Non facciamo paragoni col calcio. Sarebbe scorretto. Ma anche se pensiamo ad altri sport non ci viene facilissimo pensare ad un’altra grandissima rivalità al vertice di oggi e di ieri nella quale, dopo una sconfitta in un testa a testa, uno dei due non vuole nemmeno sentir parlare del ginocchio bendato, o al tetto chiuso che velocizza ulteriormente il campo già rapido, e s’inchina pubblicamente al vincitore, dichiarando: “Quando qualcuno gioca meglio di te lo sport non è molto difficile. Quando giochi contro qualcuno che è meglio di te nella gran parte delle cose che davvero contano in questo sport e su questo tipo di superficie è ancor più dura. Per me c’è spazio per migliorare e ci proverò. Lui ha giocato così bene, io avrei potuto fare certe cose meglio, ma in definitiva lui ha giocato troppo bene. Per me è stato un match molto difficile: lui ha giocato molto veloce, ha servito alla grande, e ha risposto anche bene, no? Non so quanti errori ha fatto, non me li ricordo. Mi congratulo”.
Così facendo, domenica, il numero 1 del mondo, Rafa Nadal, ha vinto un po’ anche lui dopo la dura lezione da tennis indoor subita da Roger Federer nella finale di Shanghai, anche se ha accusato la quinta sconfitta consecutiva, la quarta stagionale da parte del rivale storico. Dimostrandosi ancora una volta unico, l’agonista ideale che sbandiera i valori più giusti dello sport, ma anche l’uomo vero, onesto, che perde a testa alta, e riceve tutti gli onori dello sconfitto. Già pronto alla prossima battaglia per scardinare numeri impietosi come gli appena 71 minuti di durata della partita vinta davvero in volata dal Magnifico, senza concedere palle break, lasciando solo otto punti al servizio, col 38% di punti conquistati di risposta sulla prima di servizio e il 50% sulla seconda (Nadal ha avuto rispettivamente il 17% e il 21%.)…
Re Rafa non si nasconde, non annuncia subito che salterà Basilea per leccarsi le ferite, aspetta un paio di giorni per annunciare la rinuncia a casa-Federer su un altro campo molto veloce e sicuramente indoor, non col tetto prensile come nella tournée asiatica. Re Rafa si fa apprezzare una volta di più: “Lui ha giocato a un livello davvero alto di tennis per tutta la stagione, bel lavoro, sono felice di vederlo giocar bene”. Ed è sincero, come solo un grande campione può esserlo, ambasciatore dei valori più puri. Difficili da trovare anche in altri sport, difficilissimi, se non impossibili nella nostra vita di tutti i giorni.
Vincenzo Martucci