La nuova pista da bob di Cortina D’Ampezzo non sarà costruita e per le gare bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 si dovrà cercare una soluzione all’estero, ha comunicato il Presidente del C.O.N.I. Giovanni Malagò, membro del C.I.O. e presidente della Fondazione Milano-Cortina, in occasione del suo intervento dal palco della 141esima Sessione del Comitato Olimpico Internazionale che si sta svolgendo a Mumbai in India.
Il Governo ha ufficialmente annunciato la volontà di rinunciare alla realizzazione della pista di bob, slittino, skeleton e para-bob a Cortina per spostare le gare in una sede già esistente e funzionante fuori dall’Italia, comunicando l’indisponibilità di ulteriori risorse finanziarie pubbliche (60 milioni di euro) per realizzare l’opera.
Una sconfitta
Questa è una sconfitta per tutto il sistema Paese, non ci meritiamo di essere visti come quelli che non sono in grado di raggiungere l’obiettivo nel contesto internazionale.
Non se lo meritano il Veneto e la Lombardia e non se lo merita l’Italia.
Gli ambientalisti e i risparmi
Gli ambientalisti si erano messi di traverso, ora Cortina avrà pochino ai Giochi, il Curling e lo Sci femminile.
Non si farà un Villaggio Olimpico da 1400 posti, ma uno più ridotto, ci saranno risparmi, vero, ma anche mancati guadagni.
Si è risparmiato anche con Baselga di Pinè: la pista per il pattinaggio di velocità costava troppo e così le gare sono stati dirottate alla Fiera di Rho. E’ stato impossibile costruire il Palasharp di Milano: le gare di hockey 2 (femminile) si disputeranno alla Fiera di Rho.
Si sta costruendo ora l’impianto di Santa Giulia a Milano per hockey 1 (maschile) e i costi sono cresciuti a dismisura in questi anni fra Covid e guerre.
Si è salvato il laboratorio antidoping: anche qui questione di soldi e rischio ennesima figuraccia. Insomma, da quando ci hanno assegnato i Giochi, 24 giugno 2019, è stato un percorso ad ostacoli.
I tempi impongono di stringere la cinghia. Lo ha fatto anche Parigi 2024, dopo le raccomandazioni di Macron, ma l’Italia con i Giochi Olimpici si muove davvero male.
La credibilità
Non è un prblema solo di Giochi Olimpici, ma di credibilità del nostro sistema imprenditoriale, industriale e valoriale: vincerla sarebbe stata la più bella medaglia olimpica.
Le infrastrutture e le opere di viabilità delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 andranno a supporto delle attività produttive italiane e produrranno vantaggi alla collettività e all’economia veneta, anche dopo gli eventi correlati alle gare (come fanno tutti i Paesi che hanno organizzato i Giochi Olimpici estivi e invernali).
Ma facendo così non si va da nessuna parte!
È una perdita per tutta l’Italia, un peccato e uno smacco. Penso che si tratti di una serie di problemi tecnici sottovalutati e non credo che i comitati contrari all’opera avrebbero, in caso contrario, espresso una resistenza sufficiente a fermare l’opera.
Considerazioni personali
Avrei preferito un impegno completamente sul versante italiano, anche per il bob e lo slittino, le opportunità c’erano, in diversi contesti alpini, con investimenti certo, utili al sistema nazionale del ghiaccio del futuro. Si preferisce invece andare in Austria a completare le sedi di gara di Milano-Cortina. Una scelta del C.O.N.I. e del C.I.O che sorprende e che apre uno scenario del tutto nuovo.
Conclusioni
Riporto per dovere di cronica le parole di Armin Zoeggeler, leggenda dello slittino azzurro, con sei medaglie consecutive conquistate ai Giochi Olimpici: “Quali sono le prospettive per lo slittino italiano? Le medaglie noi le vogliamo, anche la Federazione e anche il C.O.N.I. Tutti vogliamo le medaglie, ma non vogliamo una pista. È una follia”.