La cultura sportiva è l’insieme delle esperienze e delle sensazioni maturate con il passare del tempo in ambito sportivo e l’etica è il saper vivere e applicare tutto ciò in modo corretto”.
Lo sport è una questione di buona educazione e di cultura, la cultura etica è la vera arma di cui dispone lo sport: un potenziale di valori, principi, emozioni, che se espressi possono migliorare la qualità della vita non solo di chi pratica attività sportiva, ma anche di chi la segue o la tifa.
Le Agenzie Educative che devono promuovere una corretta cultura sportiva e insegnare ai giovani una corretta etica di comportamento sono:
Ogni Famiglia deve essere il centro dei valori umani, la famiglia è la “casa” dei valori umani, perché è da lì che essi nascono, sbocciano, fioriscono e portano il giovane alle alte vette di questo tipo di cultura; i Genitori devono essere sempre e in ogni occasione il “buon esempio” per i loro figli, in tutti gli ambiti.
A Scuola, il “buon esempio” deve venire dagli Insegnanti. L’Insegnante deve far riscoprire i valori dello sport, deve essere un “modello” per i suoi allievi, un provocatore di “vocazioni sportive”, un ideale per loro.
Nelle Società Sportive, il “buon esempio” deve venire dagli Istruttori, Allenatori e dai Dirigenti. Gli Istruttori e gli Allenatori devono essere la guida dell’atleta e della squadra, devono incanalare tutte le risorse del singolo e del gruppo, sfruttandole al meglio, per cercare di ottenere i risultati migliori. I Dirigenti devono “dirigere”, devono fornire consigli, indicazioni corrette.
Tutte e tre queste Agenzie Educative dovrebbero ogni tanto andare a scuola di Educazione, di agonismo, di etica, di buon esempio e di “Fair-play” e dovrebbero convogliare i loro sforzi verso il soggetto e non essere divergenti.
Ricordiamoci che l’agonismo è insito in ciascuno di noi, sin dalla nascita, basta educarlo e convogliarlo in giusti canali, è un elemento insopprimibile della pratica sportiva, basta non trasformarlo in antagonismo.
L’importante è confrontarsi e verificare quanto una persona vale e se ogni volta ci si migliora è come se si avesse vinto.
L’agonismo sportivo deve essere educato, non esasperato, confronto e non scontro e con fair-play.
Quanto conta l’etica nello sport?
L’etica è tutto ed è formata da quattro D:
Questa, secondo me, è la formula del successo, che vale in tutte le fasi della vita e non solo nello sport.
Etica significa rispetto delle regole e gli Educatori rivestono un ruolo importante nell’insegnamento delle diverse discipline sportive e devono essere un esempio visibile per i giovani.
Il mondo dello sport ha bisogno di Educatori veri.
Conclusioni
Scivolano gli anni, mutano le generazioni, si sconvolgono gli Stati, i mezzi di comunicazione amplificano immagini di eventi negativi che negano il primato ai valori umani: eppure ci sono in molti Paesi esempi di fair-play, educazione sportiva e buoni esempi nello sport.
Cerchiamo di vivere bene e con serenità: solo in questo modo daremo un buon esempio ai giovani, che saranno i cittadini del domani e i custodi di questi valori!
“Umano è vincere, umano è perdere, ma la sfida sta nel saper vivere con nobiltà e dignità d’intenzione e di comportamento, l’uno e l’altro momento della vita: entrambi sono degni di memoria, solo se riferiti al cammino di crescita e di perfezione della persona”.